Informare senza formare. Il vuoto della parola

Inizia questa settimana una nuova serie di articoli sulle dipendenze da digitale. A guidarci in questo viaggio sarà Giuseppe Carrella: cominciamo con l'infodemia

Povero non è chi possiede poco, ma veramente povero è chi necessita infinitamente tanto .. e desidera, e desidera… e desidera sempre più

(Indios) Aymara

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la tossicodipendenza è una condizione di intossicazione cronica o periodica dannosa all’individuo e alla società, prodotta dall’uso ripetuto di una sostanza chimica naturale o di sintesi. Sono sue caratteristiche: il desiderio incontrollabile di continuare ad assumere la sostanza e di procurarsela con ogni mezzo, la tendenza ad aumentare la dose (tolleranza), la dipendenza psichica e a volte fisica.

Pensare ad un tossicodipendente e pensare ad un drogato, ad uno ‘strafatto’ e pericoloso è tutt’uno. Tossicodipendente alias drogato dimenticando spesso che un tossicodipendente é alla base una persona malata, debole.

Cosa significa tossicodipendenza in una società digitale in via di formazione?

È ora di aggiornare il vocabolario e dare un significato diverso a questa parola. In fondo le parole sono specchio della società, del vivere e si evolvono insieme ai costumi sociali. Le parole sono vive.

Basti pensare alla parola trapianto. Sui vocabolari degli anni ’60 era riferito al ‘rinvasare una pianta’ o trasferire ‘una pianta da un posto ad un altro’.  Oggi la prima associazione è ai trapianti di organi non è più confinata  al mondo della botanica. Insomma non è stata creata un’altra parola (tra l’altro esistono comitati, blog che continuamente cercano di trovare nuove parole da assegnare a ‘cose nuove’) ne abbiamo recuperata una vecchia che più o meno si avvicinava a quello che volevamo dire, lasciando al contesto di esplicitarne il vero significato.

Cosa significa tossicodipendenza in una società che si è lasciata formattare dall’information technology? Un mondo sempre più guidato dalla tecnologia che dall’economia e dalla politica. Una politica che non è più il luogo della decisione, come predicava Platone. Oggi la politica quando deve decidere guarda l’economia e l’economia per decidere guarda le risorse tecnologiche. Quindi il potere decisionale si è spostato dalla politica, all’economia, alla tecnologia. La quale è completamente interessata solo allo sviluppo e alla crescita economica che noi scambiamo per progresso. La politica è sempre più evanescente e lo sarà sempre di più, quanto maggiormente si diffonderanno e diventeranno totalizzanti i sistemi di comunicazione di massa. La politica è sottomessa alla tecnica, e interviene esclusivamente in relazione all’attualità passeggera.

Benvenuti nellera della INFODEMIA alias la tossicodipendenza da informazione, la rapida diffusione consequenziale e esponenziale di notizie, la rapidità che non ci ritorna scienza o conoscenza ma un pericoloso contagio disinformativo di massa.

L’Informazione quasi esclusivamente centrata sull’attualità

Hashtag non c’è tempo. Con la conseguenza che la politica è sottomessa alla tecnica e interviene esclusivamente in relazione all’attualità passeggera

Tutto ha una data di scadenza, infodemia è la continua ricerca di nuove informazioni che valgono solo il tempo di leggerle. Si producono informazioni solo perché tecnicamente è facile produrne e ormai difficile anche capire se arrivano da sistemi automatici o sono il frutto di un ragionamento ‘umano’.

Una tossicodipendenza capace di bruciare in pochissimo tempo le notizie precedenti, impedendo di pervenire ad una convinzione seria e meditata sui problemi fondamentali. Insomma, leggiamo solo i titoli e i riassunti condensati in poche righe. Nessun approfondimento, saltando da un twitter all’altro, da un riassunto all’altro senza mai aver il tempo di ragionare.

Troppe informazioni da guardare, difficili da selezionare e da trattenere portano al vero problema legato a questa nuova forma di tossicodipendenza: il fideismo. Una volta che mi sono fatto un’idea cerco e mi ‘disseto’ solo alle fonti che non mettono in discussione l’idea che mi sono fatto. E quindi escludo tutto il resto del mondo, evito di ragionare qualcuno lo fa per me. Gli scettici non son o ammessi!

Tutto ciò ci porta a confondere cultura ed informazione. Siamo colti perché immagazziniamo dati nei nostri pc o interroghiamo Internet?  La cultura ha bisogno di tempo.

E, a sentire in giro, nessuno ha tempo. La cultura si crea per apporti e incrementi. Essa è tale ed esiste soltanto se solleva interrogativi sul senso della vita e sui valori in esso dominanti. Potremmo definire tutto questo come la blink cultura. Tutto deve essere consumato in breve tempo. Spopolano i siti dove gli speech sono limitati a 20 minuti, altri che offrono riassunti dei libri condensando tomi di 200 pagine in poche righe (per la verità garantiscono massimo dieci pagine). In pratica la blink cultura ha a che fare con la cultura dei bullet point. Solo titoli. Accumuliamo bullet point e like spacciandoli per conoscenza / cultura /successo, i BLINK appunto.

In breve se la tossicodipendenza è da infodemia, l’effetto evidente è il fideismo. O meglio l’esclusione di tutto e tutti dal proprio mondo di credenze. Il trapianto non è più inteso come combinazione per creare qualcosa di nuovo, diverso, più significativo, ma uno strano trapianto teso solo ad irrobustire una pianta già malata. Purtroppo è una malattia diffusa che si espande molto velocemente. Non è una novità. La differenza con il passato è nell’acronimo FOMS:  Fear of Missing Something  (paura di perdersi qualcosa) parente stretto del più famoso FOMO Fear of Missing Out (paura di essere esclusi), La ricerca spasmodica di fatti e informazioni che ci rendono sempre più fideisti pensando di perderci qualcosa. Quel qualcosa che pensiamo ci porta ad essere estraniati da questo mondo. Vogliamo essere nel mondo dimenticando che per esserci c’è bisogno di riflettere su noi stessi. Vuoi vedere che tutto questo accumulo questa ricerca questa infodemia da cui siamo perseguitati è proprio per non guardare dentro i noi?

E quali sono le altre tossicodipendenza da ‘digitale’? Stay tuned!

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here