Diritto d’autore: ok dal parlamento tedesco alla “lex Google”

Brutte notizie per Google dalla Germania: il Bundestag, il parlamento tedesco, ha approvato la cosiddetta lex Google, che per difendere gli introiti degli editori, impone ai motori di ricerca on-line e agli aggregatori di notizie il pagamento di una tassa di licenza per la pubblicazione dei contenuti editoriali sui rispettivi siti.

Con la legge, voluta e votata dalla maggioranza di centrodestra pur con qualche defezione, il Bundestag estende anche all’editore la tutela del diritto d’autore. Nella versione definitiva della legge è stato tuttavia inserito un passaggio che permetterà la pubblicazione di singole parole o di parti ridotte dei testi (snippet). E che secondo i critici toglie efficacia alla stessa normativa, cui hanno votato no le opposizioni di centrosinistra. Per tentare di bloccare l’approvazione della legge il motore di ricerca Google aveva organizzato un’imponente campagna on-line, che però non ha suscitato il movimento d’opinione sperato. A manifestare contro l’approvazione davanti al Bundestag, oggi si sono ritrovate solo una ventina di persone, riporta la stampa locale.

La posizione del gigante di Mountain View sulla questione era stata ben sintetizzata da un’efficace similitudine: imporre ai motori di ricerca una tassa sul traffico internet generato verso le case editrici è come se un ristorante chiedesse un contributo al taxi che gli porta i clienti. 

La legge sarà definitiva, però, solo dopo aver ricevuto l’approvazione del Bundesrat, il Consiglio federale, previsto per il 22 Marzo. Dopo la prova di forza tedesca, Google correrà ai ripari proponendo anche alla Germania un accordo come quello stipulato con la Francia di Hollande?

Facebook Comments

1 COMMENT

  1. Lex Google: ottimo passo avanti nella regolamentazione della diffusione di informazioni e opere di ingegno intellettuale in rete ma va perfezionata. Ha ragione Google a paragonare gli editori ai taxisti. La tassa infatti dovrebbe essere pagata agli autori e non agli editori che ne acquistano per la diffusione sulla carta stampata solo una parte del diritto. Gli editori non possono appropriarsi dei diritti di autori per una diffusione che non dipende da loro. Una tassa è giusta ma deve essere a favore degli autori. Google in questo caso è egli stesso un editore che pubblica opere di ingegno intellettuale di altri.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here