Cyber security: impedire l’accesso o proteggere i dati?

È possibile proteggere i propri network informatici da attacchi esterni? A quanto pare cercare di tenere fuori dai propri network i software maligni potrebbe non essere fattibile ed, in ogni caso, non convienete economicamente.

Un gruppo di esperiti dell’US National Security Agency (NSA) ritiene che il futuro della cyber-sicurezza non è nel tentare di bloccare l’ingresso di software spia in un network, ma nella protezione dei dati “assumendo che l’avversario è nel nostro network”. La rete informatica militare USA sarebbe, infatti, a tal punto infestata da software spia che cercare di combatterli potrebbe non essere la migliore soluzione.

Kaigham Gabriel, neo direttore della Defence Advanced Research Projects Agency (DARPA), ha sostenuto, durante un’audizione al Senate Armed Services Subcommittee, che l’attuale tecnica di difesa è futile e non ottiene nessun risultato se non quello di rallentare e rimandare l’inevitabile. La sicurezza dovrebbe focalizzarsi sul proteggere i dati non sull’impedire l’accesso.

Se gli esperti della DARPA e della NSA avessero ragione, probabilmente le strategia di sicurezza informatica dovrebbero essere modificate non soltanto in ambito militare, ma anche civile e privato; in particolare per quanto riguarda le aziende tecnologiche, visto che tra spionaggio militare e spionaggio industriale la linea è sempre più sottile.

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