Quale futuro per la “governance dei dati”

La definizione di un quadro regolatorio per un'ampia e sicura condivisione dei dati europei è una necessità a partire dal riconoscimento del loro valore per le economie contemporanee

Con la presentazione della proposta di Regolamento sulla governance europea dei dati (Data Governance Act), già prevista dalla Strategia europea per i dati del 19 febbraio 2020, la Commissione europea ha inserito un altro tassello nella costruzione di una visione globale per aumentare l‘autonomia strategica e promuovere la leadership tecnologica europea.

Partendo dalla constatazione dell’aumento esponenziale dei dati prodotti e del loro valore fondamentale nelle economie contemporanee, la norma presentata il 25 novembre scorso, si pone come obiettivo principale la definizione di un quadro regolatorio per una condivisione più ampia e sicura dei dati europei.

Secondo le stime dell’esecutivo, la quantità di dati generati dagli enti pubblici, dalle imprese e dai cittadini dovrebbe quintuplicarsi tra il 2018 e il 2025. L’accesso ai dati e il loro riutilizzo potranno generare vantaggi valutabili fra l’1 e il 2,5% del prodotto interno lordo dell’UE, con una stima di un aumento del valore economico annuo della condivisione dei dati tra 7 e 11 miliardi di euro entro il 2028.

La maggiore condivisione dei dati sarà, pertanto, fondamentale per garantire un migliore accesso ai risultati della ricerca, promuovere modelli di business innovativi e alimentare sistemi di intelligenza artificiale. Il raggiungimento di tali ambiziosi obiettivi dovrà naturalmente avvenire nel rispetto delle norme e dei valori dell’UE, tra cui la protezione dei dati personali, dei diritti di proprietà intellettuale e dei segreti commerciali.

Nella visione comunitaria la dimensione del Mercato unico rappresenterà lo spazio in cui i dati potranno circolare a livello intersettoriale, nel rispetto di norme chiare e di pratiche eque in materia di accesso e riutilizzo, con l’obiettivo di creare ricchezza per la società e al contempo aumentare il senso di fiducia tra le imprese e i cittadini circa il controllo dei propri dati.

Questi sono i presupposti su cui si fonda la proposta della Commissione che intende regolare, in particolare, quattro aspetti:

  • la messa a disposizione dei dati del settore pubblico per il loro riutilizzo nel caso in cui tali dati siano soggetti a interessi legittimi di terze parti come nel caso di dati provenienti dal settore della ricerca;
  • la condivisione dei dati tra le imprese, in cambio di una remunerazione;
  • la regolamentazione delle figure dei nuovi intermediari e la riduzione dei costi di transazione sostenuti per la condivisione dei dati;
  • l’introduzione di standard per migliorare l’interoperabilità e semplificare la messa a disposizione da parte di individui e imprese dei propri dati su base volontaria, elemento che viene individuato con il termine “altruismo dei dati“.

Le nuove norme sottintendono all’obiettivo di creare spazi europei di dati settoriali a beneficio della società, delle imprese e dei cittadini. La creazione di spazi comuni di dati europei nei seguenti ambiti: salute, industria e manifatturiero, agricoltura, finanza, mobilità, Green deal, energia, pubblica amministrazione e competenze, potranno contribuire alla transizione ecologica e digitale (uno degli obiettivi prioritario dell’attuale esecutivo), ad una più efficace gestione dei consumi energetici, all’erogazione di servizi sanitari personalizzati, ad un migliore accesso ai servizi pubblici.

Vista la sensibilitá degli argomenti trattati, é prevista la creazione di un Gruppo di esperti degli Stati membri che affiancheranno la Commissione per facilitare la condivisione delle migliori pratiche nazionali, specie per quanto riguarda l’altruismo e la donazione dei dati, gli intermediari e l’uso dei dati pubblici che non possono essere resi disponibili come dati aperti.

Il quadro giuridico per la protezione dei dati personali realizzato dall’Unione Europea appare estremamente stringente e la nuova proposta si dovrá incardinare nella legislazione vigente rappresentata dal Regolamento generale sulla protezione dei dati e dalla direttiva ePrivacy.

Al momento della presentazione del nuovo regolamento, il Commissario per il Mercato interno, il francese Thierry Breton, ha affermato che L’Europa ha bisogno di un mercato unico dei dati “aperto ma sovrano” sottolineando, pertanto, di aver trovato, in questa proposta, il giusto equilibrio tra i due aspetti. La fase di negoziato é stata appena avviata e solo nei mesi a venire sará possibile valutare se l’equilibrio vantato (e auspicato) dalla Commissione troverá il sostegno dei co-legislatori.

 

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