L’esperienza di Milano Smart City: l’intervista al Direttore Renato Galliano

Galliano
Renato Galliano è Direttore Settore Innovazione Economica, Università e Smart City del Comune di Milano.

Molti report nazionali e internazionali incoronano la città di Milano quale realtà che ha saputo interpretare al meglio, tra le città italiane, la sfida del cambiamento nel percorso verso la smart city. Il progetto Milano Smart City conta numeri importanti con oltre 140 milioni di progetti e di iniziative finanziate e con oltre 500 hot spot in città, 7000 chilometri di fibra ottica posata, 200 datasets pubblicati nel portale open data del Comune che rappresentano la base su cui costruire la città intelligente.

Nell’ambito del percorso tracciato nella città di Milano, lo scorso 3 Dicembre presso l’Aula Manfredini dell’Università Bocconi di Milano si è tenuto l’evento “I progetti “Smart cities e Smart communities” della città di Milano: l’impatto sul territorio e la scalabilità attraverso l’impact investing” che ha permesso di fare il punto sul modello italiano e milanese di smart city.

All’interno dello stesso evento sono stati presentati i 14 progetti smart city POR-MIUR sulla città di Milano (con il coordinamento di PugliaSmartLab) e l’iniziativa di impact investing di Bocconi al fine di comprendere quali possono essere i modelli di business per progetti imprenditoriali in ambito smart cities, sostenibili anche dopo l’esaurimento dei finanziamenti pubblici. Di questo evento e dell’intero ecosistema smart city abbiamo parlato con Renato Galliano, Direttore Settore Innovazione Economica, Università e Smart City del Comune di Milano.

Direttore qual è il bilancio dell’evento del 3 Dicembre e più in generale del modello Milano Smart City?

L’evento ha avuto un impatto molto positivo sia per le partnership dei  progetti Smart city and Communities che sono stati presentati, sia più in generale sugli stakeholder. La sfida non era banale: presentare 14 progetti in fase di sviluppo e  ragionare sul futuro degli stessi e sul possibile impatto che potrebbero avere sull’intera città. I progetti hanno molte correlazioni tra di loro, sia in termini di obiettivi che di singole azioni, ed abbiamo usato la metafora del gomitolo per rappresentarle. I progetti si concludono con un prototipo sperimentato ma il vero impatto si avrà solo quando potremo di disporre  operativamente dei servizi. Nel corso dell’evento abbiamo approfondito la possibilità di utilizzare il ”Social Impact Investing” quale strumento per misurare l’impatto dei progetti sul  sistema e quale sia la modalità migliore per “scalare i progetti” e passare ad una fase di industrializzazione degli stessi.

Ci spiega cos’è la piattaforma E015 e quali potenzialità potrà avere per la città di Milano ?
E015 è un ecosistema digitale che permette l’interoperabilità di dati di provenienza diversa. Si tratta in buona sostanza dell’evoluzione degli open data verso i cd “open services”.  È un sistema b2b e quindi mette a disposizione degli operatori dei dati dinamici e sempre aggiornati che possono essere usati anche per scopi commerciali Lanciato in occasione di Expo 2015 ha ormai raggiunto un buon livello di sviluppo ed hanno aderito sia enti pubblici che società private. Per ora le applicazioni più significative sono relative alla mobilità integrando dati dinamici delle ferrovie, bus, autostrade, tangenziali, parcheggi, ecc.. Nell’ultimo periodo si assiste invece all’inserimento di dati relativi alla cultura, al turismo, al tempo libero che permetteranno l’avvio di nuovi servizi per il cittadino.

Quali correlazioni vi sono tra il percorso Milano Smart City e EXPO2015 ?
Expo 2015 rappresenta “la settima gamba” della strategia smart city di Milano, affiancandosi alle 6 più tradizionali. Expo è un greenfield, meglio è una smart city realizzata su greenfield, caso unico almeno in Italia. Le eredità che l’evento lascerà alla città sono importanti. E015 ne è un esempio ma anche il MOC (media operation Center) un centro di coordinamento degli interventi che coinvolge diversi livelli della pubblica amministrazione rappresenta un esempio di cooperazione interistituzionale utilizzabile anche in altri casi quali gli interventi per le calamità naturali. Anche la sperimentazione con pagamenti NFC che, oltre all’evento, coinvolgerà l’intera città ne è un buon esempio di legacy.

Qual’è il ruolo dell’associazione Milano Smart City e  quanto potrà essere importante per la sostenibilità e la misurabilità delle iniziative Smart City?
Smart city si sviluppa solo con un forte consenso e partnership pubblico privata. L’Associazione Milano Smart City rappresenta esattamente questo: il luogo in cui si potranno discutere, proporre, sperimentare e risolvere soluzioni e proposte per il miglioramento della vita dei cittadini. Nata dalla spinta del Comune di Milano e della Camera di Commercio, con un orizzonte metropolitano e non solo cittadino, aggrega soggetti del mondo della ricerca, le imprese ma anche le associazioni di cittadini o del terzo settore. L’Associazione diventerà inoltre anche il gestore dello Smart city Lab, in fase di realizzazione con il Mise, e il luogo per monitorare gli sviluppi di Milano Smart city.

Direttore, per finire, un auspicio ed un augurio che fa a Milano e all’intero sistema Smart City italiano.
Il mio augurio è che si continui e si rafforzi questo spirito collaborativo che ha permesso di raggiungere i risultati sino ad ora conseguiti e che ha seminato molto nel corso degli ultimi due anni. Le partnership pubblico private sono fondamentali per il raggiungimento di risultati concreti e operativi che incidano sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sostenibilità sia ambientale che economica dei progetti. Solo se le Istituzioni, le imprese, le università, i cittadini ma anche il sistema finanziario riusciranno a continuare in questa stretta collaborazione si potranno consolidare questi primi risultati.

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