Piccolo quasi decalogo per chi si crede esperto del web

E’ un mondo nuovo, quello del web. Come tutti i campi che si sono aperti da poco, all’inizio nessuno è veramente “esperto” di quello che fa. Nel senso che le prime generazioni sono sempre così, autodidatte: il primo chirurgo che ha fatto trapianti di cuore non aveva ovviamente nessuna formazione specifica a farli, era un medico e basta. Sul web è successo qualcosa di simile; i primi che hanno gestito account, pagine Facebook, e prima blog e siti erano gente che aveva altre competenze e quelle specifiche le ha imparate per strada, facendo. Ora però, visto che la fase pionieristica sta per finire o è già finita, gli esperti ci sono: quelli autoformati sono la vecchia guardia, quelli giovani hanno percorsi specifici per diventarlo. Tutti però devono tener presente alcuni limiti per evitare errori clamorosi.

Expert

  1. Non esiste l’esperto di web. O meglio “esperto di web” non vuol dire nulla. Si è, come in tutte le cose, esperti seri solo di un piccolo settore, e il web è un mondo. Quindi non è detto che perché sei un ingegnere informatico o hai creato la rete sai anche gestire un account social o fare campagna promozionale per una azienda. Sono cose diversissime.
  2. Non è detto che sei in grado di fare marketing sul web o il consulente per campagne solo perché hai un blog, o sei una tweetstar o hai millemila seguaci su Fb. Fare marketing è un lavoro specifico, che richiede competenze di marketing, appunto. Se hai un blog vuol dire che magari sai scrivere battute simpatiche o post azzeccati, ma lavorare per promuovere una azienda, un partito, un prodotto è altro.
  3. Non è detto che sai parlare di un certo argomento e promuoverlo sui social solo perché sei un esperto di quell’argomento specifico. Certo, se tieni un blog di medicina e sei medico è meglio, o se tieni un blog di archeologia e sei uno storico o un archeologo aiuta. Ma i blog sono comunicazione, e spesso gli esperti di settore molto preparati vengono surclassati nella divulgazione da persone che non hanno le qualifiche accademiche ma sanno comunicare. Tenere un blog è comunque un lavoro più affine a quello del vecchio giornalista che non a quello dell’accademico.
  4. Comunicare è una cosa complicata, una alchimia più che una formula chimica. A volte riesce a volte no anche per quelli preparati bene. Ma questo deve spingere ad essere sempre aggiornatissimi e professionali. Può essere che il comunicatore esperto e preparato talvolta faccia flop nonostante tutto, ma l’arruffone che improvvisa non ha speranza di cavarsela a lungo, sul web e fuori.
  5. Non è che perché sei uno che vive sul web sei “meglio”. Ci sono personaggi della rete che hanno mentalità paleolitiche, e gente che lavora nei vecchi media che è incredibilmente avanti, anche perché magari ha scoperto anni fa, sul cartaceo, quelle che credi siano grandi intuizioni che sono venute a te dalla rete. Quindi incazzati se certi dinosauri ti prendono in giro e minimizzano la tua preparazione, ma anche evita di dare dei dinosauri a tutti quelli che non vivono su internet come te. Il dinosaurismo è trasversale.
  6. Sul web, come nella vita, contano i risultati. Per cui se fai il guru del web ma poi non hai nel tuo curriculum nemmeno una campagna veramente riuscita, un account che funziona, un numero di followers decenti, non ti atteggiare a guru di qualcosa, perché non lo sei.
  7. Sul web si fa presto a diventare old se non si resta al passo. Ma succede anche nella vita. Quindi sta in campana, sempre, che il mondo corre e devi correre anche tu.
  8. Il web non è un mondo, è, banalmente, vita. Non c’è un fuori e un dentro. Se si è bravi sul web è spesso grazie a quello che si è fuori. Quindi coltiva tutte le relazioni che possono servire, senza distinguo tra on line o off line. Il pc va off line, noi esseri umani no, mai.
  9. Non ti fidare dei decaloghi e di chi scrive post che insegnano in dieci mosse come muoversi sul web. Ognuno, al di là degli studi specifici, nel web come nella vita deve costruirsi una sua particolarità e originalità, che non gli può essere insegnata da altri. Motivo per cui questo non è un decalogo e il post si ferma qua. Ciao.

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