#SocialCare in 10 punti… secondo la Befana

Notte. Silenzio. Attesa. È la sera della Vigilia. Di Natale? No. Dell’Epifania. Che «tutte le feste» si porterà anche via ma… che gioia era per lui aspettarla, la vecchietta che «vien di notte, con le calze tutte rotte», magicamente però piene, al mattino, di doni e dolcetti! Così piccolo, così convinto: che la Befana esista. «Eccome, se esiste!». E s’incavola pure, quando arriva, se trova qualcuno ancora sveglio a spiarla. Tutti a letto, di corsa! Se no se ne va e non ti lascia nulla.

Restar a bocca asciutta? No, grazie. Neanch’io l’ho mai voluto. Così stanotte ho dormito sonni profondi perché la Befana al suo arrivo non mi scoprisse desta: ché anch’io ci credo, eh! Ed ecco il premio: una bella calza colorata, piena di dolci – e qualche carbone – stamani sotto il camino. Da condividere con voi: così recitava il suo biglietto.

Ecco qui allora la nostra “Epifania”: 5 pezzi di carbone e 5 dolci della nostra specialissima calza. Cinque spunti di riflessione, “compiti a casa” ostici in apparenza, da capire e fare propri, conoscere e riconoscere, svolgendoli sino in fondo. E cinque “punti di ristoro” dove scoprirai di star bene vivendoli: giardini da coltivare e far fiorire, godendo alla fine del traguardo.

  • Il Labirinto. Ecco il primo “pezzo di carbone” del nostro 6 gennaio. «Non siamo stati cattivi noi, è il mondo!». A noi però sta chiederci: «Come ne esco?». A noi il compito di metterci in gioco, bevendo l’amaro calice per scoprirne poi il retrogusto di salvezza. Studiando vie d’uscita, ai macro-problemi come ai “micro”: anche la più volte discussa virata pubblicitaria dei Social, spiazzante per l’utente come per il Community Manager, che si ritrovano a un tratto con Paid Media, l’opposto di quanto sempre avuto per le mani.
  • Il Dollaro. Altro punto dolente: spese impreviste ma necessarie. Investimenti inattesi per far fronte alle novità: in pubblicità, ad esempio, per chi può. E non basta: è moneta necessaria, non sufficiente a uscir dal labirinto. Due volte ardua dunque se, oltre a presentare già tanti ostacoli, ci si fossilizza ritenendola risolutiva.
  • Gli Scacchi. L’inevitabile peregrinare nel giostrarsi fra soluzioni alternative, in un ripensamento radicale della strategia di comunicazione, tra i sentieri inesplorati del villaggio social: un gioco, una via crucis necessaria ma anche stavolta insufficiente da sola.
  • La Babele. La Babilonia in cui aziende e chi le rappresenta si sentono catapultati dopo tante strade, tanti “pezzetti di carbone” trangugiati a forza, compreso il tentato cambiamento di iniziare a parlare tutti in lingua social – con esiti incerti – e il conseguente spaesamento di chi fino a ieri aveva un orticello tutto suo e ora deve reinventarsi in chiave unica.
  • Aiuto. Voce del verbo “aiutare”, «io aiuto»: il lungo ma decisivo percorso dell’accettazione della metamorfosi per cui io mi pongo al tuo servizio e solo così arrivo al traguardo. Un altro “pezzo di carbone”, perché trasformarsi è dura: ma anche l’ultimo. È la «Youtility», un marketing «about Help, not Hype», tanto «utile» che si pagherebbe per averlo, ove «non si vende solo qualcosa», ma si aiuta con sincerità il prossimo, reso così «cliente per la vita».

Ecco una exit strategy, una possibile via di fuga dalla crisi, verso la luce di un rinnovato impulso al business: Social Care a 360 gradi, che si dona prendendo per mano e camminando coi propri amici. «May I help you?»: «Posso aiutarti?». Incondizionatamente. «Sii utile». Prima ascolta, poi rispondi.

Andiamo al dolce?…

  • Il Volontario. Ossia lo stato in cui dobbiamo metterci rispondendo all’appello: «Vuoi vendere? Aiuta». Un monito, un altro apparente “compito a casa” che dischiude però il cuore dolce del traguardo. Il social che si fa quasi davvero “sociale”, il marketing che assume paradossalmente i tratti del “volontariato”, è premiato dal comprendere che solo se io se sarò utile al cliente questi resterà con me. Solo se non penserò a me, lui penserà a me. Cuore, amore, dedizione, spirito di servizio: se mi do al 100% tu mi darai la tua fiducia. Solo così mi crederai. E comprerai.
  • The Dark Side. “Dolce” qualcosa che si presenta “oscuro”? Sì, se è il «lato oscuro del marketing»: il «pensiero laterale» di Edward De Bono, che coglie il challenge, la sfida dell’innovazione.
  • Pani e pesci. Come quelli che – non ce ne voglia il Cielo per l’ardita metafora – si moltiplicano evangelicamente per miracolo e sono cifra di quella ricchezza inaspettata che anche noi conseguiamo solo dividendo e condividendo. La nostra è una «Knowledge economy», economia della conoscenza, che crea valore a partire dall’uomo, le risorse umane, il “capitale umano”, col suo patrimonio di know how e creatività. Ma questo, in una svolta che si fa carico della sfida dell’innovazione, si moltiplica esponenzialmente se condiviso nelle infinite connessioni di network e social network: in un’economia “collegata”, partecipata, Sharing Economy ove si fa ricchezza autentica – risorsa sociale, economica e solidale. Ricchezza “è” condivisione, è Social Care: «Ti do, dunque prendo».
  • L’Hashtag. Non come “artificio stilistico” da malati di Twitter ma come segno che funga da alert, sveglia nel cervello, identificando le parole chiave da porre in essere: #SocialCare, #SharingEconomy. Ricchezza = Condivisione. Il nuovo marketing su Social si fa essendo utili.
  • Comunico assistendoti. Assisto comunicandoti. Questa la “dolce” consapevolezza finale raggiunta, che indica l’orizzonte per le scelte future. «Io aiuto te, che aiuti me». Altruismo egoista, egoismo altruista: «Money never sleeps», ma stavolta (anche) realizza sogni.

 

 

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