Stampa 3D: l’edilizia è la nuova frontiera

Nuove frontiere per la stampa in 3D. Dopo le prime applicazioni in campo medico, il settore edile sembra quello più interessato allo sviluppo di questa nuova tecnica. Solo qualche anno fa anche il solo immaginare di poter creare una abitazione tramite stampa 3D sembrava più fantascienza che realtà ma negli ultimi tempi molte cose sono cambiate.

Il caso più noto è quello di Amsterdam, smart city europea all’avanguardia, da dove arriva la notizia della realizzazione della prima casa al mondo tramite stampa in 3D. Grazie all’impegno dello studio olandese di architettura Dus nella zona nord di Amsterdam sarà costruito un edificio con parti in plastica generate da stampanti 3D. Il progetto prevede tre anni di lavoro ma gli inizi sono incoraggianti. Sono già stati costruiti i primi 3 metri del futuro edificio, che avrà 13 camere, e l’eco di questa impresa va ben oltre il campo edilizio.

I responsabili del progetto hanno dichiarato che l’uso di stampanti 3D sarà il futuro del settore delle costruzioni e avrà notevoli ripercussioni sull’intero comparto professionale. Uno degli architetti dello studio DUS ha commentato così l’idea in un’intervista al Guardian: “il settore delle costruzioni è uno dei più inquinanti e inefficienti. Con le stampanti 3D ci sono zero rifiuti, i costi di trasporto sono ridotti e tutti i materiali possono essere fusi e riciclati. Ciò potrebbe rivoluzionare il modo in cui costruiamo le nostre città”.

Risultati interessanti ma che richiedono ancora alcuni anni di ricerca e valutazione e che sembrano essere stati superati dalla Cina. Infatti la Winsun Decoration Design Engineering Co. ha annunciato pochi giorni fa di avere “stampato” 10 case in un solo giorno, smentendo i tempi e le risorse che un progetto del genere richiede, almeno nella teoria, e creando una curiosità diffusa su questo nuovo modo di costruire delle nuove soluzioni abitative in tempi da record.

In realtà l’azienda cinese, al pari degli architetti olandesi, ha utilizzato sì stampanti tridimensionali in proporzione agli oggetti di grandi dimensioni tipici delle abitazioni ma, allo stesso tempo, si è avvalsa di materiali riciclati in grado di abbattere i costi di simili operazioni: si parla di cemento composto da rifiuti industriali, scarti edili e altri residui. Ogni pezzo della casa viene stampato singolarmente e assemblato in un secondo momento, sul posto, al contrario della tecnica olandese che prevede una stampa unica di pezzi molto simili ai mattoncini della Lego.

Con questo tipo di composizione, che a detta degli esperti non si avvicina alla vera stampa tridimensionale ma comporta un semplice “assemblaggio” di pezzi differenti, i costi potrebbero essere inferiori ai 5000 euro (si parla di circa 4800 dollari) per una singola unità abitativa e, di conseguenza, contribuire a risolvere il problema degli alloggi per le comunità più povere. La Winsun a fronte di questi dati incoraggianti ha così deciso di partire con l’attività di raccolta e trasformazione dei rifiuti in cemento agglomerato grazie al lavoro di più di cento impianti sparsi in tutto il territorio cinese adibiti alla raccolta, alla separazione e lavorazione dei materiali di scarto.

Secondo il Ceo dell’azienda, Ma Yihe, in linea con quanto anticipato dai colleghi olandesi, questo nuovo tipo di stampa in 3D mantiene un impatto ecologico positivo e in più, fattore non trascurabile, costituisce un’alternativa conveniente alle difficoltà di alloggio.

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