Trend Micro: 56% degli utenti è disposto a cedere informazioni personali dietro ricompensa

I consumatori vogliono privacy ma non adottano particolari accorgimenti per proteggersi. Questo è quanto emerge dall’ultimo studio Trend Micro realizzato in collaborazione con Ponemon Institute. La ricerca, intitolata “Privacy e sicurezza in una vita connessa” nota infatti che il 75% dei consumatori intervistati ritiene di avere poco controllo sulle proprie informazioni, l’80% è molto preoccupato sulla sicurezza dei propri dati personali custoditi negli smartphone e il 74% teme per le proprie informazioni personali sui social media. Eppure il 46% non adotta protezioni o accorgimenti particolari per tenere al sicuro le proprie informazioni. E ancora: solo il 44% dei consumatori crede che i benefici dell’Internet of Things (IoT) giustifichino le preoccupazioni che riguardano la privacy, mentre il 75% del campione ritiene di non avere alcun controllo sulle proprie informazioni personali.

Un dato che i ricercatori valutano sorprendente, invece, è che ben il 56%, sarebbe disposta a offrire alle aziende le proprie informazioni come genere, nome, abitudini di consumo e addirittura stato di salute e credenziali di log in, se fossero ricompensate. Nel caso in cui fosse richiesto, addirittura, gli utenti metterebbero anche delle etichette con i prezzi alle loro informazioni personali, con costi che variano da 2,66 euro a 69,55 euro. Dalla ricerca emerge che il costo medio percepito per un’informazione personale è di 17,98 euro. 

Questo il valore medio che i consumatori attribuiscono ai propri dati: le password sono quelle che valgono di più, ovvero 69,55 euro, le informazioni sulle condizioni di salute  54,87 euro, e quelle bancarie valgono “solo” 33 euro. I dati sulle cronologie degli acquisti 18,90 euro e 14,77 i dati di localizzazione. Le informazioni, invece, sugli indirizzi di residenza vengono valutati circa 12 euro, foto e video 11,19 euro. Fanalino di cosa sono le informazioni di genere, valgono meno di tre euro. 

I dati dimostrano che i consumatori sono preoccupati in tema di privacy e sicurezza, ma allo stesso tempo non comprendono a pieno il loro ruolo”. Ha affermato Raimund Genes, CTO, Trend Micro. “Anche chi si ritiene sensibile al tema della privacy non adotta particolari accorgimenti per proteggere le proprie informazioni. Questo potrebbe essere attribuito a un sentimento di impotenza o a una generale mancanza di consapevolezza. È necessaria una maggiore attenzione nella protezione della privacy e nella propria sicurezza e fortunatamente esistono svariati strumenti che possono supportare gli utenti in questo”. 

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