Welfare sostenibile e inclusivo con BlockChain

Il terzo settore può svolgere un ruolo importante nel supportare l’intera società europea a prepararsi alle importanti trasformazioni che le nuove tecnologie digitali stanno portando in tutti i settori in cui si articola la vita sociale, economica, politica e culturale.

Prima di chiedersi se e come Blockchain possa essere un’infrastruttura ideale per l’economia sociale, per consentire un corretto sviluppo dei benefici che questa tecnologia può portare, si dovrebbe promuovere un quadro di regole capace di incentivare e favorire la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, società civile organizzata e sistemi economico ed imprenditoriale. Serve per questo trovare un giusto equilibrio per realizzare una positiva convergenza sociale, culturale e normativa, utile a creare le migliori occasioni per migliorare i servizi sia nel settore pubblico sia in quello privato, cercando di diffondere e aumentare l’accessibilità alle nuove tecnologie per tutti i cittadini e gli attori sociali.

Se questo è l’obiettivo che condividiamo, Blockchain è uno strumento che sembra particolarmente adeguato e utile per ristabilire un decente livello di fiducia nel contesto di un’economia digitale sempre più globalizzata e spersonalizzata. In questa direzione, le organizzazioni dell’economia sociale possono avvalersi di questa tecnologia per continuare a rendere l’economia maggiormente democratica, ma anche applicarla meglio per diventare protagoniste di un’economia sociale digitale accessibile ed inclusiva.

Noi tutti abbiamo osservato quanto le crisi finanziarie e la globalizzazione dell’economia abbiano fortemente indebolito la fiducia dei cittadini verso le istituzioni pubbliche e soprattutto verso le istituzioni dell’economia e della finanza. La fiducia è diventata ormai una risorsa sociale troppo scarsa, risorsa che le preoccupazioni crescenti all’interno della società circa la sicurezza dei dati raccolti e custoditi da alcuni grandi operatori economici rendono ancora più scarsa. Abbiamo quindi bisogno di ricostruire su basi nuove la fiducia verso istituzioni ed economia. Per questo una buona utilizzazione da parte delle organizzazioni dell’economia sociale delle nuove tecnologie, dall’Intelligenza Artificiale alla Blockchain rappresenta una strategia con un grande potenziale.

Le imprese dell’economia sociale e le organizzazioni del terzo settore possono contribuire positivamente a promuovere una forte convergenza etica e valoriale tra economia sociale e Blockchain. Questa convergenza è indispensabile per assicurare che le grandi opportunità offerte dalle nuove tecnologie siano orientate ad assicurare benefici, accesso, trasparenza e partecipazione a tutti e non soltanto ad una nuova “élite digitale” che sa usare e governare le nuove tecnologie mantenendo ai margini il resto della popolazione.

Esiste un limite culturale?

È importante sottolineare il ruolo della formazione culturale, scolastica e accademica, da un lato, e di un’adeguata informazione generale all’opinione pubblica, dall’altro, per tutelare i cittadini europei sia nel godimento dei loro diritti civili, sia come lavoratori che operano in un contesto sottoposto a un cambiamento epocale a causa del progressivo affermarsi dell’IA.

Per i cittadini è innanzitutto necessario capire, non tanto come funzionano gli algoritmi di IA e le basi di dati su cui questi ultimi operano, ma imparare ad utilizzarne le potenzialità. Allo stesso modo col quale noi tutti abbiamo imparato a leggere i caratteri stampati, ma non necessariamente sappiamo esattamente come funziona una stampante, ciò non dimeno ne conosciamo l’esistenza e ne padroneggiamo gli effetti.

Questo non solo al fine di permettere ai cittadini europei di inserirsi come lavoratori nel settore informatico che sta guidando il cambiamento in corso, ma anche in altri settori, ove sarà sempre più necessario lavorare in contesti che assegneranno alle macchine e ai dispositivi elettronici compiti che prima venivano svolti dalle persone. Quello che dobbiamo fare è imparare a seguire il ritmo dei cambiamenti. Non possiamo permetterci di impiegare qualche secolo, ma nemmeno qualche decennio, per raggiungere un soddisfacente livello di “alfabetizzazione digitale”.

È quindi cruciale che i cittadini europei abbiano un’adeguata formazione e informazione che permetta loro di essere utilizzatori consapevoli e responsabili dei dispositivi e delle applicazioni resi disponibili dal rapidissimo sviluppo tecnologico in corso e sempre più diffusi ad ogni livello.

Una delle maggiori preoccupazioni per molti lavoratori europei di lungo corso, ma ancora lontani dall’età pensionabile, che guardano all’evoluzione in corso con diffidenza e timore. L’analisi dovrà tenere conto sia della possibile sostituzione di alcuni lavoratori da parte di dispositivi elettronici o robot, sia del fatto che alcune funzioni non saranno delegate completamente all’automazione, ma risulteranno profondamente modificate dalle nuove tecnologie. Occorre quindi concentrare la valutazione e l’analisi normativa non solo sull’inevitabile e attesa modifica delle linee di produzione, ma anche sul ripensamento dei processi organizzativi e degli obiettivi aziendali che si renderanno necessari.

Quali le applicazioni di Blockchain nel terzo settore?

Le applicazioni operative delle tecnologie blockchain possono migliorare sensibilmente la performance delle organizzazioni dell’economia sociale, con beneficio per tali organizzazioni, per i loro soci e, soprattutto, per gli utenti dei loro servizi e quindi per tutti i cittadini.

Per cominciare, si tratta di una tecnologia che consente di aumentare il livello di trasparenza e di fiducia e può essere utilizzata per rendere sicure, tracciabili e identificabili le donazioni e le raccolte di fondi, consentendo ad esempio ad un donatore che finanzia una ONG di seguire il flusso e la destinazione delle risorse che ha donato. Sotto diverso profilo, la stessa ONG potrebbe dotarsi di un dispositivo che consente di rendicontare dettagliatamente ogni flusso di spesa, garantendo che le risorse investite siano effettivamente impiegate per gli scopi prefissati.

Adottando la tecnologia blockchain, molte organizzazioni dell’economia sociale potrebbero sensibilmente migliorare e rendere sicure, identificabili, trasparenti e tracciate le operazioni di gestione della governance associativa, quali consultazione degli associati e operazioni di voto per esempio, agevolando la partecipazione e il coinvolgimento anche quando i soci sono dislocati in territori decentrati, oppure sono talmente numerosi da rendere difficili veri momenti di confronto assembleare tradizionale.

Per queste motivazioni continuo a sostenere che vi sia non solo la necessità, ma una vera e propria urgenza, che le organizzazioni del terzo settore e le imprese cooperative, a cominciare dalle cooperative sociali, compiano uno sforzo per migliorare la loro presenza nel settore dell’economia digitale ed in particolare per adottare le potenzialità di questi strumenti per sviluppare una vera e propria “rivoluzione digitale dei meccanismi di partecipazione”. C’è la necessità di sviluppare un’idea e una metodologia capaci di promuovere un “mutualismo 4.0” per ribaltare anche l’idea stessa di posizionamento delle persone nell’ambito della gestione dei dati, una riappropriazione collettiva della proprietà dei dati che rimetta al centro le persone e le comunità di relazione per riportare la profilazione degli utenti del digitale in un alveo di controllo democratico e partecipazione consapevole.

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