UE: Italia ancora in ritardo sull’Agenda Digitale

Italia ancora in ritardo nel campo delle connessioni a banda larga e di ultima generazione (NGA). A confermarlo, la Digital Agenda Scoreboard 2013, il rapporto annuale della Commissione europea che valuta l’avanzamento dell’Agenda Digitale. Il ritardo, è stato registrato sia sull‘adozione delle nuove tecnologie di rete sia sull’uso medio di Internet e del Web del Paese.

Secondo il rapporto, solo il 53% di italiani, infatti, accede regolarmente al web almeno una volta a settimana, contro il 70% della media europea.

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La  quota di connessioni ad alta velocità (almeno 30 Mbps) è inferiore alla media Ue, a fronte di un uso della banda larga mobile al di sopra della media. Il 51% dei naviganti italiani accede al web almeno una volta al giorno, in aumento rispetto al 49% del 2011 ma pur sempre inferiore alla media europea del 59%.

Ancora forte il digital divide: la quota di persone che non ha mai usato Internet è del 37%, sicuramente in calo dal 39 per cento del 2011 ma quasi il doppio del 22% della media Ue.

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Secondo i dati di Bruxelles, inoltre, nel 2012 la banda larga fissa copriva il 98,4% delle case ( contro una media del 95,5% nella Ue) mentre le NGN erano disponibili solo per il 14% delle case  (53,8% nell’Ue). Nel gennaio del 2013, l’operatore dominante (Telecom Italia) ha avuto una quota di mercato ben al di sopra delle media europea  (51,4​​% rispetto al 42,3% nell’Ue).
La tecnologia più comune è il Dsl che riguarda il 96,3% di tutti gli abbonamenti a banda larga. A gennaio 2013, il 22,5% della popolazione aveva un abbonamento a banda larga fissa, sotto la media Ue del 28,8% ma a +0,2% dello stesso periodo del 2012.

L’Italia si conferma invece in linea con le medie europee per quanto attiene a Internet mobile. La banda larga mobile HSPA era disponibile per il 96,5% della popolazione nel 2012, quando non c’era ancora copertura LTE, quarta generazione di reti internet mobile. Il tasso di utilizzo di banda larga mobile era del 14,3% nel gennaio 2013, ben al di sopra della media del 9% in Europa.

Nel rapporto la Commissione nota però che mancano le reti di Internet mobile di nuova generazione e in generale permane un gap sulle competenze degli italiani. Solo un 56% della popolazione dispone infatti di una qualche preparazione sull’uso dei computer, contro il 67% della media Ue.

Anche l’e-commerce in Italia sembra non decollare. Nel 2012 solo il 17% degli italiani ha effettuato almeno un acquisto online, un dato quasi invariato fin dal 2010 a fronte del 45% della media europea. Se poi si parla di acquisti via Internet di beni in altri paesi allora la percentuale crolla al 5%. Lo shopping online da venditori nazionali è altrettanto basso: un 13%, inalterato dal 2010 e ben al di sotto della media Ue del 41%.

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Dati ancora più allarmanti sui servizi di e-Goverment, in cui l’Italia ha addirittura compiuto dei passi indietro nel 2012 con solo un 19% di popolazione che ha sfruttato questo canale, 3 punti in meno rispetto al 2011 e contro il 44% della media europea. Quote che potrebbero cambiare con l’entrata in vigore delle iscrizioni scolastiche via Web.
Secondo il rapporto dell’Ue, questo problema riguarda essenzialmente i privati cittadini, perché la percentuale di imprese che usa Internet per interagire con la pubblica amministrazione, all’84% è invece abbastanza vicina all’87% della media europea.

A livello europeo, Bruxelles rileva che la banda larga di base è presente praticamente ovunque in Europa. Le connessioni via satellite sono migliorate e contribuiscono a collegare il 4,5% della popolazione che non ha accesso alla banda larga di base su rete fissa; il 54% dei cittadini dell’Unione dispongono della banda larga a velocità superiore a 30 Mb. L’accesso a Internet nel vecchio continente è sempre più mobile: il 36% dei cittadini dell’Unione si connette a Internet a partire da un computer portatile o da un dispositivo mobile (l’accesso a partire da cellulare è passato dal 7% del 2008 al 27% nel 2012). Nel giro di un solo anno è triplicata la copertura della telefonia mobile di quarta generazione (LTE) che è passata al 26%. Solo il 2% delle famiglie è abbonato alla banda larga ultraveloce (sopra i 100 Mb/s), ben al di sotto dell’obiettivo del 50% entro il 2020.

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