Nuove accuse per Megaupload

La posizione dei gestori del sito di streaming e download Megaupload  si fa sempre più pesante. Nuove  imputazioni per violazione di copyright e frode si aggiungono a quelle presentate in precedenza dalle autorità USA.

Il Dipartimento di Giustizia USA ha aggiornato venerdì l’atto di accusa nei confronti degli indagati in quella che viene ormai definita Mega Conspiracy. Gli accusati sono sospettati di crimini che vanno dalla violazione del diritto d’autore alla cospirazione per commettere frode e riciclaggio di denaro.

L’atto d’accusa aggiornato (in coda all’articolo la versione integrale) getta luce sul funzionamento del servizio, o almeno su come l’accusa ritiene funzionasse. I gestori di Megaupload avrebbero, ad esempio, secondo una delle nuove accuse, sottratto materiale da siti terzi, tra gli altri YouTube, al fine di sostenere che il proprio servizio offrisse prevalentemente user-generated content e non contenuti che violavano il copyright.

Megaupload dichiarava, inoltre, 180 milioni di utenti registrati, ma secondo il Dipartimento di Giustizia in realtà sarebbero stati a Gennaio 2012 solo 66.6 milioni e solo una piccola parte di questi (5.86 milioni) avrebbe effettivamente caricato contenuti sul sito. Alcuni utenti erano, al contrario, particolarmente attivi. Uno di questi, conosciuto come, VV, avrebbe inserito nella piattaforma di condivisione circa 16950 file, molti dei quali in violazione del diritto d’autore. I file inseriti da questo utente, in prevalenza pellicole cinematografiche di successo, sarebbero stati visualizzati da più di 34 milioni di persone e non sarebbero stati rimossi nonostante 85 notifiche di violazione di copyright inviate a Megaupload. I gestori del sito al contrario avrebbero remunerato l’utente per un totale di 3400 dollari.

Il danno economico per le società detentrici dei diritti dei contenuti sarebbe stato pari a 500 milioni di dollari, mentre i manager di Megaupload avrebbero incassato circa $175 milioni attraverso la pubblicità e gli abbonamenti ai servizi premium.

L’amministrazione USA sembra decisa a contrastare con forza il file-sharing. Le accuse presentate sono pesanti e mirano più di tutto a scoraggiare il fenomeno, tramite la paura. La tutela del copyright è un tema centrale per la cultura digitale, permette a chi produce o investe in contenuti di ricavarne un giusto profitto o la semplice sussistenza economica. L’azione odierna è, però, così intimidatoria da sembrare semplicemente piegata alle necessità delle corporation e tenere in scarsa considerazione diritti culturali altrettanto centrali per lo sviluppo delle reti e l’accesso alla conoscenza. Inoltre, dalla nascita della rete le iniziative punitive hanno avuto scarso successo, se non nel breve periodo. La strada da percorrere sembra maggiormente quella dell’incremento dell’offerta legale di contenuti per scoraggiare il consumo illegale.

DoJ Indictment against Megaupload 2.16.12

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