Il digitale al servizio di comunità e fattorie sociali 

Mangiare è un atto agricolo
Wendell Berry

A seguito dell’emergenza Coronavirus in Italia tra pubblica amministrazione, scuole, università, aziende, stando ai dati del Ministero del Lavoro nelle ultime settimane, sono oltre 1,8 milioni le persone che stanno lavorando in remote working. Ma nell’era del post Coronavirus speriamo di riprendere la nostra fisicità e una visione del lavoro e dell’economia che sia comunque differente rispetto al passato con opportunità di sviluppare lavori ed economie che coinvolgano i giovani in dimensioni nuove e più vicine al nostro ecosistema naturale.

Come è ben noto, ne hanno parlato De Toni e Comello nel loro libro “Prede o ragni? Uomini e organizzazioni nella ragnatela della complessità” del 2005 e molti altri, l’organizzazione reticolare è posta al centro della visione sistemica unificata della vita, in cui, a tutti i livelli, i componenti di questi sistemi viventi sono collegati tra loro secondo uno schema reticolare e, nell’era di Internet, è il più importante fenomeno sociale e una fondamentale fonte di potere.

La partecipazione, dunque, è un valore sicuramente condiviso ma non di facilissima realizzazione, perché difficoltà e trappole sono sempre in agguato nella rete e ritengo che un’educazione alla socialità sia la base per costruire una vera comunità e per utilizzare a nostro vantaggio le infinite possibilità che la tecnologia ci sta offrendo. Le comunità online esistevano anche prima di quest’ondata ipertecnologica, già nel 1997 era uscito il Net Gain di John Hagel e Arthur Armstrong in cui i due autori esprimevano che le comunità in rete «sono una cosa ottima per l’umanità e quindi anche una cosa buona per il business». In un’intervista John Hagel diceva che “fin dall’inizio della rete le comunità online erano un evento sociale spontaneo. Ciò che le persone fondamentalmente desiderano è comunicare fra loro e creare comunità continuative. Ma questo rappresenta anche un’occasione commerciale. Nella cultura della rete c’era la nozione che in qualche modo comunità e commercio fossero in contrasto; che fosse inevitabile, introducendo il commercio, danneggiare la comunità. Questo è vero, se lo si fa male, in modo deformante; ma, se lo si fa in modo ragionevole e rispettoso, il commercio può rafforzare la comunità, mettendosi al suo servizio”.

Da network a commUNITY

Quando si organizza, o si entra a far parte, di una comunità online bisogna vedere la community come una fonte preziosa di informazioni, di verifiche e idee, un modo per costruire relazioni, dare o usufruire di un servizio, coltivare rapporti di fiducia, attivare uno scambio continuo di conoscenza, esperienze, informazioni.

Nel terzo settore, la trasformazione digitale diventa una leva strategica per generare capitale sociale partendo da quella moltitudine di legami deboli e dalla domanda di partecipazione troppo spesso sopita da conversazioni strumentali o autoreferenziali. Mintzberg ci dice che il vero obiettivo di lungo periodo sarà quello di trasformare i «network in community».

E dunque le community dovranno distinguersi per il potere umano, per la fiducia e l’esperienzialità che ne scaturiranno.

L’esperienza di “Adotta il contadino”

Adotta il contadino nasce dall’idea di un gruppo di ragazzi in una sera d’estate nella Valle di Comino, in provincia di Frosinone, uno dei piccoli luoghi dove è ancora possibile trovare contadini che con passione e sacrificio lavorano la terra. L’obiettivo di questi ragazzi è quello di ridurre la distanza tra la terra e la tavola, creando un contatto diretto e solidale tra produttore e consumatore attraverso un’applicazione digitale. Sulla loro pagina si legge che il loro intento è quello di sostenere la figura del piccolo agricoltore e di vivere dignitosamente la sua posizione di tutore dell’ambiente. È la prima applicazione gratuita che dà la possibilità di avere prodotti sani e genuini, di seguire passo passo il ciclo produttivo del raccolto e di passare una giornata da contadino. Ogni azienda che aderisce viene esaminata e controllata al momento della registrazione, tramite sito si può scaricare l’applicazione che permette di visitare il profilo del contadino con relative foto, video e informazioni sulla nascita e crescita dei prodotti. Effettuata l’adozione con il pagamento si diventerà parte integrante dell’azienda e si potrà ricevere comodamente la “cassetta dei prodotti” con all’interno il certificato di adozione, direttamente a casa o dal proprio contadino. Inoltre nella “cassetta” saranno aggiunti sottoprodotti della produzione agricola (humus, terra, lana, pula di farro/riso, concime organico, ecc.) che si potranno riutilizzare in casa. Alfonso Pascale, presidente del CeSLAM (Centro Sviluppo Locale in Ambiti Metropolitani), apprezza di questo progetto lo scopo e il significato che consiste nel fatto che il cittadino non è soltanto un semplice acquirente che fa la spesa da un agricoltore. Egli stabilisce con l’azienda una relazione reale. Gratuitamente, potrà vivere l’esperienza di partecipare di persona alle attività quotidiane che si svolgono in azienda: la raccolta dei prodotti, la mungitura, la vendemmia, la semina, la potatura, la tosatura, ecc. e pagando il servizio, potrà pernottare, consumare il pasto, fare attività culturali, educative, sociali e ricreative nelle aziende. Il termine “adottare” deriva dal latino “adoptare” che significa “scegliere”, “eleggere”.

Ma anche il contadino “adotta il cliente” perché “adoptare” significa anche “accogliere”. Frequentando l’azienda agricola adottiamo e siamo adottati. Diventiamo co-produttori del vino che mettiamo a tavola. Servendoci di un orto o di un maneggio per sentirci meglio, non ci consideriamo semplicemente utenti ma partecipanti all’attività. Diventiamo anche noi, “vignaioli”, “ortolani”, “butteri”. Con il progetto “adotta il contadino”, consumare, fruire e produrre non costituiscono più azioni separate, lontane tra di loro, ma tornano ad essere un insieme di atti attraverso i quali definiamo ed esprimiamo la nostra identità, costruiamo la nostra vita quotidiana, entriamo in relazione con altri individui.

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