Fare innovazione da imprenditrici: Emanuela Donetti e Micaela Terzi

Emanuela Donetti e Micaela Terzi sono l’anima di Urbano Creativo, società nata nel 2007 per realizzare progetti di trasformazione urbana.

Emanuela Donetti e Micaela Terzi sono l’anima di Urbano Creativo, società nata nel 2007 per realizzare progetti di trasformazione urbana e gestione delle iniziative di cittadinanza attiva. Entrambe grandi sognatrici, Emanuela è anche responsabile dell’Istituto di Ricerca dell’Università Hepia di Ginevra, dove insegna Innovazione. “Non saprei come mi sia potuta appassionare alla tecnologia – confessa Emanuela – immagino che tutto sia cominciato quando ho capito cosa si sarebbe potuto ottenere dall’incrocio di pianificazione urbanistica, partecipazione pubblica, e informatica. La smart city l’ho praticamente vista nascere, un momento straordinario in cui i dati e le procedure digitali diventano una forza a servizio del territorio”.

Micaela si è appassionata alle tecnologie grazie alla testardaggine “perché se mi metto in mente di fare una cosa, la faccio e basta”. Avrebbe tenuto il suo Nokia 5110 (lo stesso primo cellulare della sua socia) solo per la cover psichedelica anni Settanta e ricorda con grande nostalgia il suo primo Compaq nero, regalo di papà. che occupava mezza scrivania. Diversa la storia di Manuela che, con un padre responsabile di una ditta di software, è stata tenuta lontana dai computer finchè è stato possibile. “Poi, ai tempi dell’università, – racconta – mio papà si é dovuto arrendere e mi sono comprata un cassone di quelli bianco panna, non ricordo marca e modello. Se ci penso, oggi, non c’era Internet, lo usavo praticamente solo per la redazione dei testi”.
Entrambe con percorsi di studi classici: Emanuela ha studiato lettere per laurearsi in geografia con una tesi sulla pianificazione urbanistica a cui è seguito un master di secondo livello in gestione della trasformazione urbana; Micaela si è specializzata in giornalismo e comunicazione, appassionandosi alla comunicazione pubblica e alla progettazione partecipata. “Dobbiamo aggiornarci di continuo – dice Micaela – e lo facciamo partecipando a incontri, congressi, conferenze, meeting oltre che leggendo pile interminabili di libri, ebook e blog”. Soprattutto, integra Emanuela, “buona parte della formazione oggi é fatta dalla condivisione di competenze, e non c’é nulla di meglio se non crearsi una rete di colleghi, amici, persone che colmano le tue lacune”.

Al momento dei 3×2 consigli da dare a chi vuole avviare un’azienda innovativa comincia Emanuela con:

  1. Conoscere bene le regole, le leggi. Ogni progetto nato dal basso si scontra forzatamente con una parete di normative che a volte lo rendono impossibile, cosí come viene concepito inizialmente. Niente paura. Il processo va governato fin dall’inizio, sapendo e condividendo quali sono le regole del gioco.
  2. Imparare a raccontare: lo storytelling é fondamentale per le aziende, soprattutto quelle “ibride”, che si occupano di cose complementari ma differenti tra loro. Bisogna evitare quel momento di silenzio imbarazzato che segue la domanda degli over 40: e tu, di cosa ti occupi?
  3. Essere flessibili: oggi in Italia la situazione non é delle piú floride. Non ci possono essere orari, giorni, weekend, ponti, ferie. Ogni momento é quello giusto per il prossimo business, bisogna tenere le orecchie aperte, e i muscoli caldi per scattare anche nel momento piú impensato.

E continua Micaela…

  1. Elasticità mentale. Serve per portare a casa il risultato, anche quando si presentano degli ostacoli. Devi essere sempre pronto a trovare una soluzione alternativa rispetto a quella che avevi pensato all’inizio (e a cui magari sei pure affezionato). E soprattutto non farsi sconvolgere dai cambiamenti e non bloccarsi mai. Chi si ferma è perduto!
  2. Ordine. Mentale soprattutto. La scrivania può anche essere un gran casino, la testa deve saper pianificare. Che non vuol dire irrigidirsi, ma saper dare forma alle idee più creative e trasformarle in progetti reali, sostenibili, che durano nel tempo.
  3. Volontà di superare i propri limiti. Ho imparato che c’è sempre qualcosa che ti può frenare. Il tuo carattere. Una particolare normativa. Che siano interni o esterni i limiti sono una gran scocciatura ma possono essere superati. Credo che dentro di noi ci sia più coraggio di quanto sospettiamo.

Sugli ostacoli Emanuela e Micaela concordano: quello più grande per un’azienda piccola che vuole crescere è l’accesso al credito, seguito dalla relazione con le istituzioni, che spesso é impermeabile alle realtá imprenditoriali che non hanno una dimensione tale da modificare la storia del territorio, e molto piú prosaicamente la difficoltá di trovare uno staff commerciale adatto alle nostre esigenze.

Come è d’obbligo per She.Web, abbiamo chiesto il titolo di un libro che ha cambiato il loro modo di pensare.

“La Divina Commedia” per Emanuela. “Un concentrato di innovazione, di spirito polemico, di ironia, di conoscenze storiche intrecciate ad attualità politiche. Di immaginazione creativa. Sottovalutato dai docenti di scuola superiore, si perde la sua inventiva linguistica, il suo spirito”. Micaela non ne sceglie uno in particolare, ma suggerisce quello che ha attualmente sul comodino: “Quiet il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare. Al di là dell’argomento in sé, mi fa pensare che gli stereotipi si possano superare e che noi esseri umani siamo capaci di cose che neanche ci immaginiamo”.

Diventare delle “Stefanie Lavori” in Italia, costruendo aziende innovative, non è certo banale. Forse il segreto più grande è nella frase di Emanuela Donetti: “Tutte le volte che sono stata in difficoltà ho pensato alla trapezista che per rialzarsi stringe i denti, dà un bel colpo di reni, si tira su e a quel paese tutti quelli che non ci credono”.  

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