E-commerce in Italia: tra crescita e bassa penetrazione

L’e-commerce in Italia ha avuto un lento inizio e negli ultimi anni sta recuperando parzialmente, con una crescita sostenuta. Nel 2011 l’incremento è stato pari al 32.1% e, stando alle stime di eMarketer, dovrebbe esssere pari al 25.5% nel 2012. La società di ricerca si aspetta che il volume d’affari sarà più che doppio tra 5 anni. Nel 2016 il fatturato complessivo dell’e-commerce in Italia dovrebbe essere pari, infatti, a 31.25 miliardi di dollari contro i 12.88 miliardi dell’anno scorso.

L’e-commerce sta sostanzialmente recuperando terreno e approssimandosi a un tasso di diffusione più simile a quello delle realtà economicamente più sviluppate. Osservando con attenzione i trend ci si rende conto, però, che la crescita è sostanziale, ma probabilmente non sufficiente a colmare il divario; per due principali ragioni. La prima è che l’incremento del fatturato sta rallentando e si stima continuerà a farlo (linea rossa nel grafico). La seconda è che nel paese la diffusione dell’e-commerce è stata tradizionalmente rallentata da una base clienti minore in termini percentuali rispetto al totale dei consumatori, ovvero una minore penetrazione dell’e-commerce nella popolazione. Tale tipologia di transazione continuerà a diffondersi, ma non in modo sufficiente ad annullare il divario con altre realtà.

Nel 2011, ad esempio, l’e-commerce è stato utilizzato, secondo eMarketer, dal 38.5% degli utenti internet italiani, contro l’82.5% di quelli del Regno Unito e il 74.6% di quelli tedeschi. La crescita dei prossimi anni non sarà sufficiente a ridurre in modo sostanziale la distanza. Nel 2012, infatti, la percentuale di utenti della rete italiani che compreranno online dovrebbe arrivare al 41.3% (11.7 milioni di acquirenti) e l’anno successivo al 44.1% (13 milioni). Incremento sostenuto, ma che cambia di poco il confronto con paesi in cui le transazioni online sono ormai quotidiane.

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