UNINFO entra a far parte della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: intervista a Domenico Squillace

Intervista a Domenico Squillace, Presidente di UNINFO e nuovo membro del Comitato di Indirizzo della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

Normare la Sostenibilità Digitale, garantendo la qualità dei prodotti della normazione, e coinvolgere il maggior numero di stakeholder nell’ottica dell’accettazione da parte del mercato. Sono questi i due obiettivi cruciali da perseguire per consentire lo sviluppo e la diffusione di un tema oggi strategico, e per far sì che possa diventare una reale leva di sviluppo per le organizzazioni, pubbliche o private che siano.

Ed è proprio in questa direzione che si muove la partnership tra UNINFO – l’ente federato all’UNI con delega alle attività di normazione nel settore delle tecnologie informatiche e le loro applicazioni – e la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che hanno nelle scorse settimane formalizzato il loro “scambio di presenze” come Soci Onorari nei rispettivi Enti.

Un primo e importante passo è stato già compiuto, con la pubblicazione, ad inizio luglio, della Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale: il documento sviluppato dalla Fondazione insieme a diverse aziende associate per definire i requisiti che un progetto di trasformazione digitale deve soddisfare per essere coerente con i 17 SDGs di Agenda 2030.

Di questo e altro abbiamo parlato con Domenico Squillace, Presidente di UNINFO e, con l’ingresso dell’Ente, nuovo membro del Comitato di Indirizzo della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: laureato in Ingegneria Elettronica all’Università degli Studi di Napoli, è Technical Relations Executive e Country Standards Coordinator per IBM Italia. Rappresenta l’azienda negli Enti Italiani di Normazione CEI e UNI e nell’Ente Federato UNINFO, e coordina l’attività degli esperti IBM all’interno dei loro Comitati Tecnici. Da aprile 2006 è Presidente di UNINFO ed è membro del Consiglio Direttivo dell’UNI – l’Ente Nazionale di normazione.

Tecnologia per la sostenibilità, l’importanza di adeguarsi al cambiamento

Dal nostro punto di vista non ha molto senso parlare di sostenibilità digitale, di sostenibilità economica, di sostenibilità ambientale e di sostenibilità sociale, ma è necessario parlare di sostenibilità a 360 gradi. Ogni settore, poi, contribuisce con le sue competenze e conoscenze: nella fattispecie, la sostenibilità digitale è quell’approccio che mira a garantire che le tecnologie digitali siano utilizzate in modo responsabile, equo e sostenibile”. Esordisce così Domenico Squillace, evidenziando l’aspetto fondamentale alla base della comprensione del concetto di sostenibilità: la sua natura sistemica, frutto della stretta connessione esistente tra le dimensioni che lo compongono. Rispetto alle quali la sostenibilità digitale rappresenta, oggi, un cruciale elemento abilitante. “L’uso delle tecnologie digitali può migliorare il raggiungimento della sostenibilità in molti campi, assicurando, ad esempio, la transizione verso modelli di mobilità ed energetici meno energivori, la riduzione degli scarti lungo le filiere o la gestione efficiente e circolare delle risorse impiegate nei processi, il supporto alle decisioni”.

È per questo motivo che, come sottolineato dal suo Presidente, la sostenibilità digitale rappresenta uno dei temi più importanti sui quali si articolano le attività di UNINFO. “Da un lato, la intendiamo come la sostenibilità delle apparecchiature e dei sistemi informatici, visti come oggetti a sé stanti. Dall’altro, si tratta di un tema trasversale, che corre attraverso tutti i settori offrendo opportunità sinora precluse. La tecnologia digitale, come detto, può in questo contesto aiutare molto a migliorare la sostenibilità: Big Data, Intelligenza Artificiale e Cloud, ad esempio, stanno permettendo di conoscere come mai prima d’ora e di migliorare gli ambienti in cui viviamo, grazie alle informazioni disponibili in tempo reale”.

Insomma, la sostenibilità digitale, come parte integrante e strategica del più ampio concetto di sostenibilità, rappresenta oramai una leva di fondamentale importanza. Ma anche un processo inesorabile, al quale tutti gli attori coinvolti devono necessariamente adattarsi. “È un banco di prova importantissimo”, ha spiegato Domenico Squillace, “anzitutto per la definizione di procedure e relazioni che regoleranno la normazione in futuro: mi riferisco all’adeguatezza della normazione tecnica che oggi è in essere alle esigenze che si stanno manifestando in maniera sempre più chiara, oltre che alla crescente domanda di procedure, strutture e competenze intersettoriali. Chi saprà meglio adeguarsi al nuovo mondo che si sta delineando avrà un netto vantaggio competitivo”.

La normazione come strumento per la Sostenibilità Digitale

L’attività di normazione ha, infatti, un ruolo cruciale anche e in particolare per lo sviluppo della sostenibilità digitale. “Una norma tecnica è un documento che descrive ‘lo stato dell’arte di un bene, un servizio, un processo’, ed è sviluppato presso un ente di normazione in maniera trasparente e democratica, approvato in maniera consensuale e adottato su base volontaria. I princìpi alla base della normazione sono, dunque, essenzialmente quattro: la democraticità, con tutte le parti interessate che possono partecipare ai lavori di normazione; il consenso, perché i lavori progrediscono attraverso, per l’appunto, il consenso dei partecipanti; la volontarietà, in quanto le norme sono il punto di riferimento che le parti interessate adottano volontariamente; e la trasparenza, con l’Ente di normazione che rende noti i passaggi di approvazione a tutti gli interessati. In questo senso, l’importanza delle norme si esprime nella loro capacità di promuovere l’interoperabilità, migliorare la sicurezza dei prodotti, consentire economie di scala, incoraggiare la concorrenza, facilitare il commercio e promuovere la condivisione della conoscenza.

Già da questa breve descrizione appare subito evidente come le finalità della sostenibilità digitale e della normazione tecnica siano complementari. Quest’ultima, infatti, svolge un ruolo soprattutto esecutivo e rivolto all’implementazione, mentre la prima si rivolge in particolare a problemi settoriali e di indirizzo. UNINFO, in virtù della sua natura ‘anfotera’, basata da un lato sulle competenze tecniche settoriali e dall’altro sulle capacità di coordinamento e armonizzazione, ambisce a giocare un ruolo significativo in entrambi i campi”.

Ed è proprio questa ambizione ad aver motivato UNINFO a scegliere la Fondazione per la Sostenibilità Digitale come partner strategico in questo percorso, dando vita ad una nuova sinergia per il raggiungimento di un obiettivo comune. “La sostenibilità digitale, come detto, ha un valore strategico, e il coinvolgimento del maggior numero di attori possibile è una delle principali chiavi per il suo successo”, ha sottolineato Domenico Squillace. “In tal senso, dal punto di vista prettamente tecnico si tratta di garantire la qualità dei prodotti della normazione, mentre dal punto di vista del mercato occorre coinvolgere quanti più stakeholder possibili per garantirne l’accettazione. UNINFO e la Fondazione hanno competenze e canali di comunicazione verso terze parti che sono complementari tra loro. La collaborazione appare pertanto come uno sviluppo obbligato, che nasce in maniera spontanea dalla realtà delle cose”.

I primi frutti della collaborazione. La Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale

Questa partnership rappresenta dunque il principio di un percorso comune che, nelle scorse settimane, ha già generato un primo e importante risultato: la prima Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale. Il documento, cioè, basato sul DiSI™ Corporate – l’indice sviluppato dalla Fondazione che consente una valutazione basata su fattori qualitativi e quantitativi del livello di sostenibilità digitale di un progetto sviluppato da un’organizzazione pubblica o privata –  sviluppato dalla Fondazione con la collaborazione ed il supporto di diverse realtà associate come Fondazione Enel, ACI Informatica, Bludigit-Italgas e Cisco Italia e con la partecipazione attiva di altre come MM Spa e Fondazione EY, che si pone l’obiettivo di definire i requisiti che un progetto di trasformazione digitale deve avere per essere coerente con gli SDGs di Agenda 2030.

Nello specifico, le Prassi di Riferimento (PdR) sono strumenti tecnici per il trasferimento tecnologico e per la diffusione dell’innovazione. Queste vengono elaborate da un tavolo di esperti di organizzazioni rappresentative del mercato al quale è destinata la prassi, sono diffuse gratuitamente e ad applicazione sperimentale: infatti, entro cinque anni devono diventare delle norme tecniche, pena la loro scadenza.Le PdR sono uno strumento potente per sottoporre nuove idee alla valutazione di tutti coloro che sono potenzialmente interessati e preparare il mercato alla loro accettazione, ha spiegato il Presidente di UNINFO. “Consentono, inoltre, una rapida validazione delle soluzioni proposte, costituendo così uno strumento prezioso per la diffusione dei risultati e per la preparazione e il supporto dell’attività di normazione vera e propria.

Questa PdR, definendo i requisiti che i progetti di trasformazione digitale devono avere per essere considerati coerenti con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030, consente di capire la sostenibilità digitale del progetto in esame e fornisce anche spunti utili per correggerne gli eventuali aspetti critici. Questo è fondamentale perché, riprendendo le parole del mio professore di Misure Elettriche all’università, ‘un qualcosa non esiste se non può essere misurato’.

Sappiamo che una gestione sostenibile dei progetti di trasformazione digitale può avere un impatto significativo sui molteplici aspetti coperti dagli SDG e finora, almeno nell’ambito dei piani nazionali di Next Gen EU, ci si è quasi sempre basati sul principio DNSH (Do No Significant Harm), che richiede essenzialmente alle organizzazioni di evitare o minimizzare i danni causati dalle loro iniziative. La Prassi va oltre tale principio: finalmente abbiamo uno strumento che definisce dei misuratori che tutti potranno usare per validare la sostenibilità digitale dei propri progetti di trasformazione digitale.

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