Copyright: regolamento AgCom impugnato da Anso, Femi e Open Coalition

Il discusso Regolamento relativo alla tutela e promozione del diritto d’autore online, varato a dicembre dall’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, è stato impugnato dinanzi al TAR del Lazio da ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online) insieme a FEMI, (Federazione Media digitali Indipendenti) e Open Media Coalition, coalizione di associazioni impegnate nella promozione e difesa della libertà di informazione. L’apprezzamento da parte dei produttori di contenuti e la “difesa” argomentata da Angelo Cardani a gennaio scorso alla Camera, non hanno fermato l’azione delle tre associazioni che, assistite dagli avvocati Guido Scorza, il nostro Ernesto Belisario e Salvati, mirano a ribadire l’obbligo del rispetto della legalità, della costituzione e delle libertà fondamentali, messe a repentaglio da un insieme di regole con cui  AgCom si sarebbe sostituita al Parlamento e ai Giudici Ordinari ai quali la legge sul Diritto d’autore attribuisce la giurisdizione esclusiva in materia di proprietà intellettuale. Senza contare che gran parte che il Regolamento espone tutti gli imprenditori che maneggiano contenuti digitali online a oneri e responsabilità che, di fatto, “scaricano” su di loro l’intero mercato della pirateria.

“Qualcuno scriverà certamente che siamo dalla parte dei pirati” – dicono i rappresentanti delle tre associazioni – “ma non è vero. Siamo semplicemente convinti che non si possa tutelare una categoria di diritti, calpestandone altri. La libertà di informazione, il diritto al giudice naturale, il diritto ad un giusto processo ed ad un giusto procedimento sono, tutti principi che, sfortunatamente, AgCom ha scelto di ignorare. Che lo abbia fatto per una buona causa non vale a rendere meno grave quanto accaduto e, soprattutto, a rendere legittimo il Regolamento”.

Ora la palla passa ai Giudici amministrativi e il caso potrebbe valicare i confini italiani e arrivare ai Giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e, forse, anche a quelli della Corte Europea dei diritti dell’uomo. “Credo sia solo un fatto di democrazia – dice l’Avv. Scorza – In un Paese normale se non si condivide la decisione di un’Autorità, prima si cerca il confronto ed il dialogo e, poi ci si rivolge ad un Giudice perché stabilisca chi ha ragione e chi ha torto e, eventualmente, ristabilisca la legalità”.

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