Il digitale chiave per la sostenibilità: intervista a Michele e Francesco Moretti

Una nuova intervista, questa volta "doppia", nello spazio di Sustainability Talk, con protagonisti Michele Moretti e Francesco Moretti, le due anime di Fincons Group: la sostenibilità sempre più al centro delle iniziative aziendali, il digitale uno strumento essenziale

Torna l’appuntamento con Sustainability Talk, la rubrica dedicata ad affrontare il tema della sostenibilità digitale con i C-Level di grandi aziende italiane, con una “intervista doppia” alle due anime di Fincons Group: Michele Moretti – CEO di Fincons Group – e Francesco Moretti – Deputy CEO e CEO delle sedi internazionali. Fincons Group è uno tra i principali system integrator nazionali, attivo ormai in tutto il mondo in ambiti che spaziano dai trasporti alle utilities, dal manufacturing alla PA, dai media al settore finance. Due imprenditori appassionati, i Moretti, fermamente convinti dell’importanza di un investimento costante e a lungo termine per la sostenibilità: investimento declinato, sin dagli inizi della propria attività, in importanti progetti e iniziative di varia natura, in funzione di un obiettivo – quello di realizzare un mondo più sostenibile – che per essere raggiunto, nella loro visione, non può ormai prescindere dal ruolo strategico delle tecnologie e dell’innovazione digitale.

La sostenibilità? È la persona ad essere al centro

A dimostrazione di una visione in grado di permeare tutti i livelli dell’azienda, Michele Moretti ci racconta che “la percezione interna rispetto l’importanza del ruolo della sostenibilità è molto alta, e i nostri manager si sentono particolarmente responsabilizzati su questo tema. Quello che ci rende soddisfatti è però il fatto che questa importanza non sia percepita solamente dalla proprietà o dal management primario, ma anche dalle più importanti direzioni aziendali, che sono quindi coinvolte in diversi modi: le Risorse Umane, la Direzione Procurement per quanto riguarda i rapporti con i nostri fornitori, la Direzione Comunicazione che ha l’obiettivo di sensibilizzare al nostro interno su determinate problematiche: insomma, la sostenibilità è e dovrà essere sempre di più un elemento trasversale”.

Un livello di attenzione e strutturazione interna su questi temi che, secondo il CEO di Fincons Group, non è riscontrabile in molte aziende. Complice anche, probabilmente, l’emergenza pandemica, che ha rallentato sul nascere lo sviluppo di alcune iniziative in questa direzione. “Quando entriamo in contatto con le aziende del mercato, abbiamo anche l’opportunità di interfacciarci con il loro management e, devo dire, che il problema della sostenibilità non è ancora così diffuso. Certo, ci sono aziende molto attente e attive, mentre ce ne sono altre che per diversi motivi hanno dato una priorità più bassa al problema, comunque ripromettendosi, appena le condizioni operative lo permetteranno, di dedicargli il tempo che meriterebbe”.

In ogni caso, è stata la stessa pandemia, nostro malgrado, ad aver anche aumentato la consapevolezza rispetto questi temi e la complessità che li caratterizzano. “Credo che ormai non sia più soltanto un discorso confinato nella sola dimensione ambientale. Una dinamica, questa, in qualche modo favorita dalla situazione attuale, nella quale – con le difficoltà che sono emerse con la pandemia – si è resa ancor più evidente l’importanza di mettere al centro la persona. Una centralità, peraltro, che produce come risultato virtuoso un processo di auto-responsabilizzazione che porta ognuno ad impegnarsi non solo in attività volte al miglioramento dell’ambiente, ma ad un miglioramento a 360 gradi, di sé stessi e quindi di ciò che ci circonda”. Che è, poi, la vera sostanza della sostenibilità.

Il ruolo d’indirizzo della governance

Per far sì che l’attenzione delle aziende nei confronti della sostenibilità possa crescere e, ovviamente, concretizzarsi dal punto di vista operativo, secondo Francesco Moretti la governance rappresenta sicuramente un pilastro fondamentale, che può fare la differenza. Infatti, se la sensibilizzazione su questi temi arriva da management, executive e azionisti, che sono le tre figure che possono realmente esercitare una governance, certamente la spinta verso azioni di sostenibilità è molto più impattante. In questo senso, è importante creare quei feedback loop che collegano i processi decisionali di chi governa le leve dell’azienda con le azioni concrete del management, rendendo possibile una reale valutazione di come il management stia mettendo in pratica e realizzando questi obiettivi, in un’ottica di miglioramento continuo”.

D’altra parte, però, se la governance può di sua iniziativa accelerare il processo che porta all’adozione di iniziative sostenibili nel contesto aziendale, “si registra oggi una sempre maggiore richiesta, da parte dei nostri partner, di una sensibilizzazione su questi temi per contribuire alla realizzazione di un mondo più sostenibile”. Continua Francesco Moretti: “l’intero ecosistema sta operando sempre più in modo tale che una serie di iniziative vengano davvero inserite nell’agenda delle attività delle imprese. Questo avrà sicuramente una ricaduta molto importante nell’accelerare percorsi sostenibili, dei quali, adesso, possiamo vedere soltanto la punta dell’iceberg”.

Il digitale, disruption per la sostenibilità

Mettere in pratica iniziative in funzione della sostenibilità, anche su esplicita richiesta “esterna” per un maggiore impegno in questo campo, è dunque oggi una vera priorità per le imprese. Per questo, per rispondere a questa crescente esigenza, il digitale può rappresentare lo strumento fondamentale, declinando le sue molteplici applicazioni per il raggiungimento di obiettivi sostenibili. “Essendo fornitori di tecnologia, siamo fortemente convinti che il digitale possa apportare una vera disruption per la sostenibilità – spiega Francesco Moretti – Questa importanza è stata resa ancor più palese nel periodo del lockdown: tramite lo smart working, infatti, si è realizzato davvero quale sia il valore di disporre di una piattaforma di connessione in grado di consentire una comunicazione attraverso lo schermo di un computer e la rete, ma quasi come se si fosse realmente di persona. Un esempio pratico da cui si può astrarre il fatto che le potenzialità del digitale, in funzione degli obiettivi di sostenibilità a tutto tondo, sono ancora totalmente inesplorate. Credo che quella che sta vivendo oggi il digitale sia una vera transizione, e possiamo dire finalmente, dall’essere percepito come uno strumento che può abilitare un certo business o un nuovo business, ad essere un business di per sé stesso. Questa è una transizione della quale dobbiamo tutti prendere consapevolezza, perché può portare ad una serie di ulteriori abilitazioni e implementazioni, anche nell’ottica della sostenibilità”.

Per ciò che riguarda, ad esempio, “la digitalizzazione di alcuni processi interni, così come lo è stato per lo smart working, non permette soltanto di rimanere competitivi sul mercato – spiega Michele Moretti – ma è un qualcosa che punta a rendere anche più semplice, e quindi migliore, la vita del singolo. Non a caso, ormai da tempo abbiamo messo in pratica al nostro interno diverse iniziative che vanno proprio in questa direzione”.

Proprio lo smart working rappresenta in questo senso la perfetta dimostrazione delle potenzialità del digitale in questo contesto, i quali vantaggi sono stati resi evidenti dal contesto pandemico e che nel futuro potranno portare ad ulteriori opportunità. “Per quella che è stata la nostra esperienza diretta, questo ‘sdoganamento’ del lavoro da remoto ci ha permesso, soprattutto nei paesi internazionali nei quali ci stiamo espandendo, di essere più efficaci nel reperimento di competenze e skill, anche al di fuori dei grandi centri, delle capitali di questi paesi – continua Francesco Moretti – D’altra parte, il vantaggio non è però solo per l’azienda: questo dà infatti anche maggiori opportunità alle persone, perché anche chi non vive in grandi città può prendere in considerazione offerte lavorative che altrimenti sarebbero precluse. Inoltre, questo può portare anche ad un work life balance più adeguato, collegando in modo più efficiente l’attività lavorativa con i bisogni personali”.

Vantaggi, quelli abilitati dal digitale, che però certamente non si esauriscono nella sola sfera lavorativa. Infatti, essere sostenibili significa anche sfruttare le potenzialità del digitale per mettere in pratica azioni in grado di migliorare, in generale, la vita delle persone. In questo senso, un progetto realizzato da Fincons, e del quale vale certamente la pena parlare, rappresenta l’esempio perfetto: “il progetto Content4All, progetto di ricerca e sviluppo finanziato dall’Unione Europea, prevede, nell’ambito del settore media, la facoltà per le persone non udenti di poter visualizzare in overlay sullo schermo un avatar in grado di realizzare in automatico, e simultaneamente, la traduzione del parlato nel linguaggio dei segni”.

Insomma: se la pandemia, e il conseguente lockdown, “lascerà un segno sul mercato, non solo nazionale – aggiunge Michele Moretti , bisognerà fare in modo che siano i segni positivi a guidare il nostro futuro, cercando di diminuire l’entità dei segnali negativi che in questo periodo abbiamo ricevuto. Segni positivi, in questo senso, rappresentati dalle molteplici opportunità e soluzioni abilitate dal digitale.

Tra sensibilizzazione e sostegno alle imprese

Per supportare lo sviluppo di questa visione, e quindi dell’importanza di riflettere sulla necessità di attuare strategie rivolte alla sostenibilità digitale, secondo Michele Moretti è fondamentale attuare, “a livello nazionale, una grande opera di sensibilizzazione a livello personale, attraverso una serie di eventi e di circostanze in grado di portare a riflettere su questo tema.

Per le aziende però, chiaramente, dopo un periodo così lungo di lockdown e restrizioni un’opera di sensibilizzazione potrebbe non bastare, perché poi occorre portare avanti delle misure, sviluppare dei provvedimenti concreti. Uscendo da un simile periodo, e avvertendo già crisi sul mercato e crisi interne, può essere davvero difficile per le aziende farsi carico da sole di questi adempimenti. Ed è qui che dovrebbero scendere in campo le istituzioni, per mettere in condizione le imprese, attraverso ad esempio investimenti, sgravi e via dicendo, di realizzare, oltre che la propria attività, anche tutte quelle azioni che portino in direzione della sostenibilità.

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