Comprensione dell’ecosistema e leadership delle aziende per lo sviluppo di una cultura green e digitale: intervista a Enrico Mercadante

Continuano le nostre interviste ai C Level delle aziende più attive e sensibili sui temi della sostenibiità. Ad aprire il 2021 Enrico Mercadante, responsabile innovazione di Cisco Italia e founding member del Digital Transformation Institute

Dopo Mauro Minenna di ACI informatica, che ha aperto la nostra nuova rubrica dedicata a riflettere sul concetto di sostenibilità digitale con i C-Level delle aziende più attente a questi temi, apriamo il nuovo anno con Enrico Mercadante, dal 2019 alla guida del Team Sales & Technical Specialists per il Sud Europa di Cisco Italia.

Ingegnere delle telecomunicazioni con un passato internazionale nella progettazione delle reti di telecomunicazione (insomma: uno di quelli che le mani sulla parte “hard” della tecnologia l’ha messe davvero), oggi alla guida dell’innovazione di Cisco per tutto il Sud Europa, Enrico Mercadante ha gestito in passato il pilastro dell’Innovazione nel Progetto Digitaliani – del quale abbiamo parlato diffusamente su Tech Economy – ed oggi ha la responsabilità, tra le altre cose, di definire come lo sviluppo delle reti possa contribuire alla costruzione di un ambiente, un’economia ed una società sostenibili.

Per la sostenibilità c’è bisogno ancora di maggiore consapevolezza, ma le basi ci sono

A macchia di leopardo”. È questa la definizione che Enrico Mercadante da a proposito della scarsa diffusione dell’importanza del tema della sostenibilità a livello del management delle imprese italiane. Secondo il responsabile innovazione di Cisco Italia, infatti, la strada per rendere omogenea la consapevolezza rispetto al tema è ancora lunga, sia a livello dei rischi che corriamo a livello ambientale, sia invece rispetto alle opportunità – anche di business – che, d’altro canto, lo sviluppo di una coscienza green potrebbe aprire.

Quello della sostenibilità, in tutte le sue dimensioni, è quindi un concetto ancora da comprendere fino in fondo per i decisori di molte aziende. Probabilmente, a discapito della dimensione economica per la quale, secondo Mercadante, “non c’è ancora grande consapevolezza rispetto alle opportunità di business e i nuovi mercati che aprirà il tema della sostenibilità. Il tema dei recovery fund, essendo focalizzati a reinventare l’economia, è un’enorme opportunità per molte aziende. I target di investimento definiti dall’EU sono 37% per il Green e 20% per il Digitale. Questo significa che in Italia i progetti Green&Blue potranno contare su investimenti per piu’ di 100 Miliardi di Euro. Questa consapevolezza non e’ ancora omogeneamente distribuita negli ecosistemi ”, la dimensione sociale è invece già oggi più sentita: “è diffusa in maniera più omogenea, questo forse perché è nell’esperienza quotidiana di ognuno il fatto che il modello, così com’è, non è socialmente sostenibile e le disuguaglianze sono importanti. Disuguaglianze che anche la stessa digitalizzazione rischia di accelerare se non si lavora sulle infrastrutture, sulla cultura e sulle competenze”.

La differenza tra le aziende di cultura internazionale e le aziende italiane si fa sentire. Non è un caso se Cisco Italia, filiale italiana di una azienza americana, è molto presente su questi temi. Ma d’altra parte, afferma Mercadante, come spesso accade il prolema in Italia non consiste tanto nella mancanza delle eccellenze, ma nella difficoltà di farne sistema. Infatti esistono molti ottimi esempi nel nostro Paese: “Guardando le aziende italiane, quello che osservo è che ci sono sicuramente delle eccellenze riconosciute a livello globale, dei modelli di riferimento, anche nelle piccole-medie aziende” e che, ribadisce, costituiscono una buona base dalla quale partire con l’obiettivo di sviluppare un movimento coerente.

L’importanza di comprendere il fenomeno

Per la diffusione del concetto di sostenibilità è fondamentale la comprensione del fenomeno in almeno due delle sue dimensioni principali. “Una dimensione è sicuramente la comprensione di qual è l’influenza della singola persona rispetto al fenomeno. Anche un singolo, nel piccolo, può cambiare qualcosa e – continua – è necessario sviluppare quelle pratiche che sia in azienda che da cittadino possono portare a comportamenti virtuosi e rappresentare un esempio”.

Non solo. A mancare, secondo il responsabile innovazione di Cisco Italia, è anche una più ampia comprensione del fenomeno in un’ottica di sistema: “Manca una comprensione dell’ecosistema, del fenomeno della sostenibilità a tutto tondo e di quale sia il ruolo del digitale in tutto questo: ruolo di piattaforma abilitante in un vero e proprio ecosistema nuovo che vogliamo, possiamo e dobbiamo costruire con l’aiuto della tecnologia”. Questo nuovo ecosistema, sottolinea Mercadante, non si costruirà da solo, né lo costruirà soltanto il mercato: è quindi necessario comprenderlo a fondo e sviluppare maggiori competenze, delle quali non si è parlato abbastanza, e sviluppare politiche per favorire queste dinamiche nelle aziende, nelle istituzioni, in tutti gli strati della società.

Qual è il ruolo delle tecnologie?

Anche se, a livello concettuale, è facile teorizzare che i due concetti vadano a convergere, la percezione sul ruolo della tecnologia digitale come abilitatore degli obiettivi di sostenibilità a tutto tondo per Mercadante non è ancora così diffusa come dovrebbe. Tuttavia, il ruolo delle tecnologie digitali, in particolare l’IOT, è fondamentale, perché “abbatte molte barriere fisiche, da la possibilità di creare nuovi modelli di business, nuovi comportamenti virtuosi, spesso anche ad un costo marginale minore di quanto possibile oggi. In poche parole, il digitale è la piattaforma di questo nuovo ecosistema più sostenibile”.

Gli impatti delle tecnologie digitali non si possono – chiaramente – ridurre alla sola dimensione ambientale. Dal punto di vista economico, infatti, “il digitale aiuta tremendamente nella creazione di nuovi modelli. Per esempio l’IOT abilita le Smart Grids che sono fondamentali per un efficace uso delle sorgenti rinnovabili. La mobilità urbana verrà resa più sostenibile dall’utilizzo di città ed edifici che possano produrre dati in real-time per aumentare l’efficienza ed abilitare opzioni di mobilità dolce e modelli di sharing economy. Abbiamo visto anche durante questa pandemia come sia possibile grazie alle tecnologie abilitare il lavoro ibrido, che se fatto in maniera smart, consente di limitare il traffico inter- e intra-cittadino. Ma c’è ancora molto da scoprire”.

Il digitale ha un ruolo allo stesso modo fondamentale per creare le condizioni per la sostenibilità anche a livello sociale. “Aumenta l’inclusione, e lo vediamo tutti i giorni nel modo in cui connette le persone che oggi hanno più difficoltà, per i più svariati motivi – dalla salute alla semplice logistica – , a partecipare alla vita lavorativa – e aggiunge – aumenta anche la sicurezza dei lavoratori, ad esempio evitando di mandarli in posti pericolosi e mandando al loro posto il drone di turno con i sensori utili”.

Tuttavia, precisa Enrico Mercadante, la tecnologia ha anche un effetto potenzialmente negativo che deve essere mitigato, ovvero quello del rischio di creare uno strappo che distanzi ed escluda questo “nuovo mondo” da chi non lo segue. “Bisogna essere attenti nel professare un digitale che sia inclusivo, che si porti dietro tutti, anche quelli che non sono nativi digitali”, e questo è un aspetto che, secondo il responsabile innovazione di Cisco Italia, può rivelarsi decisivo – tra le altre cose – in ambito lavorativo: “la creazione della consapevolezza dell’esistenza di nuovi posti di lavoro e opportunità di impresa grazie al digitale è un aspetto molto importante, perché esistono persone che non ne sono consapevoli. Quando si riesce a fare questo, abbiamo vinto la sfida della frattura che il digitale rischia di portare”.

Le azioni necessarie da parte di istituzioni e aziende per supportare la sostenibilità digitale

Chiaramente, nel supportare la sostenibilità digitale è necessario un intervento generalizzato, soprattutto da parte di istituzioni e aziende. Per cominciare, le istituzioni, secondo Mercadante, hanno un ruolo centrale nella definizione di policy in grado di far partire dei trend che devono necessariamente partire: “creare questo nuovo ecosistema e creare nuovi modelli di business richiede policy che siano in grado di favorirli. In parte è stato fatto e in parte no, e quello che mi aspetto è che si continui in questa direzione, per sviluppare modelli virtuosi e sostenibili”.

D’altra parte, Enrico Mercadante insiste sull’importanza delle aziende in questo contesto. Innanzitutto, “devono essere più sostenibili loro stesse, che sarebbe un primo passo avanti – e aggiunge – adesso molte aziende hanno il goal, come ce lo abbiamo noi in azienda, di andare verso una fornitura che sia del 100% fatta da energie rinnovabili, obiettivo già raggiunto in Italia ed in altri paesi”. Altro tema altrettanto importante è quello della creazione di una consapevolezza dei dipendenti sul tema, una cultura green e digitale; ma quello su cui Mercadante insiste maggiormente è l’importanza di creare una leadership, da parte delle aziende, su questo tema: “la governance dell’azienda deve definire qual è il ruolo dell’azienda in questo nuovo ecosistema sostenibile che si sta costruendo sulla piattaforma digitale – e aggiunge – mi piacerebbe vedere più leadership, perché poi le aziende leader impattano su tutta la supply chain, a monte e a valle, e quindi su tutti quelli che sono i fornitori, i clienti, e tutto l’ecosistema intorno all’azienda”, trasmettendo la sensibilità sui temi della sostenibilità e del digitale.

Le attività di Cisco Italia

È importante che le aziende offrano ai propri clienti delle soluzioni in grado di renderli più green. “Noi, come provider di soluzioni digitali e IoT collaboriamo con i nostri clienti per creare piattaforme digitali che abilitino modelli circolari, o nella generazione di energia ad alto tasso rinnovabile”, afferma Mercadante, “produciamo anche oggetti fisici hardware, apparati di rete, e quindi il tema della riduzione dell’uso della plastica e del packaging sostenibile e riciclabile è fondamentale, come quello di pensare il design dei nostri prodotti in modo che siano circolari”. Per esempio, a livello globale Cisco si prefigge di incorporare i principi di Circular Design nel 100% dei prodotti entro il 2025 e la riduzione del 30% dei Gas Serra nella supply chain; questo implica un lavoro non solo in azienda, ma con tutto l’ecosistema. Uno sforzo collaborativo supportato ed abilitato dalle piattaforme digitali.

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