Italo: navigare a 300 km/h

Cronaca del mio primo viaggio su Italo, treno ad alta velocità che lancia la sfida al nazionalpopolare Frecciarossa. Treno e velocità, sogni giovanili di viaggi e sfide.

Abituati ormai a navigare tra bit e bytes l’avvicinamento al nuovo treno è avvenuto nella speranza che si attuasse il sogno contemporaneo di un viaggio finalmente always connected, in barba all’orografia che contraddistingue il Bel Paese. Nella realtà si è rivelato un’occasione per l’ingresso del laboratorio della concorrenza, di un settore che entra in una nuova fase di un confronto competitivo ingessato da vincoli infrastrutturali e alla ricerca di nuovi fattori di competitività. D’altra parte non è un segreto che l’infrastruttura ferroviaria di base rimane unica (RFI), a servizio dei diversi contendenti, come è risultato chiaro anche nel giorno del recente terremoto in Emilia, quando i super treni si sono ritrovati in fila indiana, in rigoroso ordine di avvio.

L’attesa

Partenza da Roma Tiburtina, pachiderma fatto di anonimi corridoi bui dotati di segnaletica a prova di giovane marmotta, in fondo ai quali ti imbatti nei primi esemplari di aitanti assistenti di bordo in giacca amaranto, che poi ritrovi simpatici e vociferanti in attesa al di là della linea gialla (tendenzialmente dalla parte sbagliata). Annuncio arrivo treno a regola d’arte, addirittura 10 minuti abbondanti prima dell’orario previsto, ma poi il leprotto Italo si presenta all’appuntamento ansimante e con la puntualità del diretto concorrente.

Il viaggio

Sei cliente smart e quindi sali a bordo della tua carrozza Smart, traghetto tra le due smart cities che vuoi collegare. Ti ritrovi immerso a metà tra il concessionario che ti consegna l’auto nuova con sedili in pelle e l’ambientazione giovanile alla McDonald’s con i poggiatesta giallorossi. A metà carrozza cambia il senso dei sedili e in fondo vedi il display minimalista stile edicola high tech che dispensa ora, velocità e annuncio stazione, ma tutto sommato meglio dei tristi monitor staliniani della concorrenza. Arriva il controllore e si comporta come il suo rivale, dotato di terminale multifunzione e intelligenza, ma ti chiede la prima lettera/numero del tuo codice, a differenza della penultima (genialità del marketing). Scopri anche che esiste il “train manager”, immerso nella sua postazione di controllo, incastrata all’altezza del bar di bordo, apparecchio costituito da due distributori ridondati, uno per liquidi Illy e l’altro per solidi vari. In realtà, la persona che vedi più spesso è il mitico “addetto alle pulizie”, millepiedi in tuta verde Alitalia (al contrario del suo omologo in tenuta arancione Anas) che tutto vede e controlla solerte.Tecnologia in ogni dove, inclusa l’area videosorvegliata tra carrozze e il pulsante apri porta del bagno minimalista.
L’arrivo. Partito da una stazione di transito, giungi coerentemente nel suo duale milanese (Porta Garibaldi), annunciato in “orario” per confermare il mito futurista, salvo scoprire che probabilmente non viene impostato il messaggio “in ritardo”, visto che si ferma 7 minuti dopo il dovuto. Scendi e scopri il bello della concorrenza, con Italo affiancato a un fiammeggiante treno SNCF diretto a Parigi (che non ospita però passeggeri diretti solo a Torino…) e il feroce Frecciarossa, con le sue quattro classi d’ordinanza.

WiFi

Eravamo partiti ansiosi di scoprire il WiFi di bordo e quindi? Ci avvertono subito che potrebbe esserci ancora qualche problema di messa a punto, che tradotto significa che non funzionerà nemmeno un secondo. Sono affranto, ma il mio simpatico vicino mi rincuora dicendo che lui lo ha visto funzionare tra Napoli e Roma. Per gli esperti, Italo dovrebbe utilizzare una soluzione messa a punto in Francia, paese notoriamente zeppo di gallerie e quindi… Un altro passeggero comunica “sottovoce” al suo interlocutore telefonico che comunque il viaggio su “Frecciarossa fa ridere al confronto” e quindi mi rilasso appagato, anche se disconnesso alla ricerca del DNS perduto.

In sintesi, è stato come viaggiare all’interno di un Mc Donald’s, senza odore del Big Mac e senza WiFi. Arrivederci a bordo dei nostri treni.

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