#IoETalks: innovazione, bellezza e collaborazione, ecco la ricetta italiana per l’IoE

Capire la portata dell’innovazione dell’IoE, adattarne vantaggi e opportunità al concetto di bellezza in Italia e, soprattutto, fare squadra. E’ questo il messaggio che ha lanciato oggi l’IoETalks promosso da Cisco Italia, con la collaborazione di Intel, ospitato nella cornice stimolante dell’H-Farm di Roncade, in Veneto. Un centro di eccellenza, quello di H-Farm, fondato da Riccardo Donadon, che da anni punta sui talenti, sulle professionalità e sulle giovani realtà imprenditoriali del Paese.

Sono questi, infatti, i tre fattori necessari per permettere anche al nostro territorio, e alle sue eccellenze produttive, di cogliere le opportunità che promette l’Internet of Everything. E sono i temi attorni ai quali la mattinata di Roncade ha fatto il punto, ha offerto spunti e ha invitato all’azione.

Parola chiave: velocità di innovazione

bevilacquaL’IoE è la quarta rivoluzione industriale, esordisce David Bevilacqua, VP South Europe South Europe di Cisco: cos’è l’IoE che unisce, grazie a Internet, dati, persone, cose e processi, se non: “una profonda e irreversibile trasformazione che parte dal sistema economico e politico, fino a coinvolgere il sistema produttivo e sociale modificandone lo stile di vita delle persone?” L’IoE impatta sulla dimensione economica perché, secondo stime Cisco, vale 19 mila miliardi di dollari, ha impatti sulla politica, visto che nel 2011 Internet è diventato diritto fondamentale, e ha cambiato, e cambia, la vita delle persone tanto che, dice Bevilacqua: “noi non viviamo più offline oppure online, noi siamo onlife, è sotto gli occhi di tutti.”

Uno scenario che porta con sé almeno tre grandi sfide per chi dovrà e potrà contribuire alla rivoluzione: bisognerà dare senso ai miliardi di dati che verranno prodotti che, se non aggregati, non produrrano informazione utile da usare in tempo reale: “la rete sarà la piattaforma intelligente su cui trasformare i dati in  informazione”. Bisognerà, inoltre, superare l’idea che il digitale sottragga lavoro alle persone poiché, invece, crea nuove opportunità: “ci saranno un milione di figure professionali legate alla cybersecurity e nel data science c’è già stata una crescita anno su anno del 40% nella domanda di professionisti”. Infine, bisognerà rivedere il concetto di privacy e passare a un modello di “appartenenza” comprendendo sempre più che “noi siamo le nostre informazioni e le nostre info sulla rete definiscono la nostra personalità.”

E le imprese? Lo scenario impatta già sulle aziende: in Germania, ad esempio,  si investe da tempo sulla manifattura 4.0, ovvero in quella manifattura che cambia volto e diventa competitiva grazie alla digitalizzazione della supply chain. “In Italia siamo i secondi nel comparto manifatturiero in Ue ma rischiamo di perdere la partita con la Germania se non capiamo la rivoluzione della rete nel business. Dobbiamo accelerare.”

Lo sostiene anche Carmine Stragapede, AD di Intel Italia: la reattività sarà tutto. “Con Cisco vogliamo creare consapevolezza nel tessuto connettivo industriale per far capire a tutti l’urgenza che c’è dietro alla rivoluzione dell’IoE.” Le cose sono cambiate rispetto al passato, chiarisce l’Ad con una metafora: “nell’economia moderna, che è passata da un modello di possesso e prodotto a quello di servizio e utilizzo, il problema non è il pesce grande che mangia il piccolo, ma è il veloce che mangia il lento.”  Sta tutta in questa capacità di cavalcare rapidamente il cambiamento che si nasconde la competitività del futuro.

Alessandro Vespignani, Professor Northeastern University Boston, aggiunge un ultimo elemento al panorama con una full immersion su ciò che cambierà, e su quello che sarà possibile fare quando i dati, aggregati, dell’IoE avranno dei modelli alla base. “I dati senza modelli, sono solo fotografie del passato ma se oggi vogliamo capire la società grazie ai dati, e possiamo già farlo, va abbandonato l’approccio lineare all’estrapolazioni lineari degli stessi.” Dobbiamo guardare ai modelli che ci permetteranno, in un modo così ultra connesso, di fare previsioni accurate e precise: “i dati, in questo modo, passeranno dall’essere una foto immobile del presente all’essere un flusso interconnesso e continuo di informazioni che diventerà “la nostra capacità predittiva.”

L’IoE per l’Italia

La bellezza italiana, il cuore dell’IoETalks di Roncade, è ciò che, anche con le tecnologie, va offerto al mondo. Sono molti gli esempi di cosa già sta accadendo alle imprese che guardano al futuro. E’ quello che sostiene Maurizio di Robilant, Presidente e Fondatore di Robilant Associati, secondo cui: “l’Internet of Everything può, e deve, essere al servizio della bellezza italiana” soprattutto perché può essere un ulteriore strumento di valorizzazione del primato italiano nel mondo.
Gli fa eco Stefano Micelli, Professore Associato dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, secondo cui la bellezza dell’Italia risiede nell’artigianalità e nella capacità delle tante realtà artigiane italiane di saper trarre successo dall’economia della personalizzazione. Anche con il digitale, che offre molte opportunità creative che incarnano i talenti tutti italiani. Un esempio? La stampa 3D che unisce il digitale, la manifattura e la personalizzazione del prodotto: “gli artigiani che usano le tecnologie saranno i protagonisti della rivoluzione industriale.”

Fare squadra!

LuxotticaDalla bellezza si passa alla collaborazione, altro pilastro dell’IoE come emerso da IoETalks. L’importanza di avere un approccio globale alla digital transformation e poter guardare anche a partner di rilievo quando si tratta di innovare in ottica trasversle, come con l’IoE, è un nodo centrale per Umberto Basso di Innovation H-ART e anche per Fabio Borsoi, Direttore R&D Luxottica: la rivoluzione dell’IoE ha un tale impatto sulle imprese che “una sola azienda non può frasi carico di tutto ciò che nella filiera va ripensato e prodotto. Bisogna essere veloci e quindi saper buttare dietro di sè campanilismi per fare smart partership di innovazione”.

Michele Peterle, di Zoppas Industries, è sulla stessa lunghezza d’onda: “in azienda stiamo facendo percorso veloce che ci sta portando in modo disruptive verso una value proposition basata su connettività e IoT. Un’azienda non potrebbe fare questo da sola, non abbiamo caratteristiche nè risorse per forti investimenti inziali. Per questo servono ecosistemi e partnership.”

L’internet of Everything guarda al futuro ma ha già un solido piede nel presente: l’IoEtalks di Roncade ha mostrato quanto il fattore tempo stia diventando cruciale per per imprese italiane a 360°. La trasversalità dell’IoE è tale che anche Cisco Italia, annuncia in chiusura l’AD Agostino Santoni, punterà sempre più ad avere un approccio orizzontale al futuro, puntando, nei prossimi anni, su infrastrutture, il cuore dell’IoE, sui servizi, le gambe dell’IoE e infine la cultura, l’anima della nuova rivoluzione del futuro.

L’appuntamento è a Roma a novembre con un nuovo IoETalks!

 

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