Il noto servizio di messaggistica istantanea Whatsapp potrebbe incappare in una questione legata alla sicurezza dei dati personali degli utenti. Antonello Soro, Garante della privacy italiano, ha infatti inviato una lettera di richeista di spiegazioni sulle dinamiche della raccolta dei dati da parte dell’applicazione alla stessa società americana.
La app Whatsapp, una volta installata, raccoglie i dati telefonici di tutti i numeri che l’utente ha in rubrica. Il problema, secondo il Garante, è che l’app ha accesso automaticamente anche ai numeri delle persone che non hanno scaricato sul proprio dispositivo il servizio di messaggistica. In questo senso, la preoccupazione di Soro è quella di capire come preservare i dati di quegli utenti che si trovano coinvolti senza il loro consenso.
“Alcune caratteristiche nel funzionamento dell’applicazione comportano implicazioni e rischi specifici per la protezione dei dati personali degli utenti”, afferma il Garante che oltre al problema dell’accesso ai dati, si pone anche altre questioni relative al come i dati vengono conservati e per quanto tempo, e qual è il numero degli account riferibili a quelli italiani.
L’intervento dell’Autorità scaturisce dagli esiti di un recente rapporto dei Garanti canadesi ed olandesi, che hanno portato alla luce informazioni che potrebbero comportare implicazioni e rischi specifici per la protezione dei dati personali degli utenti. La verità, però, è che sono in molte le app, soprattutto quelle dei videogiochi, su cui bisognerebbe richiedere un controllo severo delle impostazioni di privacy. Se si effettua un login con Facebook, per esempio, ci si appoggia al sistema e alle regole di privacy (in teoria sicure) del social network. Ma se ci si iscrive (e quindi si fa login) indipendentemente e sulla sola piattaforma del gioco, non si sa bene in che modo i dati degli utenti vengono salvaguardati.
Secondo l’avvocato Giangiacomo Olivi, specializzato in tecnologia e proprietà intellettuale, “il provvedimento del Garante è importante per almeno due motivi: il primo, è che ci sia un interessamento rispetto a soggetti che non sono italiani”, come Whatsapp, che ha la sede in California, “e che potrebbe portare a una maggiore attenzione in futuro […]; l’altro aspetto importante è che vi è stata una collaborazione internazionale tra i Garanti olandese e canadese, e quindi italiano: vuol dire che cominciano a delinearsi dei principi generali e sovranazionali di data protection, per quanto poi gli ordinamenti restino nazionali”.
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