Akamai: cresce la velocità delle connessioni, in Italia adozione della banda larga ferma al 49%

Akamai Technologies ha pubblicato il Rapporto sullo Stato di Internet relativo al terzo trimestre 2013. Basato sulle informazioni raccolte dalla Akamai Intelligent Platform, il rapporto offre un’analisi approfondita di dati quali, tra gli altri, velocità di connessione, penetrazione di Internet e origine degli attacchi informatici.

Velocità di connessione

Nel terzo trimestre 2013 continua a crescere la velocità media di connessione globale in Europa che, con un incremento del 10% rispetto al trimestre precedente, si attesta intorno ai 3.6 Mbps. In particolare, sono i Paesi Bassi ad aver registrato la crescita maggiore del trimestre (pari al 23%), con una velocità di connessione media di 12.5 Mbps. In Italia, la velocità media di connessione nel terzo trimestre 2013 si conferma intorno ai 4.9 Mbps, più veloce del 24% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. Il picco medio di velocità di connessione raggiunto nel nostro Paese è pari a 18.2 Mbps, inferiore del 4.9% rispetto allo scorso anno e del 22% rispetto al trimestre precedente. L’Italia è l’unico Paese europeo ad aver registrato un picco di velocità di connessione al di sotto dei 20 Mbps.

Connettività high broadband

Positivo trend di crescita in tutta Europa anche per quanto riguarda l’high broadband (superiore ai 10 Mbps). Tra i Paesi Europei ad aver registrato il maggiore incremento rispetto al trimestre precedente vi sono i Paesi Bassi (+45%), seguiti da Danimarca (+38%), Belgio (+36%), Repubblica Ceca (+31%), Svizzera (+6.7%) e Lettonia (3.7%). Svariati Paesi hanno poi osservato incrementi a tre cifre: Turchia (+215%), Francia (+188%), Regno Unito (+151%), Repubblica Ceca (+136%), Irlanda (+126%), Belgio (+117%), Paesi Bassi (+106%), Portogallo e Germania (entrambi +104%).

Numeri decisamente più contenuti per l’Italia che, rispetto allo scorso trimestre, vede attestarsi l’adozione di high broadband ad un + 0.5%. Ad oggi il 3.7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, una crescita del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sebbene l’adozione della banda larga sia aumentata del 93% rispetto al 2012, essa è però diminuita del 6.4% rispetto al trimestre precedente, stabilizzandosi al 49%. Italia e Turchia sono le uniche nazioni europee a registrare un tasso di adozione broadband inferiore al 50%.

Nell’ultimo Rapporto sullo Stato di Internet abbiamo osservato un continuo aumento della velocità media di connessione, così come del tasso di adozione di broadband e high broadband. Crediamo che questi trend siano indicativi di un generale miglioramento della qualità e delle performance della connettività al web a livello globale”, spiega l’autore del Rapporto sullo Stato di Internet, David Belson di Akamai.

Penetrazione globale di Internet

Oltre 760 milioni di indirizzi IPv4 unici in 239 Paesi si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform nel terzo trimestre 2013, l’1.1% in più del trimestre precedente e l’11% in più rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. Poichè, in molti casi, un singolo indirizzo IP rappresenta più individui, Akamai stima che il numero totale di utenti web unici connessi alla sua piattaforma durante il trimestre in questione sia ben superiore al miliardo. A livello globale, il numero di indirizzi IPv4 unici connessi ad Akamai è salito di 123 milioni rispetto al 2012. L’Italia permane in nona posizione nella top ten globale nonostante una diminuzione del 5% rispetto allo scorso trimestre, assestandosi a poco più di 19 milioni di indirizzi connessi.

Tasso di adozione di IPv6: il maggior incremento si registra in Europa

Per la prima volta, il Rapporto sullo Stato di Internet include dati relativi all’adozione di indirizzi IPv6: nella top ten globale figurano ben sette nazioni europee mentre in Asia solo una, il Giappone. Nel corso del terzo trimestre 2013, i livelli di traffico IPv6 sulla Akamai Intelligent Platform sono cresciuti da 176.000 hit al secondo a più di 277.000. Il traffico IPv6 mostra inoltre una certa ciclicità, in quanto i volumi tendono a diminuire ogni sabato, a indicare un maggior livello di adozione di indirizzi IPv6 da parte delle aziende che non a livello di singoli utenti.

Connettività mobile

Il terzo trimestre 2013 ha registrato una velocità media di connessione mobile tra i 9.5 Mbps e gli 0.6 Mbps, con picchi tra i 49.8 Mbps e i 2.4 Mbps. Diciotto operatori hanno registrato velocità di connessione da banda larga (superiori, cioè, a 4 Mbps). I dati raccolti da Ericsson indicano che il volume del traffico di dati mobile è cresciuto del 10% rispetto al trimestre precedente e dell’80% rispetto a un anno fa.

In base ai dati raccolti da Akamai IO, durante il terzo trimestre 2013, circa il 38% delle richieste globali su reti cellulari connesse alla Akamai Intelligent Platform sono state originate da dispositivi che utilizzano l’Android Webkit, seguiti da Safari Mobile (24%). Se invece analizziamo tutti i network (non solo quelli cellulari), da Safari Mobile sono giunte circa il 47% delle richieste e da Android Webkit circa il 33%. In Europa, il provider che ha offerto la velocità di connessione maggiore si trova in Russia, con 9.1 Mbps, seguito da un operatore ucraino (8.7 Mbps) e uno austriaco (7.1 Mbps).

In Italia esiste un divario di circa 1.6 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (4.5 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (2.9 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 25.6 Mbps ai 19.0 Mbps.

Attacchi informatici: la minaccia cinese

Ultima nota sugli attacchi informatici:  nel terzo trimestre 2013, con il 35% degli attacchi generati, la Cina è tornata ad essere la principale fonte di minaccia al mondo, scalzando l’Indonesia che scende in seconda posizione con il 20% degli attacchi. Permangono in terza posizione gli Stati Uniti con l’11% degli attacchi. Rispetto al precedente, nel trimestre in esame, è aumentato di oltre 3 punti percentuale il numero di attacchi provenienti dall’Europa che, in totale, ha generato il 13.5% degli attacchi osservati, 0.7% dei quali originati in Italia.
 

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