Datagate: spie Usa e Gb hanno violato milioni di sim card

La National Security Agency statunitense e il Government Communications Headquarters britannico si sono impossessati dei codici di crittografia delle SIM da un importante fornitore mondiale: questo avrebbe consentito alle agenzie di intelligence di decriptare i dati delle comunicazioni cellulari in tutto il mondo.

L’azione, secondo un rapporto diffuso da The Intecept, si è svolta nel 2010 presso la società olandese “Gemalto”. Il furto fornisce alle agenzie governative la capacità di monitorare “una gran parte delle comunicazioni cellulari di tutto il mondo”. Secondo i documenti, l’NSA e il GCHQ costituirono una squadra apposita per l’operazione chiamata “Mobile Handset Exploitation Team” (MHET). La società Gemalto, interrogata sullo svolgimento dei fatti, ha dichiarato che non è immediatamente in grado di confermare la notizia, ma intende studiare a fondo la questione per comprendere la veridicità di quanto emerso. Tra i suoi clienti giganti delle tlc come AT&T, Verizon, T-Mobile, Sprint, e altri 450 operatori nel mondo. Non solo: la Gemalto produce anche i chip utilizzati nelle carte di credito di ultima generazione. “Pensiamo di avere in mano la loro intera rete”, scrivevano gli 007 britannici in uno dei rapporti segreti sull’attività con la quale insinuavano virus ‘malwarè nei computer di oltre una decina di impianti della Gemalto (ce ne sono 45 in tutto il mondo). Tra gli stabilimenti nel mirino anche quelli in Italia, Germania, Spagna, Russia e Cina.

La fonte di Intercept è, ancora una volta, il database di documenti rilasciati dall’ex agente NSA e ora whistleblower di fama mondiale Edward Snowden. Durante lo scorso anno Snowden, con le sue rivelazioni, ha dato il via allo scandalo Datagate, provocando grande imbarazzo per l’NSA, ma la questione si è andata spegnendo gradualmente con il tempo.

L’agenzia NSA si è già contraddistinta in passato per azioni poco ortodosse, come per esempio quella di inserirsi all’interno dei database privati di aziende tecnologiche americane che operavano anche all’estero. Questa particolare operazione ha portato società come Yahoo e Google ad affrontare la necessità di aumentare notevolmente l’uso della crittografia nelle sue varie forme, per proteggere i propri dati dalle infiltrazioni.

Se queste ultime rivelazioni venissero confermate, avremmo un’ulteriore prova della mancanza di rispetto per la privacy e per la proprietà dei dati che l’NSA e il GCHQ dimostrano da qualche tempo.

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