Competenze Digitali per un approccio sostenibile: intervista a Alessandro Ippolito di Oracle

La cultura della sostenibilità è qualcosa che non s’improvvisa. Supportare il piano strategico di un’organizzazione in cui la sostenibilità è una delle voci primarie ha impatto necessariamente sulle funzioni e sui processi del settore IT e le figure specialistiche che ne fanno parte devono essere pronte a pensare e disegnare questi processi sin dall’inizio. Sia che i processi e i sistemi informatici siano rivolti a un approccio sostenibile dell’impresa sul mercato, sia che siano rivolti a una maggiore efficienza interna e un’attenzione all’impatto sulla catena produttiva, è fondamentale costruire una cultura di eco-sostenibilità che abbracci economia circolare, attenzione agli sprechi, riuso, bassi consumi energetici e molto altro”. Alessandro Ippolito, Tech Country Leader di Oracle Italia, lega il concetto di sostenibilità economica, sociale e ambientale non solo all’IT, ma anche alle competenze e, quindi, alla necessità di formazione.

A fronte di questo, secondo il DESI 2019, l’Italia è scivolata di due posizioni rispetto al 2018 ed è ora all’ultimo posto in UE per la dimensione del capitale umano, ovvero anche per competenze digitali. A fronte, infatti, di un 58% in Europa di persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni che, in media, possiede almeno competenze digitali di base, ce ne sono un 42% in Italia. Non migliora certo la situazione nel caso di competenze digitali superiori, possedute da un 22% di italiani a fronte di una media europea del 33%.

Quale il ruolo della scuola e dell’università nel recupero del gap di competenze digitali e come integrarlo con quello delle imprese?

Alessandro IppolitoI programmi scolastici dovrebbero avvicinarsi di più a quello che è il mondo là fuori. Andrebbero coltivati temi più vicini al mondo dell’impresa, alla tecnologia e alla sostenibilità fin dalla secondaria di primo grado. Ma anche le imprese possono supportare questo cambiamento. Oracle, negli ultimi anni, attraverso i programmi di Alternanza Scuola Lavoro, si è data proprio questo come obiettivo: avvicinare ed integrare il mondo dell’impresa

anche a classi di studenti delle scuole superiori, portando in piccolo esempi di impresa, avvicinando gli studenti a pensare a modelli di organizzazioni sostenibili con una spinta verso la tecnologia, partendo da business plan, sviluppo di progetti smart e piani di marketing e vendita, realizzati a quattro mani insieme agli studenti. Se guardiamo alle università, l’ultimo rapporto DESI ci dice che solo l’1% dei laureati italiani è in possesso di una laurea in discipline TIC, ovvero la percentuale più bassa d’Europa. Oracle da questo punto di vista si è inserita nell’attivazione degli studi accademici da remoto durante il lockdown per innestare sessioni tecnologiche – già in essere sulle scuole con la nostra Oracle Academy – anche nel mondo universitario. A livello mondiale, fino al 2019, tanto per dare qualche numero, Oracle Academy aveva già coinvolto ben 15.000 istituzioni educative in 128 paesi del mondo per oltre 6,3 milioni di studenti. Di pari passo è andato l’accordo siglato con CRUI – la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – di durata triennale, che comporta l’accesso a crediti per l’utilizzo di infrastrutture cloud Oracle (IaaS, PaaS) e condizioni di particolare favore per l’acquisizione di servizi e applicazioni “as a service” e per l’accesso a percorsi formativi della Oracle University; opportunità estese oggi a tutto il sistema universitario e della ricerca rappresentato dalla Conferenza dei Rettori. La partnership con CRUI rappresenta uno dei modi in cui Oracle intende la collaborazione tra pubblico e privato, contribuendo all’obiettivo comune di sfruttare tutto il potenziale della digitalizzazione, fondamentale per la ripresa, insieme alle certificazioni online offerte gratuitamente per un certo periodo, per facilitare ed accelerare il processo di adozione dei servizi Cloud infrastrutturali e per quello che denominiamo Autonomous Database, ossia il Database auto-gestito tramite un layer di Intelligenza Artificiale. 

Quali le evoluzioni del mercato nel post COVID e quali le nuove esigenze formative? 

I brutti mesi passati in lockdown ci hanno messo davanti la forzata necessità di fare sempre più formazione online, di scoprire un modo di apprendere e di insegnare che, forse per la nostra natura “latina” e più incline all’incontro de visu, era stato poco sperimentato e apprezzato in passato. Ma come sempre si teme ciò che non si conosce. Abbiamo avuto modo di sperimentare e poi apprezzare i lati positivi di questo approccio, specialmente per la formazione di tipo universitario. Oracle, ad esempio, in questi mesi come dicevo ha intensificato le sessioni e i workshop per le Università italiane al fine di accompagnare la formazione di centinaia di studenti verso il mondo delle professioni e delle organizzazioni aziendali delle quali entreranno a far parte a breve.

Cosa è emerso di positivo a seguito della pandemia e quali sono le sfide tecnologiche che ci aspettano?

Tra le iniziative di sicuro rilievo, Oracle ha dato la possibilità ai suoi clienti di accedere gratuitamente a uno strumento per le Direzioni Risorse Umane che consente di proteggere meglio i dipendenti sul posto di lavoro. In particolare grazie alla funzionalità denominata “Workforce Health and Safety”, che aiuta ad automatizzare la segnalazione di incidenti e problemi sul lavoro sia ora sia in futuro, man mano che ci adattiamo alle maggiori restrizioni in materia di salute e sicurezza. Sempre per rendere il business più sostenibile e l’azienda più resiliente, ha offerto ai CFO delle aziende nostre clienti strumenti gratuiti di pianificazione finanziaria e modellazione degli scenari, per aiutarli ad adattarsi alle quanto mai mutevoli condizioni di mercato in questo periodo. Le sfide del mercato che ci aspettano, come ribadito da un recente report di Forrester commissionato da Oracle, sono principalmente quelle delle quali si stanno occupando i CIO. Il 64% di questi è alle prese con un ambiente multicloud e ibrido, il che spesso non consente loro una unificazione dei dati efficiente da cui estrarre valore a causa dei silos di dati preesistenti, il 67% fa fatica a “stare dietro” a tutte le normative in termini di conformità e data privacy, il 75% sente di non avere in azienda tutte le competenze necessarie. In questo contesto si evince come le Architetture Dati siano ancora e sempre di più lo snodo cruciale che le aziende dovranno affrontare per realizzare una maggiore resilienza anche attraverso il cloud, e gli skill delle persone saranno chiave affinché questi processi di trasformazione possano essere progetti di successo. In quest’ottica i rinnovati piani di formazione e certificazione posti in essere dalla Oracle Academy e dalla Oracle University ci auguriamo diano una mano a chiudere i gap esistenti sulle competenze. Senza contare poi l’opportunità, data da Oracle alle startup, con l’offerta di crediti gratuiti per utilizzare i servizi Oracle Cloud per lo sviluppo del proprio business. 

Quali sono esempi concreti di impegno aziendale a favore della sostenibilità?

In Oracle abbiamo creato una policy ambientale specifica che abbraccia la sostenibilità non solo nella vita del singolo dipendente (ad esempio anche con iniziative – come l’ultima lanciata, con il partner Trek – di mobilità sostenibile con il bike-sharing), ma anche costruendo tecnologie e piattaforme più sostenibili. Il nostro cloud ad esempio è stato pensato sin dall’inizio tenendo a mente questi tre elementi basilari: potenziamento dei datacenter con energia rinnovabile; aumento dell’efficienza del datacenter del +70%; riduzione dei rifiuti massimizzando il riutilizzo e il riciclaggio. Crediamo nella creazione di un “Circular Cloud“, progettato per l’ambiente, valutando l’efficienza energetica, sostituendo i materiali con l’uso di plastica. Massimizziamo l’utilizzo controllando l’hardware a fine vita, riutilizzando le componenti, raccogliendo pezzi di ricambio ed estraendo più risorse possibili per il riuso. Prestiamo particolare attenzione al consolidamento, minimizzando gli imballaggi e semplificando la logistica, continuando a impegnarci in un mondo più verde e servizi più sostenibili per i nostri clienti.

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