IA generativa: cosa chiedono i consumatori? I risultati della ricerca di Thoughtworks

Intelligenza Artificiale è la tecnologia del momento, uno strumento dall’enorme potenziale, che deve però essere adeguatamente gestito per minimizzare i rischi e massimizzare i benefici derivanti dalla sua implementazione

Immagine distribuita da Public Domain Picture

L’Intelligenza Artificiale è la tecnologia del momento. Uno strumento dall’enorme potenziale, che deve però essere adeguatamente gestito per minimizzare i rischi e massimizzare i benefici derivanti dalla sua implementazione. Un concetto, questo, che le aziende devono tenere in particolare considerazione: ne sono convinti i consumatori, che sebbene vedano positivamente l’utilizzo di questa tecnologia da parte delle aziende per innovare prodotti e servizi, si aspettano che queste siano trasparenti e proattive nel comunicare il modo in cui l’IA generativa viene da loro usata.

A mostrarlo sono i risultati della ricerca “IA generativa: cosa chiedono i consumatori” condotta a livello internazionale da Thoughtworks – società di consulenza tecnologica globale che integra strategia, design e sviluppo software – che ha coinvolto 10mila consumatori di dieci diversi Paesi, tra i quali l’Italia. Lo studio mostra, inoltre, che gli utenti hanno elevate aspettative verso le aziende che usano l’IA generativa per innovare: tali aspettative, se rispettate, consentiranno alle aziende di mantenere la loro “licenza sociale”, ovvero la percezione da parte dei consumatori che l’impresa stia agendo in modo equo, appropriato e meritevole di fiducia.

Serve un uso trasparente ed equo dell’IA

È l’83% dei consumatori a livello internazionale a sperare che le aziende possano usare l’IA generativa per essere più innovative e offrire servizi migliori. I più propensi ad acquistare da aziende che usano questa tecnologia lo farebbero nell’ottica di una maggiore innovazione, per beneficiare di una migliore customer experience grazie a un supporto più rapido o di un’esperienza maggiormente personalizzata.

Tuttavia, l’87% degli stessi chiede che le aziende adottino un approccio etico nell’intraprendere processi di innovazione: la maggior parte dei consumatori (85%), infatti, dichiarano di prediligere quelle imprese che si impegnano a garantire trasparenza ed equità nell’utilizzo dell’IA generativa.

I dati della ricerca mostrano dunque quanto l’entusiasmo per questa tecnologia sia bilanciato da un uguale livello di preoccupazione: mentre il 30% degli intervistati (il 32% in Italia) è per lo più entusiasta dell’IA generativa, il 42% (40% in Italia) si dichiara in parte entusiasta, in parte preoccupato. Alla luce di questi risultati, sembra necessario chiedersi quali vantaggi avranno quelle imprese che sapranno applicare questa tecnologia in un’ottica sostenibile. “Le aziende attente alla Sostenibilità Digitale ricaveranno un vantaggio di immagine e di fiducia da parte dei consumatori”, ha spiegato Matteo Vaccari, Tech Principal di Thoughtworks, “l’80% dei consumatori ha dichiarato di preferire aziende che rispettano principi di equità e trasparenza, e l’85% considera gli aspetti etici nella scelta di un’azienda o un servizio. Inoltre, ridurre i consumi energetici legati all’IA comporta anche una riduzione dei costi”.

Una “licenza sociale” per l’IA generativa

Le aziende hanno una “licenza sociale” di utilizzare l’IA generativa: infatti, tra gli intervistati, il 68% degli italiani ritiene che le imprese debbano continuare a innovare utilizzando questa tecnologia, in attesa di una efficace regolamentazione legislativa.

Affinché vi sia un corretto utilizzo dell’IA generativa da parte delle aziende, i consumatori ritengono che le normative dovrebbero obbligare le aziende a dichiarare in modo trasparente come vengono utilizzati i dati (68% a livello mondiale, 64% in Italia), garantire che non vengano generati contenuti illegali (63% a livello mondiale, 56% in Italia) e indicare quando i contenuti sono stati generati dall’IA generativa (62% a livello mondiale, 53% in Italia).

AI Act: il punto di vista degli italiani

Come mostrato dai dati della ricerca, quello della regolamentazione è un tema che tocca le sensibilità dei consumatori: la maggioranza degli stessi concorda infatti sulla necessità di una specifica regolamentazione sull’uso responsabile di questa tecnologia.

Gli intervistati chiedono norme specifiche sull’IA generativa, e ritengono importante il ruolo che i Governi possono svolgere nella sua progettazione, sviluppo e implementazione. Ed è la stragrande maggioranza (90% a livello mondiale, 92% in Italia) a ritenere che siano necessari nuovi provvedimenti legislativi affinché le aziende siano obbligate a utilizzare l’IA generativa in modo responsabile.

È però in questo senso particolarmente significativo – considerando i soli dati italiani – osservare il punto di vista dei consumatori in merito all’AI Act – la regolamentazione europea sull’Intelligenza artificiale: infatti, nonostante il 71% di essi dichiari di sentirsi al “sicuro” grazie all’AI Act, per la metà degli stessi questo regolamento limiterà il potenziale dell’IA. Una certa ambivalenza, dunque, che potrebbe però in questo momento rappresentare un’opportunità per le imprese. “Pensiamo che il pubblico sia al tempo stesso curioso e preoccupato, interessato al progresso ma anche ansioso per le potenziali conseguenze negative”, ha commentato Matteo Vaccari. “Qui vediamo un’opportunità per le aziende, di dimostrare responsabilità e trasparenza in maniera proattiva e guadagnarsi così la fiducia dei consumatori”.

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