Piano Transizione 4.0 e sostenibilità digitale: l’Italia è pronta per questa sfida decisiva?

Il Piano Transizione 4.0 offre una grande opportunità per il rilancio dell'economia nazionale, sostenendo gli investimenti delle imprese orientati verso l'innovazione digitale e la sostenibilità

L’economia italiana e in generale quella globale stanno vivendo un momento molto delicato. Per rilanciarle, come si è capito sia al di qua che al di là dell’Atlantico, serve investire in innovazione digitale e sostenibilità. Vanno in questo senso iniziative importanti come il Green Deal europeo, il Recovery Fund, il Next Generation EU e, in ambito nazionale, il Piano Transizione 4.0, che raccoglie le linee guida della nuova politica industriale e sostiene gli investimenti delle imprese con ben sette miliardi di euro. Il Piano Transizione 4.0 prosegue quanto iniziato con il Piano Industria 4.0 prima e con il Piano Nazionale Impresa 4.0 poi, aumentando però rispetto a questi due i possibili fruitori di un importante 40%. E ad una condizione, per così dire: che si investa finalmente su digitale e sostenibilità.

Quali caratteristiche devono avere i progetti digitali e sostenibili per essere finanziati

Marco Gamba, Strategy & Innovation Industry Leader di Schneider Electric

Il Piano Transizione 4.0 ha previsto da subito una maggiore attenzione all’innovazione ed agli investimenti green. Ma quali caratteristiche devono avere in generale dei progetti digitali e sostenibili per essere riconosciuti e finanziati? “Un tipico progetto sostenibile è un progetto che mira ad allungare il tempo di vita utile di un prodotto, monitorarne il ciclo di vita e arrivare anche a modificare il modello di business (ad esempio prodotto come servizio) laddove questo aiuti a ridurre l’impatto ambientale di un prodotto”, spiega Marco Gamba, Strategy & Innovation Industry Leader di Schneider Electric: “Un progetto digitale è invece un progetto che sfrutti le tecnologie oggi disponibili per interconnettere le risorse interne ed esterne alle aziende, per abilitare i propri operatori ad utilizzare meglio i macchinari industriali e per sviluppare strumenti che aiutino a prendere delle decisioni di operatività, manutenzione e business.” In altre parole, unire in un unico progetto aspetti di sostenibilità e di digitalizzazione permette di aumentare i vantaggi, perché il digitale diventa lo strumento per rendere più sostenibile un prodotto, un macchinario o un impianto produttivo.

Un esempio che rappresenta il classico inizio di un progetto di sostenibilità è quello del Life Cycle Assessment (LCA), l’analisi del ciclo di vita di una macchina, primo passo per avere una fotografia dello stato di sostenibilità di una macchina. A questa prima analisi devono seguire azioni migliorative, molte delle quali possono essere agevolate dal digitale. “Ad esempio, il monitoraggio energetico con una raccolta puntuale di dati, l’introduzione di strumenti che consentano la connessione costante alla macchina, abilitando la vendita di questa come servizio, oppure l’aggiunta di tecnologie come la realtà aumentata che possano rendere più sicuro ed efficiente il lavoro degli operatori della macchina”, fa presente Gamba: “Un progetto di questo tipo, chiuso con una seconda LCA che attesti i risultati quantitativi e qualitativi ottenuti, può essere pienamente annoverato come digitale e sostenibile al tempo stesso, in linea con quanto definito dal Piano Transizione 4.0.”

Perché la digitalizzazione può essere considerata fattore abilitante della sostenibilità

La digitalizzazione è la chiave di volta per perseguire in modo più agile, efficace e profondo la sostenibilità in tutti gli aspetti dell’operatività aziendale e nei processi. In effetti, le tecnologie digitali consentono di “ottenere, analizzare dati e di utilizzare le informazioni acquisite in modo trasversale per ottimizzare tutto ciò che ha impatto in termini ambientali: gestire i consumi energetici, sfruttare al meglio le energie rinnovabili nel mix, controllare l’impiego di materie prime, evitare sprechi”, spiega Marco Gamba: “È inoltre una leva per sviluppare modelli basati sulla circolarità: la circolarità prevede il recupero, il riuso, il riciclo e per poterla applicare in un processo produttivo è essenziale che il prodotto porti con sé le informazioni rilevanti allo scopo, è essenziale poter tracciare adeguatamente tutti i passaggi e il ciclo di vita.”

In pratica, ricorda Gamba, quella che prima era un’aspirazione molto difficile da concretizzare, grazie al digitale diventa un progetto realizzabile da aziende di ogni dimensione, a tutti i livelli e in ogni comparto. “In un contesto come quello manifatturiero e industriale la sostenibilità, intrecciandosi così strettamente con i processi produttivi e l’operatività quotidiana, diventa doppiamente vantaggiosa, in quanto ciò che si richiede per perseguirla è anche ciò che può produrre vantaggio competitivo, più produttività e spinta all’innovazione”, spiega il manager di Schneider Electric: “Infine, un altro aspetto della sostenibilità molto rilevante è quello sociale, che viene valutato ad esempio nella facilità e sicurezza di utilizzo di un macchinario da parte di un operatore: la digitalizzazione può dare un grande contributo sotto questo punto di vista.”

La consapevolezza fra gli imprenditori delle opportunità del digitale

Valentina Carlini, Area Politiche Industriali di Confindustria

Ma qual è il livello di consapevolezza delle opportunità offerte dal digitale, soprattutto in chiave sostenibile, da parte degli imprenditori italiani? Secondo Valentina Carlini dell’Area Politiche Industriali di Confindustria, nel Belpaese di lavoro in questo senso se ne è fatto molto. “È stato determinante il Piano Nazionale Industria 4.0, perché ha definito un obiettivo ed è stato il primo vero piano di politica industriale, dopo anni in cui l’Italia non ne ha avuti”, sottolinea Carlini: “C’erano tanti strumenti di incentivazione ma erano tutti frammentati, non coordinati. Il Piano Nazionale Industria 4.0 ha individuato un obiettivo specifico, quello della trasformazione digitale del sistema produttivo, e in funzione di questo ha messo in campo gli strumenti che supportano le imprese in tutte le attività che devono affrontare per raggiungerlo.”

Questo Piano, spiega Carlini, ha rilanciato gli investimenti privati, dando una spinta a rinnovare impianti e macchinari: “Un altro aspetto qualificante del Piano è di aver affrontato il tema delle competenze, prevedendo la costituzione di un network di Digital Hub e di otto Competence Center e introducendo con uno specifico credito di imposta per le imprese che hanno realizzato percorsi formativi sulle tecnologie 4.0 per i propri dipendenti. E non dimentichiamo l’altra parte importante del Piano, che riguarda le reti infrastrutturali, perché Industria 4.0 tutto viaggia su Internet e, quindi, la disponibilità di connessioni rapide ed efficienti è fondamentale.” Il Piano Nazionale si poggia su questi pilastri e, secondo l’esperta di Confindustria, ha funzionato: “I primi dati sugli investimenti del 2017 indicano che sono stati investiti oltre 7 miliardi di euro in macchinari innovativi dotati di specifiche e complesse caratteristiche tecnologiche. C’è infatti da ricordare che il Piano dà un aiuto importante, ma richiede che gli investimenti siano altamente qualificati. Una prova del fatto che le politiche pubbliche, se strutturate bene, hanno effettivamente la capacità di orientare le scelte di investimento delle imprese e quindi sono davvero efficaci.”

Bisogna investire su sostenibilità e digitale

“Digitale e sostenibilità sono temi che sicuramente vanno in parallelo, con il digitale spesso al servizio della sostenibilità”, spiega Valentina Carlini: “E proprio con i colleghi di Schneider abbiamo lavorato in questo senso, per mettere in evidenza come il digitale offra tecnologie e opportunità per migliorare la sostenibilità e tutto quello che riguarda la gestione delle risorse energetiche e dei consumi. Del resto, tutte le politiche europee ormai da qualche anno sono orientate verso la digitalizzazione e la sostenibilità che rappresentano i due più grandi driver di crescita.”

In effetti, anche il grosso delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è orientato in questo senso, così come le iniziative di Confindustria, a partire da quelle di sensibilizzazione e di supporto per gli investimenti. Investimenti da dedicare appunto alla digitalizzazione per una maggiore sostenibilità. “Sono i due driver su cui bisogna investire”, sottolinea Valentina Carlini: “È uno sforzo, perché comunque si parla di riprogettare impianti, di investire in macchinari, nuove tecnologie. Però è anche una grande opportunità per il sistema-paese, per rilancio della domanda interna, per gli investimenti privati. Ma soprattutto in termini di competitività che si raggiunge e che si innalza, integrando queste nuove tecnologie nei processi produttivi.”

Quali azioni dovrebbe intraprendere il Governo per sfruttare al meglio opportunità di Recovery Plan

Con il Recovery Plan, le risorse destinate alle imprese sono moltissime. La partita è di quelle importanti, secondo alcuni tanto da offrire all’Italia un’ultima vera possibilità di rilancio. Basti pensare che il solo Piano Transizione 4.0 ha a disposizione 23 miliardi di euro: cifre che, appunto, molto probabilmente non capiterà mai più di avere a disposizione. Per sfruttare al meglio questa opportunità, evitando di sprecare l’occasione (ed i fondi stessi), il governo Draghi “deve assicurare un controllo ed una governance solida di questo piano”, enfatizza Carlini, ricordando gli sforzi di Confindustria in questi mesi proprio per ribadire l’importanza di questo Piano (35 webinar da febbraio ad aprile solo su questo tema).

Del resto, “si parla davvero di tanti soldi, su cui si gioca il futuro del Paese”, conclude Valentina Carlini: “Quindi ci vuole una grande competenza nella gestione di questi fondi, e bisogna fare in modo che i progetti vengano realizzati nei tempi prescritti. Affinché ciò avvenga, servono un approccio ed un metodo molto solidi. La sfida è importante, ma confidiamo nelle competenze di questo governo.”

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here