Donna manager in web agency: Milo Soardi

MiloSoardi
Milo Soardi è General Manager in Nerocreativo e docente di Elementi di comunicazione giornalistica presso l’Accademia di Belle Arti di Santa Giulia.

Milo Soardi, occhi e capelli scuri, gran sorriso, geek inside. General Manager in Nerocreativo, una web agency piuttosto conosciuta soprattutto per il design, è anche docente di Elementi di comunicazione giornalistica I (ovvero di web copywriting) presso  l’Accademia di Belle Arti di Santa Giulia. Tre anni fa ha portato, insieme ad altre 4 ragazze, la realtà delle Girl Geek Dinners a Brescia. La passione per le nuove tecnologie per Milo sboccia negli anni dell’università. “Nel 2004 – racconta – ho partecipato al premio Philip Morris per il marketing nel quale era richiesto di elaborare un piano di web marketing per promuovere il sito dell’azienda Maserati. Da lì ho iniziato ad approfondire il tema della comunicazione online e non ho più smesso. Terminata l’università ho lavorato come assistente marketing presso un grosso Outlet Village in cui mi occupavo principalmente del sito internet e della comunicazione lato web, il resto è venuto da sé”.

Il primo computer, negli anni delle elementari, un Macintosh Classic utilizzato esclusivamente per giocare mentre il primo cellulare nel 1999 acquistato appena terminato l’esame orale di maturità. “Era un Nokia 5110 – ricorda Milo Soardi con un tocco di malinconia – con la cover rossa”.

Il percorso di studi non è di quelli strettamente legati all’informatica: diploma di maturità classica e laurea in Economia e gestione aziendale. “L’idea era quella di prendere una specializzazione in Marketing e comunicazione – dice Milo – ma, iniziando a lavorare full time, mi sono fermata al 6 esame”. L’aggiornamento ovviamente non finisce mai e passa dal feed oltre che da Zite.

Tre consigli che daresti a chi vuole fare la tua stessa attività

Innanzitutto essere curiosi. Sono fermamente convinta che la curiosità faccia la differenza nella vita e nel lavoro. Curiosità intesa come voglia di andare a fondo nelle cose, non ascoltare una sola campana ma approfondire i diversi punti di vista e farsi una propria idea su ogni singolo argomento.

Poi mettersi costantemente in discussione, non sentirsi mai arrivati ma cercare di migliorarsi sempre e, infine, confrontarsi e condividere le proprie idee. La diversità (di pensieri, di background, culturale, linguistica) è una grandissima ricchezza ed è sempre fonte di grandi stimoli e nuove idee.

Tre ostacoli incontrati e il modo in cui li hai superati

Credo di essere stata molto fortunata ma non ho incontrato grossi ostacoli lungo il mio cammino lavorativo, in parte anche per il “caratterino” che mi ritrovo. Sono una persona molto diretta e sincera, quando ci sono incomprensioni e difficoltà le affronto senza farmi troppi problemi con estrema onestà e forse questo mi ha permesso di superare sempre i piccoli problemi quotidiani senza trovarmi dei veri e propri ostacoli lungo il percorso. Inoltre sono piuttosto incosciente e non ho paura del cambiamento quindi quando non vedo più possibilità di crescita, mi viene chiesto di scendere a patti o non colgo più nuovi stimoli tendo a buttarmi in qualcosa di nuovo senza troppi timori.

Un libro che ha cambiato il modo di pensare

Più che aver cambiato il mio modo di pensare c’è un libro che mi ha fatto molto riflettere rafforzando delle mie convinzioni ed è “The filter bubble” di Eli Pariser. Credo che contenga dei suggerimenti importanti per avere un approccio e una visione corretta dell’utilizzo dei vari servizi web che quotidianamente utilizziamo. C’è una parola a cui sono molto legata ed è “serendipity” e sono fermamente convinta che la “personalizzazione” verso cui tende sempre più il web sia molto limitante poiché ci offre appunto una visione “filtrata” del mondo. Io preferisco perdere più tempo nella ricerca delle informazioni online ma imbattermi in contenuti che sono io a decidere se scartare o meno.

Determinazione, curiosità, impegno, instancabilità. E soprattutto l’originalità, quella che ha fatto emergere Milo nel suo lavoro, la stessa che, come afferma nell’ultima parte dell’intervista, le fa assumere un atteggiamento critico nei confronti della Rete come “bolla creata su misura per noi”. La dimostrazione che essere se stessi, quindi unici, paga. Anche in Rete.

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