Orizzontalità e knowledge experience, i due cardini del social business

Interrogarsi su cosa sia “Social” e cosa non lo sia è un compito sempre più arduo vista l’elevata compenetrazione tra nostra sfera privata e l’ epidermica necessità nel condividere virtualmente la nostra quotidianità. Questo compito diventa ancora più complicato nel momento  in cui ci chiediamo quale è il valore aggiunto che questa voglia di “Social-izzare” conferisce alla nostra vita.  La risposta, potrà stupire, la si trova in un modello di business che ribalta il paradigma: il business- social. Un gruppo di imprenditori, anche italiani, ha notato che esiste un’altra via, che può stare nel “Mercato” ma non anteporre i propri principi ai valori delle comunità in cui opera. Il concetto sembra fumoso, ma si concretizza in  processi semplici e lineari riassumibili in due cardini: “orizzontalità” e “knowledge experience”.

coca_colaSecondo questa linea di pensiero, un business, per essere integrato, deve propagarsi orizzontalmente nel mercato, deve essere condiviso, deve essere compartecipato con il cliente finale e non solo. Si pensi all’iniziativa di marketing di “Coca-cola” e si cerci di focalizzare esclusivamente quell’aspetto, ha reso partecipi milioni di clienti, trasformando il rapporto  da formale ad uno informale, chiamandoli semplicemente per nome.

Si pensi, ancora, ai progetti che alcune imprese agricole italiane stanno intraprendendo in Sud America, dove, la compartecipazione tra investitore, produttore e cliente finale è così stretta che non si limita a creare un prodotto ad immagine e somiglianza del cliente, ma condivide l’intera linea di produzione fondendo armoniosamente culture e tecniche molto distanti.

Il beneficio innegabile, testimoniato dai primi risultati, ci introduce al secondo concetto che questo modello ha come cardine: la “knowledge experience”. Infatti, nel rispetto del “social” in cui si va ad innestare il business, l’imprenditore cambia il suo approccio e si pone come uno dei soggetti costruttori del progetto e non come il solo. Esempio lampante può essere il Gruppo Manara, dove in Colombia, dopo aver aperto un’interessante dialogo con le comunità locali e le maggiori Università del paese, sta studiando modalità di integrazione sociali, tecniche e scientifiche nel vasto  campo dell’agricoltura.

Ulteriore elemento di “conoscenza che nasce dell’esperienza è lo share dei risultati. Tale principio si fonda, come i precedenti, sul rendere partecipi non solo gli stakeholders ma anche gli shareholders nel senso più ampio, ovvero includere nei processi decisionali, ove possibile, comunità, soggetti, associazioni e e P.A. Costruire un business che non miri esclusivamente ad essere accettato (e quindi vendibile) ma partecipato permette di dare una longevità maggiore e soprattutto minimizza la conflittualità (risvolto soprattutto sociale ma anche economico)

Ciò è possibile creando però una rete all’interno della società in cui si opera, pensata come fruibile a tutti, sia nei contenuti (dati semplici e chiari, analisi lineari..i) che nel contenitore (accesso alla rete internet, interfacce rapide ed intellegibili…).

Questo breve articolo, è la testimonianza, di quello che può essere la “knowledge experience”, probabilmente  la parola Social Business non cambierà, oggi, le nostre vite ma abbiamo scoperto che può essere un termine…”palindromo”.

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