E-commerce: piattaforma lenta? Dopo 3 secondi l’utente se ne va…

Per l’e-commerce il tempo è denaro. A quantificarne il peso è Borland, società di proprietà della MicroFocus, che analizza la quantità di tempo che gli utenti trascorrono sui siti di vendite online con uno specifico tool. Lo Silk Performer, questo il suo nome, analizza i tempi di risposta dei siti e dei clienti in modo da sapere quanto tempo impiega una pagina dell’e-commerce a proporre informazioni all’utente e quanto quest’ultimo è disposto ad aspettare la risposta prima di lasciare la pagina.

Da un’analisi condotta nel trascorso periodo natalizio, emerge come qualsiasi ritardo della pagina web nella risposta all’utente influisca pesantemente sull’abbandono della  consultazione e sulla possibilità di farvi ancora ritorno.

Nello specifico, secondo Borland, un solo secondo di ritardo della piattaforma e-commerce genera l’11% in meno di pagine visitate; il 16% di riduzione nella costumer satisfaction; il 7% in meno di conversione della visita in acquisto. Tipicamente, i clienti attendono i tempi di risposta entro due secondi, mentre il 40% preferisce abbandonare la pagina dopo l’attesa di 3 secondi.

A prescindere dal dispositivo utilizzato, il dato meno incoraggiante per le piattaforme e-commerce è che l’88% dei consumatori che hanno abbandonato le pagine web, non vi fanno più ritorno per concedere una seconda occasione. Anche sul fronte mobile il dato è pesante: il 74% degli utenti abbandona il sito dopo aver atteso cinque secondi.

Secondo questi calcoli, quindi, Amazon, per ogni secondo perso, perderebbe più di 1,6 miliardi di dollari l’anno.

Giuseppe Gigante, regional marketing manager di MicroFocus ha dichiarato: “è ora dimostrabile dati alla mano, che gli utenti online perdono facilmente la pazienza quando non ricevono risposte adeguate e veloci. Molti siti di e-commerce hanno perso opportunità di guadagno, a causa degli alti livelli di traffico, proprio nei periodi migliori, e proprio a causa del ritardo nel caricamento delle pagine”.

Non mancano alcuni esempi italiani. Nel periodo natalizio, Expedia.it ha fatto registrare attese di risposta di 10 secondi nei peak time (rispetto ai 6 secondi abituali), mentre Mondadori.it è arrivata a far attendere i suoi ipotetici consumatori per un tempo di 17 secondi (più del triplo rispetto ai normali tempi di attesa).

“I siti retail devono necessariamente affrontare il problema dell’impatto dei tempi di attesa in periodi di sovraffollamento” prosegue Gigante “L’e-commerce sta crescendo e l’utilizzo di smartphone è in aumento in tutto il mondo. I dati rilasciati a dicembre 2012 da Mobile Lens dimostrano che in Italia la penetrazione dell’utilizzo di smartphone ha raggiunto il 51,2% e che l’82% di loro ha utilizzato il proprio dispositivo per cercare un prodotto o un servizio, secondo dati  Our Mobile Planet Italia. La sopravvivenza dei brand dipende ormai da una forte presenza su differenti canali, e le promozioni online sono una grande opportunità per catturare nuovi clienti. Una reazione inadeguata del sito riduce i guadagni e danneggia la brand reputation”.

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1 COMMENT

  1. Questi dati sono davvero molto molto interessanti e tristemente veritieri.

    L’aspetto secondo me più rilevante è quello relativo all’accesso ai siti dai dispositivi mobili. Dati alla mano, gli accessi da tablet e smartphone anche qui in Italia crescono di giorno in giorno e i siti pensati secondo vecchie logiche di progettazione e non ottimizzati per connessioni lente e risoluzioni dello schermo piccole allontanano molti potenziali clienti.
    Diventa quidi fondamentale per chiunque investa nell’ecommerce considerare da subito questi fattori, orientando la progettazione verso logiche di layout che siano responsive e che siano opportunamente ottimizzate per rendere snella e veloce la navigazione anche su connessioni lente tipo quelle GPRS e UMTS dei dispositivi mobili.

    Ancora complimenti per l’interessante post 😉

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