La moneta elettronica che avanza in punta di piedi come un ladro dentro una banca…

Quello di Zenone era un paradosso e se l’Italia continua a procedere con la lentezza di una tartaruga verrà sempre superata dagli altri Paesi europei. Manca coraggio senza dubbio, ma soprattutto manca coordinamento, mancano le azioni di sistema che fanno di un Paese un Grande Paese. Quelle azioni dirompenti che riescono ad attrarre l’attenzione di tutta la cittadinanza, perché coinvolgono in varia misura tutta la popolazione. Quel genere di azioni che cambiano la vita di ogni giorno, non rivoluzionano la quotidianità ma segnano un epoca, per esempio: l’introduzione dell’euro, l’obbligo della cintura di sicurezza, il divieto del fumo nei locali pubblici. Misure semplici, chiare, coordinate, uguali per tutti e di cui si percepisce nettamente la portata innovativa. Queste misure, giuste o sbagliate che siano, sono concrete e raggiungono il loro obiettivo.

achille e la tartarugaNon è il caso del decreto relativo allobbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito ai sensi dellart. 15 comma 5 del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito con modificazioni dalla legge del 17 dicembre 2012, n. 221. L’idea che alla base del Decreto crescita 2.0 era molto diversa: si voleva dare una svolta digitale, un testo dalla portata innovativa dirompente che con semplicità dava il diritto ad ogni cittadino di pagare qualsiasi cosa senza avere un euro in tasca ma utilizzando la moneta elettronica. Un intervento che partiva dal basso e dava un’accelerata alla moneta elettronica non ponendo obblighi, ma garantendo un diritto: quello di prendere un taxi e pagare con il bancomat, quello di fare una visita dal medico, estetista, parrucchiere, fruttivendolo, idraulico e pretendere di pagare in chiaro. Una misura semplice e uguale per tutti, senza deroghe, perché solo così poteva diventare un diritto del cittadino e una vera lotta all’evasione attraverso la trasparenza delle transazioni. Una misura sociale, una rivoluzione che partiva dal basso e che avrebbe contagiato tutti, semplicemente perché più:

  • comoda e sempre a disposizione,
  • senza confini perché valida in tutto il mondo,
  • sicura dai furti e smarrimenti molto più frequenti dei crimini informatici
  • tracciabile non solo dallo Stato ai cittadini come lotta antievasione, ma anche dai genitori ai propri figli per controllare le loro spese.
  • economica perché riduce il costo del contante con risparmi stimati dalla Banca d’Italia per 8 miliardi di euro annui di cui il 49% a carico delle Banche e il 51% delle imprese e cittadini, che diventano 130 miliardi di euro se si considera il costo dei pagamenti in tutta l’Europa.

Il Decreto crescita 2.0 ha affidato a un ulteriore decreto interministeriale la definizione delle specifiche tecniche relative al diritto di pagare anche con moneta elettronica. Tale provvedimento avrebbe dovuto determinare, assieme alla filiera dei circuiti di pagamento, bancari e non bancari, la riduzione dei costi di commissione addebitati agli esercenti, considerati il maggior deterrente, a livello europeo, alla diffusione della moneta elettronica.

Insomma, era necessaria una di quelle misure di sistema di cui parlavamo all’inizio che avrebbe permesso all’Italia di scalare qualche gradino nelle classifiche mondiali in cui, anche in questo campo, siamo fanalino di coda.

Purtroppo, abbiamo perso anche quest’occasione e passando dalla logica di garantire un diritto al consumatore di pagare anche con carte di debito, all’obbligo, difficilmente monitorabile, di accettare pagamenti attraverso carte di debito nel caso dei soli “pagamenti effettuati allinterno dei locali destinati allo svolgimento delle attività di vendita o di prestazioni di servizio ed esclusivamente nel caso in cui il fatturato del soggetto che effettua lattività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi [] sia superiore a 300 mila euro [].  Quindi, tirando le somme, i costi di commissione addebitati agli esercenti sono rimasti troppo elevati e il ristoratore, dentista, avvocato, ecc. potrà continuare a negare ai suoi clienti l’utilizzo della moneta elettronica con la scusa di non dover dichiarare loro il proprio reddito.

L’ennesima norma che sarà nota a pochi e rispettata da ancora meno, l’ennesimo intervento inutile in cui il timore del cambiamento annienta le strategie di innovazione e ci condanna a questo pessimo status quo.

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