A Bristol realizzato il primo “chip quantico” che utilizza la luce

Un gruppo di scienziati ha costruito un nuovo “chip quantico”, che consentirà la creazione di telefoni cellulari sicuri e computer ultra-veloci, con funzionalità che vanno ben oltre i dispositivi di oggi. Il team di ricerca internazionale, stabilitosi presso l’Università di Bristol, presenterà al Festival della Scienza britannico in Aberdeen questa settimana la sua recente scoperta: un “chip quantico” che permetterà di sviluppare cellulari più efficienti e computer ultra-veloci. Il team sta puntando ad applicare la tecnologia in settori che rendano più sicuro ed efficiente l’online banking e gli acquisti Internet più sicuri.

Il nuovo chip è realizzato in silicio, come i microprocessori già presenti in tutti i computer e smart phone del mondo, ma a differenza dei tradizionali chip è migliaia di volte più piccolo e non funziona attraverso il controllo della corrente elettrica, bensì manipolando le particelle di luce (i fotoni), per eseguire i calcoli.

Il nuovo chip porterà rapidamente alla produzione in massa di tecnologie quantistiche, a cominciare dalla realizzazione di circuiti quantici in silicio, con un grande vantaggio sul fronte della compatibilità con l’elettronica moderna. Infatti “la rete di comunicazione globale, compreso Internet, è alimentato da fibre ottiche che utilizzano la luce per spostare le informazioni ad alta velocità tra i paesi, le città e gli edifici – come ha spiegato Mark Thompson, vice direttore del Bristol Center on Quantum Photonicsrendendo i nostri dispositivi direttamente compatibili“.

Infatti, secondo Jeremy O’Brien (Professore di fisica a Bristol e membro del team), i processori quantici potrebbero essere integrati con i tradizionali circuiti microelettronici entro tre o cinque anni al massimo.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con varie aziende high-tech, tra le quali la giapponese Toshiba, la finlandese Nokia e la britannica Oclaro. A partecipare sul fronte accademico alle ricerche vi sono la Heriot-Watt University in Scozia e la Delft University in Olanda, il prossimo passo sarà impiegare la nuova tecnologia per la miniaturizzazione ottica e lo sviluppo di computer quantici.

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