Morire a 125 anni

Ci sono state accanto per 125 anni (William Gray ha depositato il brevetto nel 1889). Ci hanno riparato dalla pioggia e consentito di comunicare quando la telefonia non era ancora mobile. Sono ridiventate di attualità nel recente scontro tra il Presidente del Consiglio e i Sindacati, grazie alla metafora del gettone telefonico.

Stiamo naturalmente parlando delle cabine telefoniche, sempre più simili ad un cimitero paleo-industriale, ricoperte di manifesti pubblicitari, frequentate sempre meno da bipedi e abbandonate al loro destino, salvo qualche romantico tentativo di salvarle attraverso suggestive petizioni popolari.

Cronaca di una morte annunciata. Dal 2000 ad oggi il traffico dalle cabine si è sostanzialmente azzerato e non si è di fatto riusciti a frenarne il declino, nonostante il tentativo fatto in passato di trasformarle in terminale multifunzione e, più recentemente, in postazione multimediale e informativa. Ogni cabina viene utilizzata in media per pochi minuti al giorno. E pensare che alcuni di noi si ricordano le code per poter chiamare, ma anche la collezione delle schede telefoniche, la fase delle schede telefoniche per chiamare all’estero, fino al tentativo di lanciare il servizio “Fido”, variante al mobile e hot spot ante litteram.

Servizio universale. Obbligo da servizio universale, oggi del tutto anacronistico. Ironia della sorte, la  loro rimozione costa  più del costo medio di un collegamento in fibra ottica fino a dentro casa. In Francia è ad esempio stato avviato il processo che porterà alla totale estinzione, ma non è facile, visto che ci sono circa 200 comuni senza copertura mobile. Si stanno comunque attrezzando i musei per ospitarne alcune.

Sempre il mobile. L’assassino è, ovviamente, il mobile, con le oltre 90 milioni di SIM che popolano il nostro Paese. Per alcuni le cabine dovrebbero comunque sopravvivere laddove la copertura mobile continua a presentare dei problemi. In Scozia ospitano defibrillatori, a Brighton macchinette del caffè, in Francia si è tentato di posizionare delle scatole per scambiarsi libri, altrove, e più banalmente, antenne WiFi. Più recentemente, è stato lanciato un progetto che prevede di dipingere di verde  le tradizionali cabine londinesi offrire la possibilità di caricare il telefono (cellulare ovviamente)  grazie all’energia solare. Fantasia al potere.

WiFi per tutti. Mentre scompaiono le beneamate cabine, l’attenzione si rinnova per il WiFi, sempre più “pubblico” e aperto a tutti. Da sempre il WiFi è associato all’accesso diffuso a Internet e oggi si prospettano nuovi scenari federati, accanto ad ambiziosi progetti di copertura WiFi in tutti i comuni italiani.

Sogno italiano.

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