Ue a lavoro su regolamento dati personali. Approvazione sotto la presidenza italiana?

La Commissione europea sta lavorando su un nuovo Regolamento per la gestione dei dati personali e punta a farlo approvare entro la fine del 2014. La riforma è attesa da tempo (l’attuale normativa risale al ’95, quando internet non era diffuso) e lo scandalo del Datagate ha mostrato l’importanza strategica della materia. Si calcola che nella sola Ue il trattamento dei dati personali valga oggi 50 miliardi di euro all’anno e che nel 2020 il valore salirà a 350 miliardi.

Il punto sui lavori per il nuovo regolamento è stato fatto oggi a Roma, in occasione della Giornata europea della protezione dei dati, nel corso di una tavola rotonda alla Rappresentanza in Italia della Commissione. “Gli elementi centrali della riforma sono tre – ha spiegato Bruno Gencarelli, vicecapo dell’Unità di protezione dei dati personali della Commissione -: armonizzazione e semplificazione della disciplina europea, potenziamento dell’applicazione della norma, rafforzamento dei diritti dei singoli”. Sul primo punto, il Regolamento sostituisce la normativa esistente, una direttiva del ’95, uniformando le regole in tutti i paesi membri. Viene introdotto uno sportello unico per gli operatori, che sono soggetti soltanto all’autorità di vigilanza del proprio paese, anche se lavorano in altri stati membri. Il regolamento elimina burocrazia e autorizzazioni preventive, puntando sul controllo ex post. Altri obblighi verranno calibrati sulla base del rischio per la privacy e delle dimensioni degli operatori, liberando le piccole e medie imprese da adempimenti farraginosi. La Commissione prevede che la semplificazione porterà a un risparmio di due miliardi di euro all’anno per le imprese. Per quanto riguarda l’applicazione, ha spiegato Gencarelli “il Regolamento prevede precisi poteri sanzionatori, con multe fino al 2% del fatturato mondiale delle imprese”. Sui diritti dei singoli, le novità riguardano il consenso esplicito, il “diritto all’oblio”, cioè alla cancellazione di dati personali da internet, la portabilità dei dati (ad esempio da un social network all’altro), la tempestiva informazione agli interessati e all’autorità garante di diffusioni accidentali o accessi illegittimi.  “Ci sono gli elementi per un accordo politico – ha aggiunto Gencarelli -. L’obiettivo della Commissione è l’adozione della riforma prima della fine di quest’anno, durante la presidenza italiana“.

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