Ricerca scientifica: accesso a risultati e dati liberi se finanziata da UE

La Commissione Europea lancia un’iniziativa che mira a favorire il più ampio accesso possibile ai dati di ricerche scientifiche, per aiutare ricercatori e imprese a sfruttare maggiormente i risultati della ricerca, in particolar modo quella finanziata da fondi pubblici.

L’obiettivo è favorire lo sfruttamento scientifico ed economico della ricerca scientifica e rendere più efficiente l’investimento da 87 miliardi l’anno nel settore. Maire Geoghegan-Quinn, commissario UE alla Ricerca, l’Innovazione e la Scienza, sottolinea la necessità di “ garantire ai contribuenti un miglior rapporto costi/benefici. L’accesso aperto ai documenti e ai dati consentirà ai nostri ricercatori e alle nostre imprese di realizzare più rapidamente progressi importanti, a beneficio della conoscenza e della competitività in Europa“.

Al momento attuale, secondo una ricerca europea, solo il 25% dei ricercatori condivide i propri risultati e dati di ricerca in maniera aperta. Tendenza alquanto preoccupante da un punto di vista scientifico ed economico. Tanto che, secondo alcuni, studi il lento accesso alla ricerca scientifica causa un ritardo di 2 anni nella commercializzazione, da parte delle aziende, di prodotti innovativi.

L’iniziativa per promuovere l’accesso aperto ai risultati di ricerca sarà suddivisa in più fasi. La Commissione, durante la prima fase, intende fare di tale principio uno degli elementi base del futuro programma Horizon 2020, schema quadro dell’UE per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione per il periodo 2014-2020. Tutti gli articoli prodotti con finanziamenti del programma dovranno essere, a partire dal 2014, accessibili immediatamente da parte dell’editore (che li pubblicherà online, con costi di pubblicazione che potranno essere rimborsati dalla Commissione europea) o da parte dei ricercatori (al più tardi sei mesi dopo la pubblicazione, 12 mesi per gli articoli nel settore delle scienze umane e sociali). Obiettivo rendere, entro il 2016, il 60% degli articoli, finanziati dal settore pubblico, accessibili liberamente.

La UE raccomanda, inoltre, l’adozione di misure simili ai paesi membri, per quanto riguarda la ricerca finanziata da fondi statali.

Una seconda fase dell’iniziativa prevede la sperimentazione dell’accesso aperto ai dati delle ricerche, tenendo conto dei maggiori rischi per la privacy dei soggetti di ricerca e degli interessi economici coinvolti.

Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile per l’Agenda digitale, ha commentato l’iniziativa, dichiarando: “i contribuenti non devono pagare due volte per la ricerca scientifica e devono beneficiare di un accesso continuo ai dati grezzi. Vogliamo migliorare considerevolmente la diffusione e la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica. I dati sono il nuovo oro nero“.

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