Beatrice Nolli, professione social media manager

Social media manager e mamma@work. Così si defisce Beatrice Nolli, una professionista con tanti anni di studio alle spalle e il sogno realizzato di poter vivere di questo lavoro che è la sua passione. Una delle sue ultime creature di successo è SocializerIT, il primo podcast italiano che parla, con cadenza quindicinale, di social media in chiave di intrattenimento e dialogo con chi vive, come professionista o come utente, la realtà della comunicazione digitale.

beatricenolli
Beatrice Nolli è social media manager e creatrice di Socializer

Il primo approccio con Internet risale al 1998 – racconta Beatrice – quando mi prestarono un bellissimo iMac verde, che resterà sempre nel mio cuore. Mi innamorai della possibilità di conoscere e poi di costruire e infine di condividere”. Poco dopo Beatrice inizia a lavorare in un’azienda d’informatica della zona, passando dal web marketing alla direzione del reparto creativo per poi decidere di lavorare in proprio. “Ho iniziato la mia formazione di Social Media Manager dopo le superiori – racconta Beatrice – studiando lingue e letterature straniere per cercare di comprendere l’approccio comunicativo in popoli come quello anglosassone o russo, per poi affrontare tematiche relative alla comunicazione ed al mondo pubblicitario. I corsi di web marketing d’oltreoceano sono stati le basi fondanti della mia formazione che si è poi affinata con l’esperienza e gli approfondimenti specifici per singolo social network e per mercato di riferimento”. Studio e formazione continua, attraverso una serie di blog e portali di settore italiani, spagnoli, americani e inglesi, sono le fondamento di questo lavoro.

Se volessi dare consigli per diventare social media manager in 3 mosse?

1. Iniziare subito facendosi un’opinione di cosa si vuole fare e di come lo si vuole fare. Le professioni in questo settore sono tante e talvolta molto diverse le une dalle altre. Questo è il punto più difficile, ma ritengo sia fondamentale per evitare tranelli e perdite di tempo e denaro.

2. Mettersi in ascolto: seguire persone di riferimento del settore per capire come muoversi, cosa leggere, o anche definire meglio cosa non vorreste mai fare o come non vorreste apparire. In poche parole ascoltare gli altri per cominciare a definire meglio la popria identità in rete.

3. Formazione ed esperienza: cominciare con un corso di base per ottenere conoscenze e relazioni utili. Farsi un piano di aggiornamento. Ideare e costruire un progetto proprio con il quale sperimentare.

I 3 principali ostacoli incontrati in questo lavoro e come li hai affrontati

1. La sovraesposizione: per me costituisce un ostacolo perché non mi rappresenta. La rete però ti espone molto. A te scegliere sin da subito, ecco il perché del punto 1 “farsi un’opinione”, come e quando essere “sotto i riflettori”. La tua voce sarà sempre quella, la coerenza premia, l’impatto resterà per sempre. Ho trovato un giusto compromesso dopo un bel po’ di osservazione, i gruppi LinkedIn e Facebook sono uno strumento utile anche per questo.

2. Essere donna: lo so, può sembrare scontato, ma essere donna in Italia può ancora essere penalizzante. Essere madre idem. Se sei entrambe le cose trasformale in un vantaggio competitivo, so che non è facile, non ho una ricetta, se ce l’avessi avuta ne avrei fatto una versione Creative Commons!

3. L’alienazione: fare questo lavoro con passione rischia di farti perdere la concezione del tempo e dello spazio. Metti dei paletti. Anche se non lavori in ufficio, anche se internet va avanti 24 su 24, tu imponi dei limiti alla tua giornata di lavoro. Serviranno a fare in modo che questa passione resti sempre intatta e che il resto del tempo delle tue giornate servano per farla crescere e anche per dedicarti ad attività che siano collegate al tuo lavoro, ma che tu vedrai come “momenti ricreativi”… insomma stare sui social network è anche divertente, non dimentichiamocelo!

Un libro che ha cambiato il tuo modo di pensare

“Getting Things Done” (o “Detto, fatto!” in italiano) di David Allen. Non è strettamente collegato alla mia professione ma è stato il punto di partenza che ha “organizzato” il mio pensiero per qualsiasi aspetto del mio lavoro. Avere metodo è utile persino per pensare.

E se si volesse descrivere Beatrice Nolli in un aforisma, la si potrebbe descrivere con quello di Georg Wilhelm Friedrich Hegel: “Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione”.

 

 

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