Furti di identità e frodi online: ecco le paure degli europei in rete

Come usano davvero Internet gli europei e quali sono le maggiori preoccupazioni legate alla cybersecurity dei navigatori della rete? Un sondaggio condotto da Eurobarometer ha provato a dare risposta a queste e molte altre domande sul tema della sicurezza informatica in Europa, in una indagine che è stata condotta da TNS Opinion & Social network in 28 Stati membri dell’Unione europea tra il 11 e 20 ottobre 2014. 

A livello complessivo l’analisi mostra che i livelli di uso di Internet in Europa sono ancora molto diversi: mentre più della metà dei cittadini dell’UE di accede a Internet tutti i giorni (63%), una minoranza consistente (24%) dichiara di non utilizzare Internet o non ne via ha accesso.
Oltre accedere a Internet da un computer (92%), il 61% degli utenti accede sempre di più attraverso smartphone, e il 30% utilizza un tablet touchscreen. I maggiori incrementi nell’accesso tramite smartphone si sono avuti in Spagna (+41 punti percentuali dal 2013), seguita dall’Italia, Croazia e l’Ungheria mentre nel caso di tablet, gli incrementi maggiori si sono avuti nel Regno Unito (+26 punti percentuali dal 2013), in Finlandia (fino 25 punti) e in l’Irlanda (fino 24 punti).
Oltre la metà degli utenti di Internet nell’UE dichiara di utilizzare Internet per l’accesso alle e-mail (86%), per leggere le news online (63%), e per accedere ai social network (60%); a seguire l’acquisto di beni o servizi online (57%) online banking (54%), mentre il 23% accede alla rete per vendere beni o servizi. Tutti valori in crescita rispetto al 2013.

Sul fronte delle preoccupazioni, se si utilizza Internet per operazioni bancarie o acquisti online, le due più comuni preoccupazioni riguardano il fatto che qualcuno possa usare i propri dati personali (menzionato dal 43% degli utenti intervistati) oppure timori legati alla sicurezza dei pagamenti on-line (42%). E secondo il Barometer i cittadini dell’Unione europea sono più preoccupati di questi problemi di quanto non lo fossero nel 2013.

Barometer

I timori legati alla sicurezza fanno scattare diverse precauzioni: il 61% dei rispondenti dichiara di aver installato software anti-virus, mentre il 49% non fa aprire le proprie e-mail a persone sconosciute, e il 38% afferma di essere meno propenso a fornire informazioni personali sui siti web. Tre su cinque, pari al 61%, ha cambiato almeno una delle loro password online durante l’anno passato.

Gli utenti di Internet esprimono alti livelli di preoccupazione per la sicurezza informatica:
l’89% è d’accordo con l’affermazione di evitare di rivelare informazioni personali on-line mentre l’85% concorda sul fatto che il rischio di diventare una vittima del crimine informatico sia in aumento; e ancora, il 73% concorda sul fatto di temere che le proprie informazioni personali online non siano completamente al sicuro. Poca fiducia anche nella Pa: il 67% concorda sulla preoccupazione che queste informazioni non siano al sicuro da parte delle autorità pubbliche.

Tra le ulteriori preoccupazioni anche la possibilità di subire un furto di identità (68%), in crescita del 16% rispetto al 2013,  e di scoprire software dannoso sul proprio dispositivo (66%). Ma sul fronte delle potenziali frodi, gli europei temono anche di essere vittime di truffe con le carte di credito o su servizi di online banking (63%); i social media fanno parte delle preoccupazioni degli intervistati: il 60% teme di vedere compromessi gli account dei social ma anche della posta elettronica, il 57% teme e-mail truffa e il 56%  frodi online (56%).

A livello geografico l’indagine ha riscontrato differenze tra i vari paesi. Gli intervistati in Svezia, Paesi Bassi e Danimarca è più probabile che accedano a Internet con frequenza (infatti l’87% accede a Internet almeno una volta al giorno), e utilizzino Internet per fare acquisti (80%, 83% e 80% degli utenti di Internet, rispettivamente) o facciano operazioni di online banking (91%, 89% e 94%). Ne consegue che sono anche quelli che hanno le maggiori probabilità di essere bene informati circa i rischi rappresentati dalla criminalità informatica e quelli che possono prendere misure importanti per affrontare i problemi legati alla sicurezza. Per contro, in paesi con accessi bassi alla rete,come Romania, Portogallo, Grecia e Bulgaria (fermi rispettivamente al 54%, al 56%, al 58% e al 60%), è più facile che le persone si sentano meno informate sui rischi del cybercrime.

Barometer 2

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