Alfabetizzazione mediatica per la sostenibilità? Arriva l’ok della UE

Il progresso tecnologico e digitale ha apportato importanti cambiamenti nella vita di ognuno di noi. Le nuove piattaforme di comunicazione hanno profondamente cambiato le relazioni sociali e di comunicazione, influenzato le industrie culturali e creative, modificato il panorama dei media e il modo in cui produciamo, distribuiamo e ne consumiamo i contenuti. Il progresso tecnologico e digitale ha offerto ai cittadini d’Europa nuove significative opportunità di comunicare, trovare, creare e distribuire tipi diversi di contenuto.

I cambiamenti digitali e tecnologici avvengono in modo imprevedibile e continuo imponendo la necessità di un aggiustamento costante da parte dei cittadini e della società.

Accanto ai numerosi vantaggi, il nuovo ecosistema mediatico ha apportato quantità crescenti di disinformazione, manipolazione e a volte incitamento all’odio, i cittadini sono sopraffatti dalle informazioni e a volte, hanno difficoltà a comprendere le notizie, a trovare fonti affidabili e contenuti di qualità.

L’esposizione dei cittadini alla disinformazione, soprattutto in periodi di grave crisi globale , come ad esempio durante la pandemia del COVID-19, ha enfatizzato l’urgenza di un approccio sistematico allo sviluppo dell’alfabetizzazione mediatica, di collaborazione tra piattaforme online, di esperti e autorità competenti nonché di una procedura indipendente di verifica dei fatti, al fine di limitare la diffusione di campagne di disinformazione online, nel rispetto della libertà di espressione.

Oggi il mondo richiede l’acquisizione di una grande quantità di nuove conoscenze individuali e di conoscenze e competenze sociali, per consentire ai cittadini di tutte le età di accedere, selezionare, comprendere e fare un uso sofisticato e responsabile delle informazioni e di diversi tipi di media, su tutti i tipi di canali e distribuzione o piattaforme di comunicazione.

Tutte queste abilità costituiscono l’alfabetizzazione mediatica, intesa come un insieme di capacità tecniche, cognitive, sociali, civiche, etiche e creative che consentono ad un cittadino di accedere e utilizzare le informazioni e i media in modo efficace e sicuro, creare e condividere, in modo responsabile, i contenuti multimediali attraverso piattaforme diverse.

L’alfabetizzazione non dovrebbe limitarsi all’apprendimento di strumenti e tecnologie, ma dovrebbe anche mirare a fornire ai cittadini le capacità di pensiero critico necessarie per esercitare il giudizio, analizzare realtà complesse e riconoscere la differenza tra opinione e fatto. Tutte queste capacità dovrebbero permettere al cittadino di partecipare agli aspetti economici, sociali e culturali della società oltre a svolgere un ruolo attivo nel processo democratico.

Il Consiglio dell’Unione europea, dove tutti gli Stati membri sono rappresentati, ha  riconosciuto che, analogamente ad altre sfide globali, in un mondo dove l’informazione non viaggia più solo su media “convenzionali” (giornali, tv, radio e quindi controllata), c’è bisogno di “una cassetta degli attrezzi” per l’orientamento dei cittadini, al fine di evitare la diffusione di informazioni false o non verificate e permettere ad ognuno di sviluppare una propria coscienza critica.

La pandemia COVID-19 ha sottolineato la necessità di fornire fonti affidabili di informazioni e di trasparenza da parte delle piattaforme online e di responsabilizzare i cittadini con le competenze necessarie per gestire la disinformazione, non solo per la protezione della salute pubblica ma anche per garantire la resilienza delle società democratiche e il rafforzamento della stessa partecipazione democratica.

Al tempo stesso il Consiglio ha riconosciuto che i media, in particolare i media di servizio pubblico e le organizzazioni giornalistiche detengono una posizione influente nella società e potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere, informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’alfabetizzazione mediatica. Pertanto, rafforzare il giornalismo professionale, i media indipendenti, le relazioni investigative ed il pluralismo dei media, facilitando l’accesso dei cittadini a fonti di informazione di qualità, credibile e diversificata potrebbero contribuire alla costruzione della fiducia del pubblico e alla protezione della democrazia.

I rappresentanti degli Stati membri si sono trovati, unanimemente, a sottolineare la necessità di raggiungere standard più elevati di responsabilità e trasparenza per le piattaforme online e in termini di protezione della privacy degli utenti.

Le conclusioni che dovrebbero essere rese note in questi giorni rappresentano un invito per la Commissione e gli stessi Stati membri a compiere ulteriori sforzi collettivi verso un sistema globale ed un approccio trasversale allo sviluppo dell’alfabetizzazione mediatica, alla sensibilizzazione della sua importanza e alla risoluzione della disinformazione, dove gli sforzi nazionali intrapresi in questa prospettiva, anche finanziari, dovrebbero essere adeguatamente accompagnati a livello dell’UE. Per una alfabetizzazione mediatica a favore della sostenibilità non solo culturale ma anche economica, sociale e ambientale.

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