Social Network quanto mi piaci! Ma quanto mi usi?

Social Network croce e delizia: li utilizziamo, li apprezziamo per le informazioni che riescono a fornirci anche su possibili prodotti da acquistare, ma li riteniamo al contempo poco affidabili, a volte disorientanti e soprattutto “preoccupanti” in tema di raccolta dati.

Ultima conferma arriva dalla polemica nata a seguito dell’ennesimo “giochino” passatempo, #tenyearschallenge, che tanto successo ha raccolto portando molti a condividere su Facebook il raffronto foto profilo prima e dopo la cura, ovvero attuale (magari con filtro bellezza attivo) e con dieci anni in meno. Un modo innocente per ironizzare o pavoneggiarsi che secondo alcuni sarà utilizzato da Facebook per “addestrare” l’algoritmo di riconoscimento facciale, dandogli in pasto una informazione importante legata alla progressione dell’età che non sempre è disponibile e soprattutto non è già bella e catalogata come in questo caso. Cosa scontata per gli utenti consapevoli, ovvero i pochi che ricordano che tutto ciò che noi facciamo, non solo sui social network, viene utilizzato per profilarci, conoscerci meglio e personalizzare servizi di diverso tipo. Se poi leggiamo che, secondo Pew Reserch Center, il 74% dei “social utilizzatori” almeno diciottenni ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che la piattaforma tenga traccia dei loro interessi, non ci stupiamo più di nessuna forma di social-stupore.

Quale il rapporto tra consumatori e social network?

Social network il più conosciuto tra i driver tecnologici emergenti, con il 69% degli intervistati che dichiara di conoscere bene il termine social network e sapere di cosa si tratta e un 24% che “in generale” conosce questo strumento ritenuto di grande utilità. Questo uno dei primi dati che si leggono nella ricerca Retail Transformation, realizzata dal Digital Transformation Institute e dal CFMT in collaborazione con SWG e Assintel.

L’84% delle persone afferma di riuscire, grazie ai social, ad acquisire informazioni su un prodotto o un servizio molto più semplicemente che in passato; il 62% sostiene che questi aiutino ad essere maggiormente consapevoli di ciò che si acquista e un 62% ritiene di poter contare su utenti influenti che parlando di prodotti da acquistare consentono di acquisire informazioni.

Quanto ci si affida ai social?

Rispetto all’affidabilità dei social, le risposte degli utenti sono discordanti: il 75% degli intervistati afferma che, malgrado le false recensioni, nel complesso la rete restituisce una idea affidabile della qualità di un venditore, ma un altro 75% dice quanto non sia facile farsi un’idea sul venditore viste le numerose recensioni false.

Un 70% degli utenti ritiene le pagine con le offerte di prodotti e servizi molto utile, ma un 69% considera fastidiosa l’attività dei venditori sui social e un 63% giudica l’eccesso di informazione disponibile disorientante.

Quando si parla di influencer, un 68% degli intervistati pensa che le recensioni pubblicate sui blog non siano affidabili in quanto pilotate dalle aziende.

Social network utili ma ingombranti?

Secondo la ricerca DTI, problemi si rilevano anche rispetto all’uso dei dati personali da parte del social ritenuto un problema molto o abbastanza grave dal 77% degli intervistati.

La discrasia nelle percentuali riferite alla scelta tra privacy e servizi è tutt’altro che inspiegabile” – afferma Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute. “Benché strumenti come i social media siano ormai maturi in termini di diffusione sono tutt’altro che tali in termini di cultura d’uso da parte degli utenti. Una delle conseguenze è questo approccio apparentemente “schizofrenico” alla gestione dei propri dati: da una parte le persone sono teoricamente “gelose” dei propri dati, dall’altra li cedono – più o meno inconsapevolmente – per accedere a servizi solo apparentemente gratuiti. Ancora una volta, serve consapevolezza nella gestione di questi strumenti. Quella consapevolezza che ci consentirà di scegliere quando cedere le nostre informazioni ed a che condizioni, e quando tenerle riservate. È molto probabile che in futuro nella percezione degli utenti la sfera del privato perderà parzialmente terreno, ma è importante che tale perdita di terreno avvenga in modo consapevole, perché difficilmente sarà reversibile”.

Quale l’uso dei social da parte delle imprese?

Le aziende coinvolte nella ricerca ritengono che un 46% delle imprese clienti utilizzino molto o abbastanza i social network, con un 52% pronto a investirci per utilizzarli in futuro.

Il grado di complessità di integrazione di canali digitali social è ritenuto particolarmente complesso nel controllo di qualità (62%), nella contabilità e nel controllo di gestione (60%), in progettazione, ricerca e sviluppo (56%) e nella produzione di prodotti e nella erogazione di servizi (55%).

Conversazione intorno ai social

Appuntamento per una conversazione intorno alla ricerca e al tema dei Social il 24 gennaio a Milano sul tema “Social Internet of Things: la comunicazione digitale nell’era dei Big Data e dell’IoT”.

Nel corso dell’incontro esperti e specialisti si confronteranno con i partecipanti in una vera e propria conversazione guidata sulla digital transformation e sugli impatti che questa ha su business, economia e impresa, nell’ambito del percorso DAI “Digital Awareness Improvement”.

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