Dopo Amburgo anche Berlino avrebbe vietato ai tassisti di Uber, la contestata app che mette in contatto clienti e tassisti privati, di esercitare nella capitale tedesca. Almeno secondo quanto riportato dal Guardian.
Per ordine del senato di Berlino Uber deve bloccare i suoi autisti in città: una trasgressione del divieto potrà essere punita con multe salatissime: 25 mila euro. “La protezione dell’utente ha priorità”, ha spiegato il Senato berlinese. Non è tollerabile infatti che i passeggeri si trovino affidati ad “autisti” la cui competenza “non è verificata” e su veicoli “non dati in concessione” poichè i tassisti in Germania sono tenuti ad avere almeno una licenza di trasporto passeggeri. Uber, da questo punto di vista, non fornirebbe sufficienti tutele ai passeggeri, ad esempio in caso di incidenti, con alla guida conducenti non autorizzati.
La società non è d’accordo e ribadisce che il suo non è un servizio taxi e, pertanto, l’azienda non starebbe violando alcuna legge: Uber è solo un intermediario che collega i tassisti con i passeggeri in cerca di un passaggio. “Abbiamo intenzione di contestare formalmente questa decisione“, ha infatti dichiarato il Direttore Generale Fabian Nestmann al Wall Street Journal.
Nonostante il divieto e le possibili multe, la società è ancora in funzione a Berlino, almeno per ora. Ma si è trattata comunque di una estate calda per Uber che a giugno ha dovuto fronteggiare le proteste dei tassisti di Berlino, Londra, Madrid, Parigi che l’accusano, sostanzialmente, di concorrenza sleale. E problemi arrivano anche dall’agguerrita concorrenza con la rivale Lyft.
Facebook Comments