Coronavirus tra informazione, disinformazione e scelta di sostenibilità

Questi ultimi mesi, ci hanno obbligato a rivedere rapidamente e senza scuse molte delle nostre abitudini personali e lavorative.

L’allarme di un possibile contagio ha creato in rete un analogo contagio di informazioni: la paura per la propria salute ha trovato eco nelle notizie, bufale e meme che hanno affollato la Rete.

In questo ecosistema, noi che lavoriamo assiduamente con le informazioni e con Internet, abbiamo visto (purtroppo) un po’ di tutto, e soprattutto abbiamo dovuto constatare – ancora una volta – che l’informazione e la disinformazione vanno troppo spesso a braccetto.

Però c’è da dire che anche noi abbiamo fatto poco per contrastare la valanga che sta seppellendo i nostri neuroni. E se è vero che tecnologia e sostenibilità devono e possono essere un abilitatore, forse dovremmo fare qualcosa di più che scambiarci meme su WhatsApp.

Mi vengono allora in soccorso tre punti che non ricordo dove abbia letto, ma che ho trascritto su un posti-it virtuale sul mio desktop.

Azione, agisco per cambiare il mondo

Ovvero: non divulgo informazioni false, leggo prima di condividere e faccio riferimento a fonti reali. Io che mi sono sempre astenuta dalle conversazioni inutili e piene di commenti ridicoli, ho deciso di partecipare. Per condividere informazione contro la disinformazione, sperando che la ragionevolezza illumini qualche mente. Nessuno di noi può cambiare le cose, ma tutti noi ne possiamo cambiare almeno una.

Interazione, scambio informazioni con il mio ambiente attraverso le mie azioni

I comportamenti fuori dall’ecosistema digitale devono essere coerenti con il resto. Se ho la possibilità, grazie al mio lavoro e alle persone che conosco, di avere informazioni rilevanti, le condivido e le metto in pratica. Non alzo i toni se qualcuno non capisce, non critico se qualcuno ha paura, non condivido se non è condivisibile. I fatti, oggi, sono la cosa più importante. La tecnologia è un abilitatore. E allora la uso per abilitare. Il comportamento è sostenibilità. E allora lo uso per spostare le idee dal virtuale al reale.

Transazione o apprendimento reciproco, cambio a seguito dei miei sforzi per provocare un cambiamento nel mondo

E poi leggo, mi informo, approfondisco. Non cavalco l’onda ma la osservo. Scelgo con cura le fonti, ma le confronto anche. Non mi fermo ai titoli, ai ruoli, ai nomi famosi. Leggo i trafiletti e le storie. E cerco di trarne il mio senso. Scambio e mi confronto con chi reputo più informato, più intelligente, più capace di leggere il problema di me. E mi faccio venire i dubbi. E se in questo momento alcune cose le vediamo sfumate, allora il centro, la conoscenza e la condivisione sana, deve essere il perno di riferimento.

Perché la sostenibilità è anche questo: un atto condiviso.

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