Il foglio del cosa

Quando il Montezemolo di Crozza si sbraccia e urla, chiedendo a gran voce alla sua assistente fantasma Giulia Sofia di portargli “il foglio del come” per rimettere in piedi l’Italia, ridiamo tutti. Ma, caro il mio manager o piccolo imprenditore che vuoi andare su internet con il tuo sito, o la tua pagina di FB, sappi che non solo ti sarà necessaria una brava Giulia Sofia a fianco, ma, soprattutto, prima ancora che il come dovrai chiarirti il “cosa”. Cioè “cosa” vuoi dalla rete tu, come azienda: cosa cerchi, cosa pretendi, cosa ti interessa. Come in ogni progetto aziendale – o di vita – è solo avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere che si possono cercare o inventare le strade per arrivarci.

I fallimenti o anche solo i “disamoramenti” che molte aziende piccole o medie provano nei confronti della rete nascono da un approccio sbagliato di partenza: si apre il sito aziendale, la pagina facebook, l’account su twitter senza aver prima analizzato o deciso per bene a cosa dovrebbe servire, e quindi come usarlo. Invece, caro manager e cara azienda, questo è fondamentale stabilirlo prima e fin dall’inizio: non chiederti, come un novello Kennedy, cosa tu puoi fare per la rete. Stabilisci invece chiaramente cosa vuoi che la rete faccia per te.

Che ti interessa? Un sito-vetrina che serva essenzialmente da modulo di contatto con il pubblico? Si può fare di meglio, ma se a te non interessa, punta l’obiettivo e sfronda impietosamente tutto quello che non ti serve. Metti in piedi uno spazio web aziendale il più semplice possibile, senza farti ammaliare da guri e guretti del design che ti propongono grafiche mirabolanti ma poco “usabili”: se il tuo sito serve solo perché il cliente sappia che esisti e ti possa venire a rintracciare di persona fuori dalla rete, perché la politica della tua azienda è ancora molto legata alla “real life”, ricordati del “principio della Telefunken”: potremmo stupirvi con effetti speciali, ma non ce ne frega nulla: noi vogliamo solo dirvi che facciamo un buon prodotto.

Informati e controlla bene, piuttosto, che il sito sia costruito in modo chiaro ed intuitivo, con i riferimenti per i contatti rintracciabili subito, una mappa per arrivare alla tua ditta, e cura che ci sia una persona che risponda velocemente alle richieste di contatto da parte dei possibili clienti. Un sito “onesto” e senza ghirigori vale più di uno a fuoco d’artificio che però nessuno capisce come usare. Controlla, invece, e sempre, che il tuo sito sia visualizzabile con facilità da tutti i browser e dai dispositivi mobili: ogni possibile cliente che non riesce a vederlo anche dal suo telefonino o contattare l’azienda dal tablet è un cliente perduto.

Oltre alla grafica, occhio ai contenuti. Perché su internet la maggior parte delle cose sono comunicazioni scritte. Lasciatelo dire da una che insegna a scrivere testi per mestiere: nessun testo esiste se prima non si decide quale lettore dovrebbe leggerlo. Quindi, sul tuo sito, prima decidi a che pubblico ti vuoi rivolgere. All’universo mondo? Ad una nicchia di settore? Alla grande massa che non ti conosce o ai pochi ma buoni che operano nella stretta cerchia che conta per te? Perché i tuoi comunicati, e se vai sui social anche il tipo di social prescelto, dipenderanno da questo.
Se la tua azienda fa prodotti di nicchia che possono interessare soltanto un ristretto numero di gente del settore, è meglio che anche su internet tu ti muova cercando di contattare solo ed esclusivamente loro, cioè i potenziali clienti: spammare a caso, avere una pagina con migliaia di contatti che però non saranno mai davvero in grado di comprare un tuo prodotto non serve a nulla, se non all’orgoglio personale del tuo addetto alle relazioni on line.

La tua presenza in rete deve essere pervasiva, ma mirare al consolidamento della tua cerchia di contatti specifici: sì a Facebook, Twitter, Youtube, ma con comunicati video e altro sempre esclusivamente “di settore”: se cercano te è perché già sanno in pratica chi sei, non serve occhieggiare o incanaglirti. I social, come il sito aziendale, saranno essenzialmente un canale di contatto e di informazione, non di promozione a tamburo battente.
Se invece il tuo prodotto è di massa e potenzialmente può essere venduto a tutti, allora investi bene nella campagna internet “globale e totale”, fatto sempre salvo quel buon gusto di fondo che deve segnare il limite fra una campagna martellante e uno spam ossessionante.

Non ti fidare di guretti troppo aggressivi, nemmeno se millantano risultati mirabolanti in rete. Come nella vita, anche sulla rete il pubblico perdona tutto, tranne che un rompipalle. Quindi massima attenzione nella raccolta degli “amici” sui social o degli indirizzi delle mailing list: contatta solo ed esclusivamente chi ti ha fatto capire che vuole davvero essere contattato: chi viene anche solo lontanamente infastidito dai tuoi comunicati non diventerà tuo cliente.

Insomma, misura. Non credere a chi ti dice che sulla rete alla fin fine i “pirati” che vanno all’assalto vengono premiati per la loro sfacciataggine. I “pirati” anche nella realtà riescono a portare a casa il bottino di un paio di arrembaggi: ma alla lunga trovano sempre chi li butta fuori bordo esasperato, e naufragano miseramente mentre gli squali li accerchiano, pregustando il pranzo.

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4 COMMENTS

  1. Non posso che sottoscrivere, anche se io farei un distinguo fra grandi e piccole e medie aziende.
    Io credo che è di queste ultime che qui si parla, sono loro ad avere voglia di esserci e paura di fare investimenti in Rete. Questo accade a mio parere perché spesso si continua a pensare ai budget del marketing tradizionale mentre investire nell’Internet marketing è assolutaemnte possibile con risorse limitate.
    Consiglio di guardarsi intorno, consulenti e piccole strutture che lavorano rispettando le esigenze e i tempi delle pmi ce ne sono.
    Segnalo inoltre questa discussione su LinkedIn: http://linkd.in/A1ZVR0
    Grazie!
    @Pitizeta

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