Gianni Alemanno e i dementi. Ovvero: su Twitter non sei al bar

Giovedì sera, mentre tre quarti di Paese stavano davanti alla tv e l’altro quarto commentava a raffica la partita su #GermaniaItalia, sull’account Twitter di Gianni Alemanno andava in scena una deliziosa scenetta che, in queste ore, sta cominciando a destare un certo clamore.

Prima di tutto, un po’ di aneddotica: circa la presenza di Gianni Alemanno su Twitter c’è già un fascicolo spesso come tutti i libri di Harry Potter messi insieme. Di lui si dice che si sia comprato i like su Facebook, che abbia il brutto vizio di bloccare i follower “irritanti” e che segua un profilo “per adulti” su Twitter (Ops. No, queste due non sono un “si dice”: sono vere sul serio). Si dice anche che abbia querelato il suo fake personale, quello – tanto per intenderci – che durante la nevicata romana dello scorso febbraio consigliò a tutti di abbandonare la città (vera anche questa).

Va anche specificato che non è sempre il sindaco in persona a twittare: come molti politici e personaggi pubblici fanno, anche Alemanno si avvale di uno staff per gestire la propria presenza sui social. Tuttavia, ogni volta che compare un tweet scritto da uno dei suoi collaboratori, il messaggio viene firmato come “staff”. Questo particolare è importante e ci sarà utile più avanti.

Insomma: è giovedì sera e tutti stanno guardando la partita. Anche Alemanno la sta guardando, e quando Balotelli segna il primo gol, il sindaco della Città Eterna esulta su Twitter:

Chi è Massimiliano Tonelli? È un giornalista, direttore di una rivista d’arte e autore di numerosi blog, tra i quali spicca il poco fraintendibile Roma fa schifo, blog che scova e racconta le brutture della capitale. Infine, ma forse è superfluo dirlo, Tonelli è un cittadino romano che non apprezza più di tanto il suo sindaco.

A questo punto interviene lo staff, che risponde a Tonelli:

Non so voi, ma leggendo questi tweet mi immagino una situazione che vede un maxischermo in giardino, birra, salamelle e l’Admin di turno che tenta di twittare tra un’imprecazione e l’altra degli altri tifosi. Sia come sia, già solo il fatto che il responsabile dell’account Twitter di un politico come Alemanno si permetta di rispondere in modo così rude a un proprio follower è già una cosa abbastanza grave.

Ma il bailamme non finisce qui perché, a fine partita, con l’Italia in finale e Tonelli sempre più risentito, ecco tornare il signor sindaco in persona a dare il colpo di grazia:

Insomma, Tonelli e Alemanno si lanciano in questa disamina lessicale altamente formativa, alla quale intervengono anche gli altri follower del sindaco:

 

Anzi, i sostenitori di Alemanno arrivano a frotte, come tante api guerriere a sostegno dell’ape regina:

Morale della favola: Tonelli, accusato di essere un provocatore, viene bannato dall’account di Alemanno, tra le perplessità della redazione romana de Il Post che tira fuori i popcorn e comincia a mostrare un certo interesse:

Quindi, Tonelli viene bannato, scrive un post di fuoco su Roma fa Schifo e intanto l’intera vicenda finisce su La Repubblica, sul blog di Giulio Finotti per L’Espresso, e comincia a interessare la blogosfera, con buona pace di Alemanno che, adesso, può aggiungere un nuovo capitolo al suo fascicolo su Twitter: gli insulti.

C’è poco da commentare: non ci vuole un esperto di social media per capire che il tutto si sarebbe potuto evitare semplicemente tenendo a mente le normali regole dell’educazione, che valgono ovunque, anche sul Web:

– Su Twitter non sei al bar: Per quanto un personaggio pubblico possa essere “alla mano”, nel momento in cui sceglie sbarcare su un social con il proprio nome e cognome deve sempre ricordarsi che sta parlando anche a nome della propria carica politica. Non c’era nulla di male nel primo tweet di gioia sul gol di Balotelli: anche Pertini lo fece a suo tempo, e quel gesto è rimasto nella memoria collettiva come simbolo di una sincera partecipazione agli eventi di Paese, grandi o piccoli che siano. Un evento sportivo, poi, è uno di quei momenti collettivi e conviviali in cui si accorciano le distanze e un personaggio pubblico può anche permettersi di agire un po’ sopra le righe. Ma Alemanno, che pure poteva suscitare simpatia con il suo tifo sfrenato, ha passato la linea che separa l’informalità dalla maleducazione. Su Twitter non ci sono gerarchie né sale d’aspetto: è una linea diretta senza filtri. Ma se scegli di starci come personaggio pubblico allora, prima di ogni altra cosa, sei un personaggio pubblico e devi comportarti come tale.

Il tuo staff non può perdere le staffe: Se scegli di farti aiutare da qualcuno per gestire la tua presenza online, sappi che stai mettendo il tuo nome e la tua faccia nelle mani di qualcun altro. Da una parte, il proprietario di quel nome dovrebbe essere certo della professionalità dei suoi collaboratori, dall’altra i collaboratori – che pur devono saper prendere l’iniziativa e gestire improvvise criticità – devono essere adeguatamente formati e agire sempre guidati dal buon senso. In quel momento non sei più Mario Rossi che gestisce l’account di Gianni Alemanno. In quel momento, tu sei Gianni Alemanno.

Lesson learned: Per la loro stessa natura, i social media sono già il luogo dell’informalità: nel momento in cui un politico sbarca su Twitter o Facebook ha già accorciato le distanze con i cittadini, mettendosi non di fronte a loro ma in mezzo a loro. E con un riflettore puntato addosso. A maggior ragione, quindi, i gesti inconsulti non sono ammessi, indipendentemente da chi si trovi, in qualsiasi momento e situazione, a tenere le redini della comunicazione.

Facebook Comments

8 COMMENTS

  1. Mi sembra che a un grande balotelli di alemanno innescare una critica ad alemanno per screditarlo come avversario politico sia inopportuno o eccessivo e anche tipico del peggiore modo di fare politica…. spiace ma non condivido lo spirito della segnalazione intera.

    • A me invece dispiace che il sindaco Alemanno non si sia ancora palesato con una risposta diretta a questo mio articolo. In passato mi sono già trovata a fare una critica (spero costruttiva e utile) al modo di usare i social media di altri esponenti politici e con i diretti interessati è nato un dialogo interessante e civilissimo.

      Come può ben leggere anche lei, io ho analizzato e criticato la comunicazione che il sindaco Alemanno e il suo staff hanno portato avanti su Twitter e Facebook, e non la sua politica.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here