Tarantola: RAI, persa la fiducia dei cittadini. Per il futuro innovazione, qualità ed efficienza

Negli ultimi anni è caduto il rapporto di fiducia tra i cittadini-utenti e la Rai, rapporto che è la ragione d’essere di ogni servizio pubblico”. Esordisce così il neopresidente della Rai, Anna Maria Tarantola, durante la sua prima audizione di fronte alla commissione parlamentare di Vigilanza.

La RAI, secondo Tarantola, non si è adeguata alle trasformazioni dell’ecosistema mediale ed è rimasta ferma ai linguaggi pre-rete. Per recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini deve innovare e offrire un prodotto diverso e di maggiore qualità rispetto al recente passato. “I due poli chiave sono un buon prodotto e un’azienda molto efficiente” ha spigato la manager, aggiungendo che i nuovi vertici stanno lavorando “per ottenere un eccellente prodotto che sia anche economicamente sostenibile.”

Sergio Zavoli, presidente della vigilanza si era chiesto, in avvio di lavori, se esistesse ancora spazio per il servizio pubblico e se sussistesse ancora una ragione per la sua esistenza. Tarantola ha replicato dicendosi convinta che tale spazio esista “e si deve basare sulla qualità”. “Esiste ancora lo spazio e la necessità di un servizio pubblico, ma deve essere un po’ diverso. La Rai deve fare informazione, educazione e intrattenimento, come i privati, ma deve farle bene.”

Il presidente della commissione ha sottolineato la necessità di interventi strutturali di risanamento e riorganizzazione. La Rai ha, infatti, chiuso il primo semestre dell’anno con perdite per 129 milioni di euro, in peggioramento di circa 178 milioni rispetto al primo semestre del 2011, e le stime per fine anno non sono migliori (200 milioni di euro di perdite). “Prima di qualunque altro impegno, è necessario dare una svolta a una situazione economico-finanziaria che ha largamente e profondamente condizionato l’identità del servizio pubblico”. Servono per Zavoli “una serie di interventi strutturali, e persino radicali, negli ambiti organizzativi e nelle pratiche operative del più grande laboratorio civile e culturale della Nazione”.

Tarantola è sembrata, almeno nelle dichiarazioni, decisa ad effettuare tali cambiamenti. “Oggi la Rai deve operare in maniera diversa da come operava negli anni scorsi. Occorre una buona azienda che sappia stare sulle sue gambe in maniera efficace ed efficiente, altrimenti l’azienda muore.”

 

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