Via libera a web tax: Google e soci dovranno avere partita IVA italiana

L’Italia fa da apripista nel mondo e introduce la cosiddetta “Web tax”, sulla quale a Bruxelles si discute da diversi mesi. La novità arriva con un emendamento alla legge di stabilità approvato dalla commissione Bilancio della Camera, con il governo che si è rimesso alle decisioni del Parlamento, dando cioè un tacito assenso. La nuova imposta prevede che i giganti del Web, da Google ad Amazon, dovranno avere la partita Iva italiana. La norma, infatti, prevede che “i soggetti passivi che intendano acquistare servizi online, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana”.

In questo modo i volumi di vendita realizzati in Italia (sia nella vendita di pubblicità che nell’e-commerce, che nel gioco on line) sarebbero anche fatturati nel nostro Paese, con il conseguente gettito, mentre oggi vengono fatturati in altri paesi con regimi fiscali agevolati (per esempio l’Irlanda). La commissione ha pure approvato un emendamento che mira alla tracciabilità: esso stabilisce che l’acquisto di servizi di pubblicità on-line deve essere effettuato mediante bonifico bancario o postale.

Da molti visto come un enorme ostacolo all’espansione dell’economia digitale di cui, invece, l’Italia e l’Europa hanno bisogno, il provvedimento secondo molti è palesemente in contrasto con i princìpi del mercato unico e della libera circolazione dei servizi, tale che si potrebbe palesare per l’Italia anche l’apertura di possibili procedimenti d’infrazione.  D’altra parte, però, è la stessa Europa ad aver avviato in questi anni una dura lotta alle grandi del web, sospettate di evasione fiscale. 

La notizia dell’approvazione della web tax, arriva a pochi giorni da un altro contestato pronunciamento, questa volta dell’Agcom, a tutela del diritto d’autore online. 

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here