Pochi, maledetti e subito

Che la consultazione sulle riforme della PA sarebbe stata un flop non era in discussione. Annunciata in conferenza stampa per coprire il mancato accordo in Consiglio dei Ministri, organizzata di fretta, attraverso un indirizzo email, a cavallo delle elezioni europee e di una fase storica molto particolare, in cui – diretti interessati a parte – sull’opinione pubblica fanno leva altri discorsi: l’austerità, l’Europa, il populismo, le riforme costituzionali.

consultazione sulle riforme della PA

Così alla fine hanno scritto in poco meno di 40mila. Per la precisione: 39343. Peraltro, trattandosi di indirizzo email, e salvo poteri magici della Funzione pubblica, questo dovrebbe essere l’unico dato a disposizione sui partecipanti. È un problema che si presenta in tutte le occasioni in cui chi organizza una consultazione non inserisce un filtro per fare l’identikit dello scrivente. Invece alla Funzione Pubblica sembrano aver trovato il segreto: “attraverso l’uso di tecniche e algoritmi della statistica” – recita il comunicato stampa – sarebbero riusciti a estrapolare altre informazioni utili. Per esempio la provenienza geografica (la metà dal nord, il resto equamente divisi tra centro e sud) e la differenza di genere (63,5% uomini, 36,5% le donne).

A parte i dubbi su cosa debba intendersi per tecniche e algoritmi della statistica, colpisce anche la suddivisione in “petizioni”. La catalogazione fatta al ministero avrebbe identificato 4 macro-aree. Apparentemente nulla di sospetto. In realtà anche qui il dato può essere letto diversamente, in modo meno lusinghiero. Parlare di petizioni sul tema può cioè essere un modo formale per dire che sono stati invasi di messaggi in copia e incolla, tutti uguali, tutti sullo stesso tema. Anche questo è un problema che deve affrontare qualsiasi consultazione pubblica, sia essa dotata di filtri oppure no. Non è difficile immaginare piccole mobilitazioni di massa degli addetti ai lavori che hanno scelto il tema di loro interesse, si sono messi d’accordo su un testo, e poi hanno iniziato a bombardare la casella di posta della consultazione. Ce lo conferma un altro dato. E cioè la presunta maggioranza di 4 a 1 dei messaggi con tono positivo rispetto alle critiche. Informazione che sembrerebbe confermare l’assimilabilità dei messaggi tra loro.

Il risultato atteso (dal governo) è stato comunque raggiunto: tergiversare il tempo necessario perché lo tsunami elezioni passasse. È passato, e ha rafforzato l’Esecutivo. Quindi, archiviata la consultazione per modo di dire, si tratta ora di fare la riforma. Per la partecipazione ci sarà da aspettare ancora.

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