Gli Open Data in Gran Bretagna hanno un nome ed una faccia

Gli Open Data in Gran Bretagna hanno un nome ed un volto, quello di Tim Berners – Lee. Già citato inventore del WWW, Berners – Lee si appassiona alla causa degli Open Data dal 2009 anno in cui viene assunto da Gordon Brown per portare avanti il primo pionieristico progetto di Open Government.

Lo scopo e’ “far si che i dati in possesso del governo siano accessibili al maggior numero di persone” stando proprio alle parole dell’ex primo ministro. Berners Lee si mette subito all’opera e dopo pochi mesi lancia data.gov.uk assieme a Nigel Shadbolt, Professore di Intelligenza Artificiale all’Università di Southempton, già capo del “Web and Science Group”, direttore del “Web Science Trust” e della “World Wide Web Foundation” e nome chiave nel mondo degli open data britannici. Data.gov.uk ha l’ambizioso obiettivo di rendere quanti più dati, non personali, disponibili per la pubblica fruizione. E inizia bene rendendo pubblici oltre 2.500 fascicoli nei primi mesi fino ad arrivare agl’oltre 40.000 odierni. Ed e’ proprio grazie a questi dati che in tutto il Regno Unito e’ possibile controllare il traffico in tempo reale, sia delle bici che delle auto, sapere quanto manca all’arrivo dell’autobus tramite GPS, segnalare malfunzionamenti all’amministratore che grazie alla raccolta dei dati segnalerà le migliori soluzioni. Per la prima volta viene creato un unico portale dal quale accedere a tutti i dati rilevanti messi a disposizione, un catalogo piu che un database consultabile da chiunque. 

Poi nel 2010 ci sono le elezioni, Gordon Brown si impegna nella campagna elettorale, e poi si sa come vanno queste cose… gli open data non sono di certo in cima alle sue preoccupazioni e non sono nemmeno un cavallo di battaglia alle elezioni. Il tutto viene quindi rallentato, si installa un nuovo gabinetto e un nuovo ministro del tesoro, George Osborne, che però già a Novembre 2011 fa capire le sue intenzioni di continuare il progetto di open data e annuncia l’apertura del primo “Open Data Intitute” (ODI) al mondo.

L’ODI aprirà i battenti a Settembre 2012, e’ attualmente in cerca di personale, tra cui un CEO, ed avrà’ la sede proprio nel cuore della Tech City londinese. Di certo ci sono, inoltre, i nomi dei due direttori: ancora una volta Tim Berners Lee e Nigel Shadbolt, a evidenziare la serietà delle intenzioni del Governo e la trasversalità del progetto. Saranno alla guida di un programma da 10 milioni di Sterline con lo scopo principale di educare, sia privato che pubblico, all’utilizzo degli open data e a come trarne maggior beneficio. Non immagazzinerà dati, almeno inizialmente, perché per utilizzare grandi masse dati servono le competenze necessarie, le skills per non rischiare di gettare lo sforzo del governo di rendere pubblico uno dei più grandi archivi al mondo. Anzi, secondo Shadbolt e’ proprio il più grande archivio al mondo di Open Government dimostrando che la Gran Bretagna è all’avanguardia nel settore.  Piuttosto organizzerà eventi educativi come gli “Appahton” e gli “Hackaton”, ridotti in Italia praticamente alla semi-clandestinità’, qui riceveranno incentivi statali.

Il governo ha  recentemente annunciato la pubblicazione di un “White Paper” nel quale verranno stabilite le direttive secondo le quali ogni dipartimento dovrà rilasciare una certa quantità di dati entro la fine dell’anno. E’ stato calcolato che porterà a un risparmio superiore ai 33 milioni di Sterline all’anno per l’amministrazione, ed è per questo che l’ODI svolge un ruolo fondamentale nell’educazione all’utilizzo dei dati.

Ancora una volta quindi l’ICT si dimostra un elemento centrale per le politiche di sviluppo del Governo nonostante i tagli all’amministrazione pubblica. Francis Maude, minister for the cabinet office ovvero l’uomo del Governo per gli Open Data, ha dichiarato che il processo di apertura dei dati porterà un livello di trasparenza tale da non essere mai potuto nemmeno ipotizzare precedentemente.

Anche in Italia inizia a muoversi qualcosa con l’inserimento di importanti norme nel pacchetto sviluppo che obbligheranno alla pubblicazione in Open data di dati riguardanti i concorsi pubblici da parte delle amministrazioni. Nel nostro paese si e’ seguito un percorso molto diverso, partito dal basso, qualcuno si ricorderà uno dei primi portali Open Data aperto dai radicali, arrivato poi alle Regioni e infine al Governo, che ha un suo portale (data.gov.it) con disponibili 835 fascicoli provenienti da 37 amministrazioni. Si tratta per lo più di una serie di iniziative sporadiche a cui manca una vera e propria coordinazione, vero e proprio vantaggio del fronte britannico. E non che manchino talenti, apps4italy e’ molto attivo sul fronte Open Government e Lorenzo Benussi fa parte del Gabinetto del Ministro dell’Istruzione Profumo, segno appunto che qualcosa piano piano si sta muovendo.  

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