Da Symantec uno sguardo sui dati digitali nelle imprese

La diffusione sempre più capillare della digitalizzazione all’interno delle organizzazioni, ha portato oggi le imprese di tutto il mondo ad ospitare una mole di dati impressionante, stimata intorno ai 2,2 zettabytes. Questa mole di dati, oltre ai costi di archiviazione, per essere efficacemente protetti da attacchi online ed eventuali perdite di informazioni, necessita di circa 1.100 miliardi di dollari.

E’ questa la stima di Symantec, contenuta all’interno della ricerca  “State of Information” pubblicata ieri, e che ha coinvolto più di 4500 professionisti ed esperti di information technology impiegati presso le organizzazioni di 38 diversi Paesi. Proprio i professionisti coinvolti hanno riconosciuto a tali dati, il 49% del valore totale di un’azienda.

In media vengono spesi ogni anno dalle grandi imprese ben 38 milioni dollari, mentre per le PMI il conto che deriva dalla protezione ed archiviazione dei dati digitali si attesta mediamente intorno ai 332.000 dollari. E la mole di dati è destinata a crescere vertiginosamente nei prossimi anni: nel 2013 aumenterà del 67% per le grandi aziende e del 178% per le PMI.

Un punto importante che l’indagine ha rilevato, riguarderebbe le spese superflue che le aziende si trovano a dover sostenere per gestire informazioni che già hanno all’interno del loro database: secondo lo studio il 42% dei dati è un “duplicato”. Le organizzazioni si troverebbero quindi a pagare quasi la metà delle loro spese per archiviare e creare back-up di documenti inutili, aumentando così i costi di storage senza un effettivo riscontro pratico.

Ad oggi, secondo i risultati presentati, circa il 75% dei dati prodotti dalle aziende di tutto il mondo vengono memorizzati in-house, e solo il 25% circa viene affidato a servizi cloud, che permetterebbero un sostanziale abbattimento dei costi.

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