Dai temi della sostenibilità – sia essa ambientale, economica o sociale – le aziende oggi non possono prescindere. Diventa quindi sempre più importante riflettere su quanto sia diffusa la consapevolezza di questi temi, su quanto tale consapevolezza impatti sui sistemi di competenza e, non ultimo, come tutto ciò si trasformi in azioni concrete.
Per comprendere quanto tutto ciò si stia diffondendo nelle aziende e nelle istituzioni, per capire come esse si stiano muovendo per rispondere alla sfida dello sviluppo sostenibile, per riflettere su quali siano i grandi temi connessi al rapporto tra sostenibilità e tecnologie e quanto stiano entrando nelle agende delle organizzazioni avviamo oggi un nuovo spazio. Uno spazio nel quale dare voce a chi guida lo sviluppo delle strategie aziendali determinandone le logiche di marketing, definendone le dinamiche tecnologiche, sviluppando le strategie di sostenibilità, gestendo la leva finanziaria. Insomma: con Tech Economy 2030 intervisteremo i C-level delle grandi aziende per tracciare un quadro sistematico dello stato dell’arte in tema di sostenibilità digitale.
Iniziamo questa settimana con Mauro Minenna: ingegnere elettronico, dottore di ricerca in ingegneria elettrotecnica, un passato speso nell’ IT per alcune delle più grandi aziende italiane (da Enel a Poste Italiane passando per RAI), oggi Mauro Minenna è Direttore Generale di ACI Informatica, la società in-house di ACI che, tra le diverse attività, gestisce i sistemi informativi del pubblico registro automobilistico e i servizi informatici necessari alle convenzioni stipulate da Aci con le altre Pubbliche Amministrazioni.
Sostenibilità? Non solo green!
“C’è un senso diffuso del significato di sostenibilità nella sua accezione più ristretta e restrittiva, che è quella collegata alla sola sostenibilità ambientale, che credo sia un fatto comune un po’ a tutti i livelli dell’organizzazione”, afferma Mauro Minenna rispetto al modo nel quale il management guarda alla sostenibilità. “Tuttavia – continua Minenna – come risulta con chiarezza anche dagli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite con Agenda 2030, non è possibile ridurre il concetto di sostenibilità in tutta la sua vastità ad una, seppur fondamentale, necessità di avere un approccio green, non energivoro e non distruttivo nei confronti dell’ambiente, perché quello del non depauperamento delle risorse è un tema con una logica ed un articolazione molto più estesa”.
Il problema relativo alla diffusione di una concezione ancora relativamente ristretta dei temi della sostenibilità può dipendere, secondo Minenna, dal fatto che se si guarda all’intero spettro dei temi connessi alla sostenibilità molti di essi non sono intuitivamente riconducibili ad essa se la si considera nella sua sola dimensione ambientale: ricollegare alla sostenibilità questioni come le pari opportunità, la dignità del lavoro, l’esercizio universale dei diritti richiede un piccolo sforzo culturale che permetta di guardare a questo tema nella sua accezione più amplia e complessa, riconducendo alla sostenibilità molti temi che potrebbero apparire lontani da essa. “per me illumninante è stato il libro Sostenibilità Digitale, di Stefano Epifani – continua Minenna – perché fornisce una sorta di “syllabus” dei temi connessi o toccati dalla sostenibilità, e volendo redigere il bilancio sociale in ACI Informatica questa cosa è saltata subito agli occhi. Infatti, andando oggi sul nostro sito e cercando il bilancio sociale si vedrà che è stato fatto prendendo come riferimento il sistema degli SDG e come non riguardi, quindi, solo l’ambiente”. È chiaro quanto questo rappresenti unsalto culturale, ma quello che è altrettanto chiaro è che “se le aziende decidessero davvero di compierlo, questo salto culturale, atterrerebbero sulla stessa logica”.
L’importanza dell’informazione e della conoscenza come abilitatori della sostenibilità
Nello sviluppo di un pensiero più ampio e strutturato nei confronti dei temi della sostenibilità in tutte le sue forme, per Mauro Minenna non si può prescindere dalla conoscenza. Infatti “mentre abbiamo una quantità infinita di energia del sole ma la nostra capacità di sfruttarla è legata a materiali di non infinita reperibilità, la capacità di formare esseri umani è basata su una materia prima, l’informazione, che non è esauribile ma anzi, è sempre crescente. In questa direzione, quindi, il vero elemento trasformazionale consiste nella messa a disposizione del contesto di questa conoscenza.”
Nello sviluppo di una cultura diffusa relativa alla sostenibilità, per Minenna è necessario ragionare in due direzioni. Da una parte “c’è un tema hard, cioè lavorare sulla capacità di trasformare le informazioni, la cui diffusione è fortemente abilitata dalla disponibilità di tecnologie”, d’altra parte è invece indispensabile lavorare sulle soft skill “perché la capacità di collegare queste ai temi della sostenibilità richiede capacità e competenze per capire, ad esempio, come trasformare azioni che comportano un impatto sull’ambiente in azioni che – viceversa – agendo sulla conoscenza e sulla dimensione immateriale del digitale non producono effetti negativi. In altri termini se riesco a fare in modo che invece di spostare una persona ne trasporto il sapere, non solo probabilmente ho risparmiato tempo e soldi, ma ho risparmiato anche la CO2 che avrei consumato per trasportare la persona. Insomma: è tutto molto più efficace”.
In questo modo quindi, la messa a disposizione di queste informazioni va a creare un risultato significativo in termini di sostenibilità, e per il direttore generale di ACI Informatica sono queste le competenze e capacità sulle quali si dovrebbe maggiormente investire: “gente che affronti problemi vecchi non soltanto nella logica del risparmio del dominio specifico di applicazione, ma proprio immaginando un breaktrought trasformazionale nel modo in cui viene pensato il processo”.
In questo contesto, questo tipo di azioni diventano quanto mai necessarie. Infatti, mentre fino a qualche tempo fa i temi di sostenibilità e di creazione di profitti non si ritenevano conciliabili, per cui si considerava necessario cercare un equilibrio tra le parti, secondo Mauro Minenna ad oggi questo paradigma risulta rivoluzionato: si deve ragionare nella logica per la quale “si crea valore se si è sostenibili e si è percepiti come tali”.
Il ruolo delle tecnologie digitali nello sviluppo di azioni sostenibili
“C’è una dimensione fondamentale che stiamo ponendo in essere con grande forza in ACI Informatica, che è quella della meaningfulness, ossia della significatività” che, afferma Minenna, “è un concetto fortemente connesso ai temi della sostenibilità”. Infatti, “le condizioni dei lavoratori migliorano nel momento in cui il lavoratore è dotato della conoscenza, degli strumenti e della motivazione per cui deve svolgere un lavoro: se si riesce a trasmettere alle persone il concetto del senso di ciò che stanno facendo, si sta lavorando in questa direzione”. In questo, le tecnologie digitali assumono un ruolo di primo piano: “la sostenibilità digitale abilita questa dimensione, perché consente di moltiplicare le opportunità di condivisione della conoscenza incorporando al suo interno l’elemento di senso, ossia la motivazione per la quale si sta chiedendo di fare qualcosa”.
L’importanza della trasformazione digitale nella ridefinizione dei modelli economici in ottica di maggiore sostenibilità è centrale, tanto che “nell’ultimo lustro non ci sono state trasformazioni non supportate dal digitale. Per questo il vero elemento abilitante di tutti i temi di sostenibilità non può che essere la trasformazione digitale, anzi, la trasformazione, che secondo questa logica ha il digitale come soggetto sottointeso”.
Cosa devono fare, istituzioni e aziende, a supporto della sostenibilità digitale?
“Formazione, formazione, formazione, formazione, formazione”. È questo il mantra di Mauro Minenna. Una formazione trasversale, che tocchi tutti i livelli dell’organizzazione e che, per i temi della sostenibilità, riguardi davvero tutti. “Io ho bisogno di programmatori, certo, ossia di persone dotate di pensiero computazionale, ma ho anche bisogno che essi abbiano contezza di come il digitale possa essere usato ai fini di sostenibilità”.
Quello della sostenibilità digitale, in tutte le sue forme e i suoi risvolti, rappresenta un tema centrale: “per quanto ci riguarda sostanzialmente non c’è progetto che non abbia un’etichetta di sostenibilità digitale attaccata addosso”. E questo vuol dire che non c’è funzione aziendale che possa non sapere cosa vuol dire sostenibilità e come essa impatti sul proprio ruolo e sul proprio senso. “La sostenibilità ridefinisce il senso delle organizzazioni, ed il digitale abilita il percorso di cambiamento”.
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