Ok, manager che devi occuparti della comunicazione via internet e imprenditore che idem, guardiamoci negli occhi. Lo so, lo so: sei confuso. Perché, diciamocelo chiaramente, qua non ci si capisce niente, o per lo meno assai poco. Tu, che quando hai cominciato, eri il più smart e il più ggiovane, perché eri l’unico in azienda a saper mandare le mail. Tu, cui i colleghi e anche i capi chiedevano consigli perché sei stato il primo ad usare il computer. Tu, che adesso guardi tutti ‘sti ragazzini, compresi i tuoi figli, che twittano, e taggano, e condividono, socialnetworkano e facebokkano, dai tablet, dagli smatphone, dagli iPod, dai cazzabubboli vari, ad una tale velocità che tu non fai tempo a dire: «Hai sentito che…» e loro ti rispondono:«Sì, me l’ha già twittato Tizio!» e ti guardano come uno che è rimasto indietro di millenni nella lotta per l’evoluzione.
Perché internet ti è scoppiata in mano come una bomba, è esplosa, ma il guaio è che continua a scoppiettarti in mano e brucia. Ti credevi aggiornato e a posto perché ti avevano detto che bastava fare il sito aziendale, e tu hai preso uno di questi geni e te ne sei fatto uno con i fiocchi, salvo poi scoprire che quando era pronto erano già tutti su Facebook. Allora sei andato su Facebook, e hai aperto la pagina dell’azienda, assumendo un giovinotto di quelli che su Facebook sapevano tutto tutto tutto, smart e ggiovane come eri tu un tempo, perennemente connesso al suo tablet, al suo smartphone, ai suoi cazzabubboli, tanto che non sai mai quando sta lavorando e quando sta facendosi i fatti suoi, che però comunque fa sempre in rete e condividendo un sacco con chissà chi.
Solo che è un caos uguale, perché ora che tutti twittano, taggano, condividono, socialnetworkano e facebokkano a te sembra di non avere più il controllo di nulla e di capirci sempre meno, perché sei cresciuto ben conscio che i mercati sono conversazioni, ma se tutti parlano non si distingue più ciò che serve dal rumore, ormai assordante, di fondo.
Perché, diciamocelo una buona volta, la stragrande maggioranza di quelli che stanno in rete non dicono niente di utile, anche se spesso lo fanno con grande prosopopea: e tu che avresti bisogno di dritte e di risposte non le trovi, ti perdi, e ti senti anche tanto frastornato da questo diluvio di cose che ti tocca comunque leggere perché in mezzo al pagliaio speri di incrociare l’ago che hai perduto. E allo stesso tempo ti senti vecchio e superato, e delle volte sinceramente anche un po’ rincretinito, perché è un mondo in cui il Tg1 riporta i tweet di Fiorello, ma magari i comunicati della Merkel in tempo reale no.
E allora calma, manager e imprenditore in ansia perché non ce la fai e non ci stai dietro: chiudi un attimo le statistiche del sito aziendale su cui non passa più un cane, lascia perdere se i commenti della tua pagina di FB son vuoti o pieni di gente che parla d’altro o ti vuole solo iscrivere al gruppo “Questo Pomodoro ha più fans di Lady Gaga”. Prendi un bel respiro, e ricomincia da quello che sai, da quello di cui sei convinto e che ti hanno insegnato, prima di internet, prima di tutto: i mercati sono conversazioni. E’ ancora vero, e da lì bisogna costruire tutto. Capire che in rete, qualsiasi cosa tu usi, stai parlando. Ti rivolgi ad un pubblico che sono i tuoi clienti ed i tuoi utenti di un tempo, solo un pochino più tecnologici e perennemente connessi. Quelli che una volta se erano scontenti del servizio ti mandavano al diavolo gridandolo al telefono, e lo sentivi solo tu o al massimo il collega della stanza accanto, e adesso invece magari te lo twittano da casa e lo condividono prima su Facebook. E tu, come allora, devi essere in grado di non esplodere e mandarli dove magari anche meritano, eh, perché il disastro può altrimenti propagarsi in rete in maniera esponenziale, ed è un gran caos per la tua azienda, anche se loro, smart e ggiovani, diranno che è un “epic fail”.
Devi ricordare che sulla rete, alla fine, vince chi parla bene, cioè dà le informazioni giuste, velocemente ed in modo chiaro, corretto ed onesto a chi gliele chiede, perché i clienti dalle aziende vogliono quello che han sempre voluto: qualcuno di affidabile a cui rivolgersi, e quel qualcuno devi essere tu, come lo eri un tempo.
La rete è questo, in fondo, e solo questo: un mondo di persone, non di tablet, di smartphone, di social. E le persone tu le conosci, o non saresti stato in grado di venire fare il lavoro che fai. Quindi “keep calm” e ricominciamo dai fondamentali, che è da quelli, le care vecchie regole di base valide per tutto, che si parte per costruire ogni cosa. Tutto il resto, sui social o fuori, è chiacchiera.
Un’ottima lezione sui fondamenti del marketing digitale – e scritta da qualcuno che non fa neanche il markettaro di mestiere…
@giorgio rosa salva: sai, alle volte, anche noi che stiamo fuori qualche idea di come possano essere gestite le cose ce la facciamo. 🙂
Mmm… non è così semplice come ti piace farlo sembrare 😉
La natura umanistica del web marketing non è tanto chiara neanche a parecchi di quelli che “stanno dentro”… (e poi, sei in grado di citare la prima tesi del Cluetrain Manifesto, qualcosina ne sai).
Usa con intelligenza le novità e sei vincente; il genio ha sempre la meglio anche se oggi non può cullarsi sugli allori dei passati successi per più di tre mesi, che già rimani fuori. E’ la vita del manager, come i campioni nello sport deve sempre tenersi in forma e la carriera si accorcia; meglio il professionismo puoi riposare un attimo e riprendere più tonico. Parola di vecchio spettatore protagonista.
Ciao , bellissimo articolo. Vero e semplice. Complimenti.